Il primo ringraziamento raggiunga tutti coloro che compongano l’attuale C.P.P. per la disponibilità dimostrata in tutti questi anni.
Un secondo motivo di ringraziamento è per i nuovi eletti, per aver accettato di far parte di questo organismo “tanto prezioso quanto delicato per il bene della nostra parrocchia.
Guardando al futuro immediato è urgente allora fare seriamente due riflessioni:
- la prima sulla vita della nostra comunità
- la seconda sull’impegno personale
Dovremo continuare a pensare la parrocchia non come un ente che distribuisce servizi, ma come una famiglia, dove ciascuno si sente a casa propria. Per il buon funzionamento di una famiglia è indispensabile che ciascuno, secondo il suo ruolo, svolga responsabilmente i suoi compiti: gestione economica, pulizia, cucina, pagamento bollette ecc. Anche la nostra comunità per la sua sopravvivenza ha le stesse esigenze:
- progettare e organizzare le celebrazioni e i vari momenti di preghiera perché si svolgano in modo dignitoso e coinvolgente;
- curare l’annuncio del Vangelo con una catechesi fedele al Signore e attenta alla sensibilità contemporanea, indirizzata, non solo ai ragazzi, ma a tutti;
- scoprire le necessità e bisogni dei fratelli della parrocchia per intervenire non solo facendo elemosina, ma vivendo la carità come impegno politico e sociale per risolvere i problemi alla radice;
- non dimenticando ovviamente le questioni pratiche come la gestione economica, la cura degli edifici: la chiesa, l’oratorio, la Casa della Comunità.
Il lavoro quindi è tanto e le persone che si impegnano sono sempre insufficienti. La prima cosa che forse pensiamo, anche per metterci la coscienza a posto, è: io non sono capace, o meglio: io non sono degno.
E’ il modo sbagliato di iniziare una riflessione personale
La domanda giusta è:
cosa vuole il Signore da me e cosa possa fare io per la mia comunità?
E’ il Signore che chiama e dà la forza per affrontare un eventuale impegno, che vorremo assumerci.
Auspico che tanti possano diventare “corresponsabili” con i sacerdoti, della vita “in tutte le sue sfaccettature”, a cominciare dal nuovo C.P.P.
(questo testo è tratto dal numero 73 di "Verso Emmaus" - ottobre 2006)