Siamo nel momento cruciale e più generativo del sinodo diocesano: l’apparente silenzio della macchina sinodale è la cornice che dà spazio al suono prodotto dal fitto lavoro delle tante realtà ecclesiali che in modo capillare stanno trasformando l’annuncio e il discorso (la visione di una “Chiesa dalle genti”) in realtà, in carne ed ossa. Alcuni segnali raccolti muovendomi in Diocesi proprio per osservare tutto questo lavoro – e per imparare da esso – ci rimandano alcune constatazioni che rilancio come risorsa.

Il cammino sinodale sulla “Chiesa dalle genti” si intensifica ogni giorno di più.
Anche l’ultima sessione del consiglio presbiterale, tenutasi martedì 13 febbraio a Seveso, ha dedicato uno spazio formativo rilevante al tema del sinodo minore.

Alcune testimonianze hanno aiutato a comprendere meglio la responsabilità dei presbiteri. Si tratta di maturare scelte molto concrete e coraggiose: come includere nei percorsi di iniziazione cristiana, nella pastorale famigliare, giovanile e vocazionale, nell’animazione liturgica i numerosi fedeli, presenti ormai sui nostri territori da più generazioni e portatori di tradizioni spirituali diverse? Il processo del meticciato di culture, in atto nella società, riguarda con tutta evidenza anche la Chiesa ambrosiana.

Padre Dionysios, ieromonaco dell’arcidiocesi ortodossa di Italia ha ricordato ai consiglieri il senso del suo impegno di presbitero, alimentato da una profonda spiritualità monastica, nella cura degli immigrati ortodossi: sa che i loro fedeli per vivere in serenità il loro lavoro da noi hanno bisogno di trovare nel sacerdote e nel culto un punto di riferimento sicuro per la propria “identità in relazione”. Anche la testimonianza di suor Elsy, appartenente ad una congregazione messicana, presente nella nostra diocesi ormai da 20 anni ha colpito molto. Ha raccontato le fatiche di inserirsi in una cultura tanto diversa dalla sua, ma ha anche testimoniato l’accoglienza sincera del clero milanese che l’ha aiutata con generosità nel suo lavoro. Infine, padre René Manenti, scalabriniano, parroco a santa Maria del Carmine e della parrocchia di san Carlo per i fedeli di lingua inglese ha indicato il percorso di un “noi” ecclesiale che includa le differenze senza dissolverle, come occasione per tutti di conversione all’amore inclusivo di Dio Trinità.

Ecco ciò che sta diventando più evidente per tutti in questo cammino sinodale: lavorare per una Chiesa dalle Genti vuol dire avere il coraggio di un percorso più profondo di conversione a Colui che, “innalzato da terra”, attira tutti a sé.

+ Paolo Martinelli
Vescovo e Vicario episcopale

Con la pubblicazione delle tracce per la condivisione, il Sinodo minore è entrato in un momento cruciale del suo percorso. La fase di ascolto ha a disposizione tutti gli strumenti (testo guida + tracce) utili a dare vita a un grande e costruttivo dibattito. Attori da coinvolgere: il corpo ecclesiale, nelle sue diverse figure (consigli pastorali, ministri ordinati e consacrati, giovani, operatori della carità), ma anche tutte le persone che desiderano misurarsi con le domande che la Diocesi di Milano si sta ponendo, proprio perché ne condividono il carattere di urgenza e la capacità di futuro (mondo della scuola, amministratori locali, servizi territoriali rivolti alla persona).
Dal grado di coinvolgimento e dalla qualità dell’ascolto che avremo saputo creare dipenderà l’esito del percorso sinodale. Perché sia, come l’Arcivescovo ci ha chiesto, un evento di popolo, occorre che questa fase sia curata e molto diffusa: solo così potremo giungere al successivo momento di costruzione e definizione delle proposte sicuri che i discorsi che intavoleremo non sono il frutto delle convinzioni di pochi ma l’esito di un sicuro processo di ascolto del “fiuto” del popolo di Dio (sensus fidei).
Essere Chiesa dalle genti: per giungere a realizzare un simile cammino di conversione occorre in questa fase di ascolto miscelare allo stesso tempo gesti impegnativi e passi abbastanza semplici. Gesti impegnativi: è necessario scegliere di vedere, come dice il documento preparatorio, oltre la superficie del quotidiano, le gesta di Dio che si stanno realizzando dentro situazioni e avvenimenti che a prima vista ci appaiono non chiari e non facili da affrontare. Passi abbastanza semplici: basta iniziare ad impegnarsi in questo ascolto, e subito ci accorgeremo che sono tanti i percorsi di conversione già avviati e i sentieri intrapresi.
La Chiesa dalle genti è già tra noi: il difficile è riuscire a vederla, superando le paure e le stanchezze che come un velo ci coprono gli occhi, impedendoci di contemplare ciò che lo Spirito santo già opera dentro le nostre vite.

mons. Luca Bressan
Presidente della Commissione di coordinamento Sinodo “Chiesa dalle genti”
Vicario episcopale Arcidiocesi di Milano