Dopo il 24 c’è il 25!

È vero che arriva il 25 e poi il 26… ma non facciamo nessun gioco dei numeri: parliamo della domenica.
Dopo il “ventiquattro” mi è arrivata una semplice mail di una amica di vecchia data, che racconta di come ha vissuto la domenica 24 maggio, la sua domenica 24!
Segue dal sito le nostre proposte e legge suggerimenti che vengono offerti. Mi permetto di pubblicarla senza nome o riferimenti che possano renderla riconoscibile. Sicuramente le darebbe fastidio se facessi il contrario. Togliere la firma rende ancora più bella la lettera perché… è messaggio dove l’autrice scompare e così emerge ciò che si vive.
Sulla scia di questa traccia, magari qualcuno ripenserà al senso di questa ripresa liturgica.

Ti vorrei raccontare un po’ della “festa” di ieri!
Scelgo di andare a Messa alle 8,15…
Prima di andare rileggo i nove passi…
A dire la verità, arrivo e non ci penso più.
Ma il clima è strano, certo visivamente non è il solito, ma anche con le persone qualcosa di diverso, queste sedie lontane, faccio il segno della croce e scelgo di andare vicino, a distanza di un metro da “A”… così si canta insieme comunque.
Vedo “B” e le faccio capire se viene con noi…
Inizia la Messa… e piano piano si entra nel ritmo della celebrazione e i passi sempre da parte. Sento il canto degli uccellini fuori dalla chiesa e mi viene in mente il rosario della sera con il prefazio: ha sempre il sottofondo degli uccellini. Da lì mi partono anche i passi… il silenzio, mi aveva colpito molto se c’è Lui non c’è il mio ingombro…
Sono davvero molto ingombrante!
Poi dovrò recuperare su confessione, perché non sono andata dal don (in realtà vorrei venire lì, ma vedremo), ma ho fatto Comunione… sai che mi sembrava tutto diverso (a parte prendere il Corpo di Cristo sulle mani, non lo faccio mai) mi son sentita avvolta in qualcosa, non so dirti cosa, ma sensazione bella, come un abbraccio. Tornata al mio posto commossa… però felice di essere tornata in Chiesa, lì ho pensato anche a mia mamma, l’ho portata lì.
Ciao don, un abbraccio e a presto.

Riprendo ora la parola con gratitudine per queste righe intense…
Mi permetto solo di aggiungere un particolare che non avrei scritto se non ci fosse stata questa occasione. Certo, non c’erano molte persone tra sabato e domenica. Poche famiglie, pochi ragazzi, pochi giovani… pochi di tutto. Probabile il senso di apprensione, di disagio e di paura.
Questa situazione ha obbligato noi credenti a misurarci sulla lontananza dalla chiesa (per colpa del virus) e ci misurerà sul ritorno alla chiesa per celebrare la Pasqua della settimana (ora che è possibile venire).
Credo che siamo davanti ad una verifica del nostro essere cristiani, figli del Padre, uomini e donne della Pasqua, commensali a una tavola… ecc… “. Com’è che siamo? Dove stiamo? E Lui dov’è?”.
Comunque sia, il valore più bello di questo “asterisco” sta… nella email!

don Norberto