Sesta domenica di Pasqua
Contento di fare il prete
Le parole del vescovo dette durante la “festa dei fiori” (nel seminario si ricordano gli anniversari di ordinazione quali il 25º il 50º o il 60º…), suonano con particolare interesse.
L’omelia pronunciata nella Messa viene dopo la presentazione di una ricerca che nella sostanza si trova nello slogan riportato dal giornale Avvenire e dal Corriere della Sera: “Milano, l’ultimo sacerdote under 30 verrà ordinato nel 2039: Il futuro? Neanche un prete per chiacchierare”.
A fronte di una situazione che è allarmante, perché nel giro dei prossimi anni molte comunità non potranno avere un sacerdote, il vescovo parla del “prete contento”. A fronte del fatto che i nostri nipoti, a Segrate, potranno contare sulla presenza di due o tre sacerdoti per tutte le sette parrocchie, il vescovo stupisce con un intervento che riconosce la presenza di “qualcosa” che rende il prete contento di ciò che è.
Mi “tocca rispondere” così e dichiarare che ha ragione perché, dopo 43 anni di “vita da prete”, mi ritrovo ad essere contento. Certo un filino stanco per molte cose, ma chi non lo è con tutte le preoccupazioni che vive? Certo un pochino preoccupato per le tante Messe, le tante persone che si incontrano, per il desiderio di arrivare a tutti… ma chi non è preoccupato perché siano fatte bene le cose?
Sono contento di come la Provvidenza si nasconda dietro le vicende della giornata o come agisca mentre celebro l’Eucarestia o vivo il sacramento della Confessione o del Battesimo. Arrivo alla sera ringraziando per aver scelto di “fare il prete”, magari un po’ assonnato certo!
In questo modo, raccontando di me, voglio rispondere al vescovo, concordando con quello che lui ha detto. Essere prete in un modo così lontano dall’immaginaria visione che passa nella letteratura e nel cinema o dalla vergogna per comportamenti che toccano la sfera sessuale o quella del denaro.
Sono contento di aver dato i miei anni al Signore che mi ha condotto in posti e tra persone che non potevo conoscere. Condivido con molti confratelli la gioia di fare il prete, pur riconoscendo un mondo che non è quello con cui si era iniziata l’avventura. Ma ora meglio lasciare la parola al vescovo in qualche tratto della sua omelia.
Don Norberto
Parola al vescovo
“Mi dicono che siete preti normali, preti di tutte le età, preti che esercitano ogni tipo di ministero, preti che sono in ogni parte della nostra diocesi. Mi dicono che vivete anni di pieno vigore e in piena salute e anche anni di stanchezza, di malattia, anni gravati dal peso degli anni. Mi dicono che una cosa vi caratterizza: siete preti contenti di essere preti.
Alcuni ritengono che la notizia sia una delle fake news che circolano sui social. Altri dicono che sia uno slogan per una campagna di propaganda organizzata per reclutare personale per una istituzione come la Diocesi di Milano che lamenta molti posti vuoti.
Alcuni ritengono che sia impossibile essere preti ed essere contenti: condannati alla solitudine, gravati di impegni che non lasciano respiro, circondati da un clima di indifferenza se non proprio di sistematico sospetto e disprezzo, come potreste essere contenti?
Ho però informatori affidabili che mi dicono che siete preti contenti di essere preti.
Mi dicono che ogni sera si può ascoltare in ogni parte della diocesi l’innalzarsi di un cantico stupefacente di cui il mondo intero si sorprende: l’anima mia magnifica il Signore, e io il mio spirito esulta in Dio mio salvatore.
Mi dicono, addirittura, che il giorno anniversario della ordinazione è celebrato da voi come una festa e che in quei giorni passate delle ore in qualche chiesa a ringraziare il Signore di essere preti e avete tanti motivi per ringraziare che il tempo non basta mai.
Mi dicono anche che vi capita di essere così contenti che ogni tanto andate a far visita ad altri preti per condividere la vostra gioia o anche per sostenere, incoraggiare, consolare un confratello che vive momenti di tristezza e di desolazione. Vorrei chiedervi: quale è il segreto della vostra gioia? Avete forse qualche ricetta segreta?
Anch’io sono contento e vorrei condividere la mia gioia con tutti i preti. Però sono poco credibile, perché mi sembra che mi dicano: “Facile essere contenti quando si è fuori dalla mischia, dai fastidi delle parrocchie, dalle pretese della gente, dall’incalzare degli impegni!”
Ecco, vorrei chiedervi di rivelare il vostro segreto e di condividerlo con gli altri preti. Potreste essere più convincenti di me nel vivere le raccomandazioni di Paolo: Rallegratevi con quelli che sono nella gioia; piangete con quelli che sono nel pianto. Abbiate i medesimi sentimenti gli uni verso gli altri; non nutrite desideri di grandezza… cercate di compier il bene davanti a tutti gli uomini. Se possibile, per quanto dipende da voi, vivete in pace con tutti”.
Fin qui Delpini: chi volesse recuperare altri capoversi di questa lettera vada su sito della Diocesi, ma già queste parole dicono molto (Don N).
Si torna alla normalità
Non abbiamo approfittato più di tanto dei social per trasmettere le Messe o altre iniziative (a parte gli esercizi spirituali o tre incontri sulla liturgia) durante la pandemia. In quel periodo così strano, con la paura di non essere più in grado di evangelizzare, ci si è buttati nelle iniziative “da remoto”. Molti confratelli lo hanno fatto ma si capiva che “l’e minga il so mestè”. Altri invece hanno trovato il modo di bucare lo schermo, comunicando nella logica dei social.
Era forse nato così il pensiero che, per recuperare spazio e visibilità in un mondo che non è interessato alla fede, bastasse investire qualche soldo, allestendo un sistema di comunicazione. Come se trovassimo nei “mezzi” la soluzione di una fatica che è di tutt’altro genere.
La lettera dei vescovi ci riporta con i piedi per terra escludendo l’uso dei social nella liturgia, ritornando a vivere “in presenza” la vita spirituale. Si ritorna a celebrare, pur se in pochi, come facevano le prime comunità. Così scrivono:
“Accogliendo la comunicazione dell’Oms, segnaliamo che tutte le attività ecclesiali, liturgiche, pie devozioni, possono tornare a essere vissute nelle modalità consuete precedenti all’emergenza sanitaria. Resta salva la possibilità per i vescovi diocesani di disporre o suggerire alcune norme prudenziali come l’igienizzazione delle mani prima della distribuzione della Comunione o l’uso della mascherina per la visita ai malati fragili, anziani o immunodepressi”.
Richiamando il “tempo difficile in cui le nostre comunità cristiane sono state prossime con la preghiera e le opere di carità a chi ha sofferto la malattia e le conseguenze della difficile fase economica” ed esprimendo “sentimenti di gratitudine per il personale sanitario che con dedizione e mettendo a rischio la propria vita si è preso cura dei numerosi ricoverati a causa del Covid-19 e per tutti coloro che, in qualsiasi maniera, hanno dato il loro contributo per alleviare i disagi e affrontare la crisi”, la Presidenza della Conferenza Episcopale ricorda anche “le tante persone che hanno perso la vita, tra cui centinaia di sacerdoti che hanno contratto l’infezione adoperandosi per il proprio ministero”.
Infine, l’appello affinché “cessino, o quantomeno siano diminuite nel loro numero, le celebrazioni trasmesse in streaming. Le attività presso strutture sanitarie, sociosanitarie e socioassistenziali seguiranno invece le norme proprie dei luoghi in cui si svolgono”.
Appuntamenti
- Giovedì 18 maggio – Festa dell’Ascensione
- Ore 9: Messa a San Felice
- Ore 18: Messa a santo Stefano
- Ore 20.45: Messa solenne a Redecesio con la presenza del vescovo Mario Delpini
- Venerdì 19 maggio – pellegrinaggio decanale a Caravaggio
- Partenza ore 19 (chi desidera andare con il pullman si rivolga nelle rispettive parrocchie
- Domenica 21 maggio – Cresima a San Felice per i ragazzi di San Felice e di Novegro
- Domenica 28 maggio, presso la parrocchia di santo Stefano: cena per finanziamento della GMG a Lisbona. Uno Chef professionista all’opera per sostenere i giovani che andranno in Portogallo in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù. 200 posti disponibili e menù particolare (vedi locandina o pagina Facebook)
- Venerdì 9 giugno: pellegrinaggio al Sacro Monte di Varese organizzato dalla parrocchia di San Felice nell’ambito della festa. Priorità per l’iscrizione alle persone del quartiere. Indicazioni precise sul sito della parrocchia santi Carlo e Anna
- 18-20 maggio: tre giorni sullo sport a Novegro. Coinvolto l’oratorio, la palestra della scuola, il Centro sportivo Curioni, il campo sportivo di Novegro. Indicazioni sul sito o sulla pagina Facebook dell’oratorio di Novegro.