Lettura Nuovo Testamento – 30

La potenza di una Parola che trasforma il cuore

Carissimi,

oggi dovremmo aver completato la lettura della Prima lettera ai Tessalonicesi e iniziato quella della Seconda lettera ai Tessalonicesi.

Come già siamo venuti a conoscenza leggendo Atti 17,1-10, Paolo insieme a Timoteo e Sila (o Silvano) evangelizzano Tessalonica, l’attuale Salonicco, durante il secondo viaggio missionario. In breve tempo sorge una comunità, composta prevalentemente di credenti provenienti da paganesimo (cfr. 1Ts 1,9), così osteggiata però dai Giudei, che i missionari si vedono costretti ad andarsene. Paolo, preoccupato per aver lasciato la comunità esposta a tribolazioni, che avrebbero potuto eroderne la “giovane” fede, invia Timoteo. Quando al suo ritorno, l’Apostolo ‒ ormai giungo a Corinto ‒ viene a conoscenza della loro perseveranza, scrive la Prima lettera ai Tessalonicesi, nella quale eleva il suo profondo rendimento di grazie al Signore (1Ts 1,2-10) e manifesta il legame affettuoso ed intenso con loro. Siamo negli anni 50-51 e si tratta pertanto dello scritto più antico del Nuovo Testamento che ci sia pervenuto!

Nella prima parte della lettera (1Ts 2,1‒3,13) il ricordo dell’evangelizzazione è celebrazione della potenza della Parola annunciata che, quando è accolta, trasforma il cuore degli idolatri in credenti: è questo il “miracolo” accaduto a Tessalonica, il cui racconto che si diffonde diventa testimonianza per tutti i credenti della Macedonia. Sembra proprio di riascoltare, seppur con note leggermente differenti, la medesima melodia della “corsa della Parola” già narrata da Luca negli Atti degli Apostoli! Nella seconda parte della lettera (1Ts 4,1‒5,22), Paolo, dopo una breve sezione esortativa, affronta questioni plausibilmente aperte con i destinatari, relative al ritorno del Signore (la Sua parusia) e al destino dei defunti. Il linguaggio è apocalittico, forse per noi non di immediata comprensione; l’obiettivo della comunicazione dell’Apostolo è quello di rassicurare i credenti che «saremo sempre con il Signore» (1Ts 4,17) e di confortarli, garantendo che tale sorte sarà condivisa anche da coloro che sono già morti!

Il tema del «giorno del Signore» è uno di quelli ripresi anche nella Seconda lettera ai Tessalonicesi (cfr. in particolare in 2Ts 2,1-12), dopo quello delle tribolazioni, intensificate così tanto da risultare delle vere e proprie persecuzioni (2Ts 1,3-12), con cui esordisce lo scritto. Una sezione esortativa (2Ts 3,6-15) mette in guardia da comportamenti riprovevoli di alcuni all’interno della comunità. Non si capisce bene però chi siano tali soggetti né quali siano esattamente le condotte biasimate; così come neppure il precedente fraintendimento relativo alla parusia non è così chiaro: chi è quel “soggetto” che deve manifestarsi (cfr. 2Ts 2,3-12)? L’indeterminatezza dei diversi elementi, le indicazioni generiche rispetto al vissuto delle comunità, così come il carattere impersonale dello scritto, nonché un linguaggio atipico a confronto con le altre lettere di Paolo ha fatto propendere diversi studiosi nell’ipotizzare un caso di pseudoepigrafia, che ‒ come già abbiamo segnalato nella mail n. 22 del 06.05.2023 ‒ era un fenomeno piuttosto diffuso nell’antichità. Attribuire all’Apostolo tale lettera significava volerne rileggere il messaggio alla luce del nuovo contesto ecclesiale, rimanere ancorati alla sua testimonianza pur nella mutevolezza delle condizioni della vita dei credenti: così fondativa è la testimonianza apostolica che chiede all’accoglienza dei credenti unitamente la responsabilità di conservarla e trasmetterla integra e viva! In tale modo, come afferma la Dei Verbum (la Costituzione Apostolica del Concilio Vaticano II sulla Parola di Dio) la «Tradizione di origine apostolica progredisce nella Chiesa con l’assistenza dello Spirito Santo»… e raggiunge anche noi credenti di oggi che alla medesima Parola siamo “esposti” dalla lettura della Scrittura, perché ne possiamo sperimentare la potenza meravigliosa ancora in grado di trasformare il nostro cuore “pagano” in credente!

Buona lettura,

sr Anna Borghi

 

Prossime tappe: domenica 2 luglio dovremmo arrivare al termine della Seconda lettera ai Tessalonicesi, per passare poi, sino a sabato 8 luglio, alla Prima lettera a Timoteo.