Il Vangelo per la per la Chiesa e per il mondo
Le due Lettere a Timoteo – insieme con la Lettera a Tito – vengono chiamate, dal XVIII secolo, “lettere pastorali” sia perché sono indirizzate a responsabili di comunità cristiane sia perché offrono insegnamenti a tutti i credenti, ma con una particolare attenzione a chi, nella Chiesa, svolge un ministero pastorale.
Probabilmente hanno avuto un medesimo autore che, generalmente, si ritiene non sia stato direttamente Paolo, ma un suo discepolo, che avrebbe scritto negli ultimi anni della vita dell’apostolo, collaborando con lui, o anche più tardi, dopo la sua morte, forse integrando qualche breve scritto di Paolo. In questa prospettiva la datazione si può collocare tra gli anni 65-67 oppure negli anni 80-90.
Destinatario delle lettere è Timoteo, originario di Listra, uno dei più importanti e stimati collaboratori di Paolo sin dal secondo viaggio missionario (cfr. At 16,1-3). Basti ricordare ciò che Paolo dice di lui nella Lettera ai Filippesi: «Spero nel Signore Gesù di mandarvi presto Timoteo […] Non ho nessuno che condivida come lui i miei sentimenti e prenda sinceramente a cuore ciò che vi riguarda […]. Voi conoscete la buona prova da lui data, poiché ha servito il Vangelo insieme con me, come un figlio con il padre» (Fil 2.19-20-22).
La Prima lettera a Timoteo propone temi legati, in particolare, all’organizzazione della chiesa di Efeso. Timoteo è chiamato a difendere la verità del Vangelo di fronte ai falsi maestri (cfr. 1Tm 1,3-7; 4,1-7; 6,3-12), in quanto pastore deve educare i cristiani alla preghiera e alle opere buone (cfr. 1Tm 2,1-10) e a scegliere con prudenza i capi delle Chiese (cfr. 1Tm 3,1-13; 5,17-22). La lettera si presenta come un piccolo manuale per il pastore e rivela uno stile e un vocabolario a volte diversi dalle prime lettere di Paolo. Vi sono inseriti alcuni riferimenti alla storia personale di Paolo (cfr. 1Tm 1,3; 1,12-16; 3,14) ed è riportato un frammento che fa pensare alla citazione di un qualche antico inno cristiano (cfr. 1Tm 3,16). Tra i temi interessanti, anche il passaggio sulla vocazione universale alla salvezza (cfr. 1Tm 2,4).
La Seconda lettera a Timòteo si presenta come il testamento spirituale di Paolo, mentre si trova in carcere in attesa di essere condannato (cfr. 2Tm 1,17; 4,6-8.16-18). L’apostolo esprime la ferma convinzione di aver condotto la buona battaglia e di essere vicino a ricevere da Dio il giusto premio, ma nutre pure una certa trepidazione per il futuro della Chiesa, ancora agli inizi del suo cammino (cfr. 2Tm 2,8-10). Nel corpo della lettera, alcune esortazioni a una testimonianza coraggiosa (cfr. 2Tm 1,6-14; 2,1-13) si intrecciano a istruzioni pastorali e ad avvertimenti contro i falsi maestri (cfr. 2Tm 2,14-4,5).
Le due lettere a Timoteo costituiscono, quindi, un interessante punto di riferimento per comprendere, anche noi nostri tempi, il servizio che la Chiesa, fondata sul Vangelo di Gesù, può svolgere per l’intera comunità umana.
Buona continuazione
don Claudio Stercal
Prossime tappe: sabato 8 luglio dovremmo arrivare al termine della Prima lettera a Timoteo, per passare poi, sino a mercoledì 12 luglio, alla Seconda lettera a Timoteo.