5 marzo 2023

Seconda domenica di Quaresima – della Samaritana

Verso la Mission

Siamo nell’imminenza di questo evento che coinvolge le nostre comunità di Segrate. Segnaliamo ora il momento finale domenica 26 marzo, giorno per esprimere il nostro desiderio di pace e per testimoniare nella città l’impegno alla gioiosa testimonianza a vivere come discepoli del Signore. Ecco la dizione:
Camminata per le vie di Segrate #sottolostessocielo #iosonopace”.
Ritrovo alle ore 15 in piazza san Francesco per poi radunarsi, dopo un preciso percorso, al Centro Parco con il richiamo alla preghiera, alla pace, alla festa, all’annuncio. Musica e parole, festa per grandi e piccoli… tutti. Opportunità per coinvolgere amici e conoscenti.

Ora è tempo di adesioni

Invito a prenotare, in questa settimana, il pranzo del 19 marzo al parco esposizioni di Novegro.
È la domenica della festa: andiamo noi e invitiamo altri; andiamo noi che ci consociamo per trovare altri cristiani della città: alle ore 12.30 il pranzo e alle ore 16.30 la celebrazione eucaristica con tutti i preti e il Vicario di Zona. Nel pomeriggio è sospesa la messa vespertina in tutte le parrocchie.

Via Crucis: il 17 marzo a San Felice

Ci piacerebbe che le parrocchie, in cui noi preti lavoriamo, vivessero insieme, con la presenza di molte questo cammino per le vie del quartiere, affiancate dalla parrocchia del Villaggio ambrosiano. Un segno che diventa invito per ognuno a portare altri, superando… il ponte degli specchietti!


Quaresima, che senso ha?

Tante quaresime come i miei anni, alcune vissute bene e altre così così, tra precetti mantenuti, vie crucis più o meno vissute. Una cosa però non ho mai superato, soprattutto nella Settimana Autentica: quel senso di dolore fisico e quelle lacrime che ancora scaturiscono durante il Triduo… E meno male che ancora mi commuovo guardandoti crocifisso e sofferente fino alla morte: forse non tutto per me è perduto.
Il senso di vergogna che provo nel momento del mio tradimento e del rinnegamento, della fuga e della paura, mi soffocano e questa sensazione provata in Gerusalemme non mi ha più lasciata, anzi, seppur lontana da quei luoghi, sento ancora il profumo dell’incenso della basilica del Santo Sepolcro che si alza perenne unitamente alla preghiera. La fragranza del nardo e l’aroma della mirra mi ricordano l’amore e la morte.
La Quaresima, vissuta come periodo di preparazione all’accoglimento della salvezza eterna, ha senso se diventa stile di vita. Fare pulizia nel cuore e mettere Te al centro. Le situazioni nel mondo, il dolore e l’amarezza della guerra, la terra che produce terremoti e morte. Quanto stai soffrendo, Gesù! Non ho capito nulla nella vita. Sei stato sostituito dal mio orgoglio e dal mio egoismo, ricordato in una preghiera che non parte quasi mai dal ringraziamento di ciò che ho e dal riconoscimento che non sono nulla senza di Te. La preghiera, il digiuno, l’elemosina dovrebbero aprirmi la mente ed il cuore; tuttavia, troppo spesso sono pratiche che mettono a posto la coscienza. Vorrei che questo invece abbia senso, imparando da Te a pregare non per ottenere ma per vivere una relazione vera con Te, ascoltarti nella Parola e nei tuoi insegnamenti. Imparare da Te il vero digiuno, che significa non alimentarmi solo di pane, ma del tuo amore.
Demolire i muri che soffocano il cuore e che ho costruito per non contagiarmi dal dolore e dalle necessità dei fratelli. L’elemosina, o meglio la carità, che superficialmente mi faccio scivolare addosso e che non rispecchia l’atteggiamento da Te ampiamente raccontato con la tua vita. La Quaresima ha senso solo se cambio rotta, se cambio strada per venire da Te, se ti vedo nella carne del fratello, se imparo a farmi prossimo, se ti porto con me e ti offro a chi incontro. Vivo l’inizio di questo prezioso tempo di Grazia con la consapevolezza che ho bisogno di aiuto da Te, che senza il tuo Spirito non sarei qui, che da sola non ce la faccio.
Portami con Te per mano, per quaranta giorni nel deserto, nutrimi con la tua misericordia e offrimi la possibilità di cambiare. Rimodellami come argilla nelle tue mani e creami un po’ più forte, un po’ più buona e resistente agli urti del mondo. Vorrei essere un bel vaso nuovo che possa contenere il tuo amore generoso e gratuito e soprattutto che sappia versare sugli altri quello che mi doni senza trattenerlo, fiduciosa che più ne verso e più ne contengo.
Stella Bigaroli


Una seconda pedagogia

Giudizi come pietre: l’adultera
Anche questa volta, cerchiamo di entrare nel come Gesù si è mosso in questa situazione, osservando il suo insegnamento da una prospettiva un po’ diversa. Passiamo oggi al Vangelo di Giovanni, capitolo 8.
Chi porta la donna davanti a Gesù, gli pone una domanda: “Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora, Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?”. Già dentro la proposizione si avverte un disprezzo profondo: “donne come questa”… Gesù si rivela un maestro di comunicazione non verbale. Cosa fa?
Primo: non risponde. Secondo: si china, cioè si abbassa. Terzo: non si mette a discutere con gli scribi su chi ha ragione e chi ha torto, non la mette su questo piano ragione/torto, ma su quello della responsabilità personale: “Chi di voi è senza peccato, scagli la pietra contro di lei”.
A livello di scelte personali nella relazione, il discorso ragione/torto rischia di essere profondamente fuorviante e foriero di conflitti non indifferenti, anche perché ciascuno dal proprio punto di vista crede di avere ragione. Bisognerebbe mettersi d’accordo su quelle che sono le basi comuni e da lì dedurre se un atteggiamento è meglio di un altro. Oltretutto, spesso la vita conduce verso scelte non volute, obbligate: non credo che la donna fosse contenta di essere adultera. A volte le scelte si fanno perché non c’è altra strada. Gesù quindi chiama quegli uomini alla responsabilità, li invita a riflettere sulla condizione: giudicatevi voi stessi, se foste nella sua situazione, o anche nella vostra situazione, non meritereste niente? Li invita a mettersi in gioco, in prima persona.
Quando tutti se ne vanno, rimane la donna con Gesù. E qui Gesù mostra chiaramente cosa vuol dire “non giudicare”. Gesù accetta questa donna, così com’è. “Neanch’io ti condanno. Va’ e d’ora in poi non peccare più”. Le restituisce la sua dignità: “Neanch’io ti condanno”. Le restituisce la sua libertà: “Va’ “. E alla fine la invita a fare scelte di vita che la aiutino ad essere più felice: “…e d’ora in poi non peccare più”.
Anche l’ordine in cui dice queste cose è fondamentale: prima restituisce, poi invita. Se avesse detto “Non peccare più, vai, neanche io ti condanno”, avrebbe subordinato la non-condanna all’azione della donna di non peccare. E invece Gesù fa il contrario: neanch’io ti condanno, ti restituisco la tua libertà, mettila in gioco per non peccare più.
Quante volte noi, nei nostri discorsi e ragionamenti, subordiniamo una nostra concessione a qualcun altro dopo che lui ha fatto qualcosa? Non va bene “sei un bravo bambino se fai i compiti”, ma “poiché sei un bravo bambino, impegnati a fare i compiti”. Diverso è dire “Dopo che hai fatto i compiti, guarderai la televisione”: c’è giustamente un ordine nelle cose, non tutto è uguale.
Ma il bambino è bravo, a prescindere dal fatto che faccia o meno i compiti: non è il fare o non fare i compiti che cambia la sua natura. “Chi sono io per giudicare?” ricorda Papa Francesco.
Grande Spirito, aiutami a non giudicare un’altra persona prima di aver camminato per due lune nei suoi mocassini”: preghiera/proverbio dei nativi americani.
E il fatto che, sui rischi insiti nel giudicare, si trovino concordi diverse tradizioni sapienziali distanti tra loro, credo possa essere anch’esso un segno di speranza, come quella che Gesù ha dato alla donna e a ogni persona.
Diacono Dario


Appuntamenti e avvisi

San Felice

  • Martedì 7 marzo
    • ore 21: “Due parole sulle nostre liturgie: e se facessimo qualche cambiamento?”
  • Venerdì 10 marzo
    • ore 15.40: Rosario Perpetuo guidato dal gruppo
    • ore 16.45: Via Crucis con i ragazzi
    • ore 18.30: Via Crucis per gli adulti
    • ore 21: Adorazione della Croce (guidata)

Santo Stefano

  • Venerdì 10 marzo
    • ore 8.30: Via Crucis
    • ore 15: Via Crucis
    • ore 21: Adorazione della Croce (guidata)