Lettura Nuovo Testamento – 07

Introduzione alla letteratura sinottica
Tre dei quattro vangeli (Mt, Mc, Lc) seguono la stessa trama narrativa, ossia adottano un modo molto simile di raccontare la vicenda di Gesù. Secondo l’ipotesi ad oggi più accreditata, Mt e Lc composero le loro opere seguendo la “regia” di Mc, con rielaborazioni proprie e con integrazioni di materiale raccolto da altre fonti.
Il “canovaccio” è molto semplice, costruito su unico viaggio di Gesù dalla Galilea alla Giudea. Dopo una parte di insegnamenti e miracoli – perlopiù di liberazione dai demoni e di guarigioni da malattie e morte – attorno al lago di Tiberiade, egli s’incammina verso Gerusalemme accompagnato dai Dodici e dai discepoli (un gruppo che si assottiglia sempre più, mentre cresce quello degli oppositori). Tra le due parti del racconto, è narrata la cosiddetta “confessione di Pietro” a Cesarea di Filippi, che segna un momento decisivo del ministero di Gesù, ma anche del percorso di fede di chi lo segue.
Almeno tre sono gli aspetti che maggiormente diversificano la composizione di questi racconti. Il primo aspetto sono i racconti dell’infanzia: se sono del tutto assenti in Mc, sono invece presenti in Mt e Lc. Nonostante anche in questi due siano differenti, essi perseguono il medesimo intento: fornire al lettore alcune chiavi interpretative per capire il senso della venuta e della manifestazione di Gesù, sin dal suo ingresso nella storia. Anche i racconti di risurrezione presentano notevoli diversità. In Mc e Mt, per esempio, il Risorto dà appuntamento ai discepoli in Galilea, lontano da Gerusalemme: là tutto era iniziato e là si trova il confine settentrionale di Israele, dove comincia il mondo di allora (dunque un luogo significativo per l’invio dei discepoli!). Invece, Lc ci racconta dell’apparizione del Risorto a Gerusalemme (subito dopo l’episodio di Emmaus): i discepoli sono comunque inviati «a tutti i popoli», ma «cominciando da Gerusalemme», in quanto lì vivranno la Pentecoste (perciò la missione primariamente non sarà opera loro, ma sarà anzitutto opera dello Spirito in loro). Questo però sarà raccontato negli Atti degli Apostoli, che sono stati pensati come il “secondo volume” del vangelo secondo Luca.
Nel complesso, ciascun racconto ha una propria originalità, che occorre tenere presente per cogliere più approfonditamente il percorso che ciascun evangelista intende proporre al lettore.
Mc si distingue per proporre attraverso la narrazione evangelica un itinerario del discepolo che progressivamente riconosce Gesù: infatti, fino a Cesarea di Filippi nessuno esplicita la domanda su chi egli sia, anche se un po’ tutti cercano di dire qualcosa su di lui (persino gli spiriti impuri!). Sarà Gesù stesso a formulare la domanda: «Ma voi chi dite che io sia?» (8,29). Il cammino verso Gerusalemme e gli avvenimenti pasquali che là si compiranno rivelano che tipo di «Cristo» sia Gesù e, di conseguenza, che tipo di discepolo ci vuole per un Cristo così.
Passando a Mt, il racconto è organizzato sulla base di cinque discorsi, preceduti dai racconti dell’infanzia, e seguiti dai racconti della passione e della risurrezione. Se in Mc l’attenzione era per il singolo discepolo, in Mt essa si sposta sulla comunità dei discepoli (ekklēsía). Ciascun discorso raccoglie e organizza una parte degli insegnamenti di Gesù, evidenziando cinque temi cari alla sensibilità della cristologia matteana: nel discorso della montagna (cc. 1–5), il Maestro affronta il tema della giustizia e dell’interpretazione della Legge; nel discorso missionario (c. 10), egli invia i suoi istruendoli su come vivere l’annuncio del Vangelo; nel discorso in parabole (c. 13), spiega il Regno di Dio, che cosa sia, quali dinamiche lo caratterizzino e come poterlo vivere; nel discorso ecclesiale (c. 18), sono illustrate le norme costitutive della comunità, in cui il Signore è presente; e infine, nel discorso escatologico (cc. 24–25), Gesù annuncia ultimamente il criterio su cui verrà giudicato tutto il mondo e la storia, ossia la carità.
Infine, la particolarità del messaggio di Lc è ben sintetizzata nell’episodio della sinagoga di Nazaret (4,16-30): Gesù è inviato ad agire e insegnare per la liberazione di tutti, nessuno escluso. La sua autorità e il suo potere gli vengono dallo Spirito, in quanto lui è il Cristo, il consacrato e l’inviato di Dio. L’unico ostacolo alla salvezza che lui porta è il rifiuto di chi ne avrebbe bisogno, come ben illustra la parabola del padre e dei due figli: per entrare in casa, ciascuno dei due deve superare la propria visione retributiva del rapporto con il padre, per riscoprirsi pienamente figlio e riscoprire il fratello.
don Isacco Pagani

Bibliografia consigliata
Aletti J.-N-, Gesù: una vita da raccontare. Il genere letterario dei vangeli di Matteo, Marco e Luca (= Lectio), San Paolo – G&B Press, Cinisello Balsamo (MI) 2017, pp. 180.
Broccardo C., I Vangeli. Una guida alla lettura (= Quality Paperbacks), Carocci, Roma 22017, pp. 158.
Grilli M., Vangeli sinottici e Atti degli apostoli (= Fondamenta), EDB, Bologna 2016, pp. 304