Lettura Nuovo Testamento – 08

Carissimi,
oggi dovremmo essere arrivati al capitolo dodicesimo del Vangelo secondo Marco.
Nel cuore di queste pagine spicca quella che viene chiamata da molti esegeti la “sezione dei pani” (Mc 6,30-8,26). Il pane è in molte culture simbolo di ciò che è necessario per vivere. Mentre cresce la domanda sull’identità di Gesù e insieme l’opposizione alla sua persona, Gesù comincia a presentarsi come “pane” indispensabile alla vita. È una manifestazione che viene fraintesa in senso politico ed economico dagli stessi discepoli («e dentro di sé erano fortemente meravigliati, perché non avevano compreso il fatto dei pani: il loro cuore era indurito» Mc 7,51b-52).
Sulla riva erodiana ed ebraica del lago, a nord-ovest presso Tabgha, avviene la prima moltiplicazione dei pani: le “viscere” di Gesù si commuovono di fronte alla folla dei figli di Israele che sono «come pecore che non hanno pastore» (Mc 6,34). Dopo aver nutrito quella moltitudine, avanzano «dodici ceste piene»: i Dodici sono così chiamati a prendersi cura della “fame” dei figli di Israele, riuscendo finalmente a “vedere” (cfr. Mc 8,22-26, la guarigione di un cieco a Betsàida, secondo l’evangelista Giovanni città di Pietro, Andrea e Filippo, cfr. Gv 1,44) quale sia la vera “fame” (desiderio) di ogni figlio.
Nello stesso tempo anche Gesù è chiamato dalle persone che incontra a “vedere”, a sorprendersi e così modificare il suo itinerario: una donna siro-fenicia, quindi pagana (che gli ebrei consideravano “cani”), sconvolge il cuore di Gesù supplicandolo di dare le briciole di pane dei figli anche ai «cagnolini» come lei (cfr. Mc 7,24-30). È così una donna pagana che spinge Gesù a comprendere che è venuto il momento di dare il “suo pane” anche agli “altri”, i «cagnolini», le “genti”.
La seconda moltiplicazione dei pani (Mc 8,1-10) avviene infatti sull’altra riva, quella abitata prevalentemente dai pagani, così da vincere/“aprire” («Effatà») la loro “sordità” (cfr. Mc 7,31-37): questa volta sono sette le «sporte» avanzate, come sette erano il numero delle nazioni pagane che abitavano la terra promessa al momento dell’ingresso degli israeliti (cfr. Dt 7,1; Gs 24,11). I Dodici sono invitati a prendersi cura del desiderio di vita di tutti gli uomini e le donne del mondo, da Israele a tutte le genti. Eppure, come noi, faticano a comprendere, a vedere… Vedere che Gesù è il “pane”, è Lui con il Suo Amore il destino del desiderio di tutti (la salvezza). Come per il cieco di Betsàida, i loro occhi devono essere progressivamente liberati (cfr. Mc 8,14-26).
Gesù vive una crisi profonda e si ritira con i suoi lontano, a Cesarea di Filippo. Si chiede come viene visto dalla gente e dai suoi discepoli. Pietro dà la risposta giusta, ma con un contenuto sbagliato (cfr. Mc 8,27-33). La crisi è ancora più forte, l’incomprensione anche dei suoi è lancinante. Finalmente, la risposta consolatoria del Padre sul monte della trasfigurazione (Mc 9,2-8) conferma e convince Gesù nel cammino che ha intrapreso: andrà a Gerusalemme verso la Croce (cfr. Mc 11-ss), per farsi spezzare, frantumare e mangiare come “pane di vita” per la fame/desiderio di tutti.
Buon cammino,
don Davide Bertocchi