Domenica dopo l’Ascensione
La forza del vangelo di Giovanni
Chi è abituato a seguire ogni giorno la liturgia ambrosiana si è accorto della continua presenza del vangelo di Giovanni. Ma anche chi mette piede in chiesa nelle domeniche che vanno dalla quaresima ad oggi, si sarà accorto di come sia “un po’ difficile” e “un po’ ripetitivo”. Così è…. il vangelo di Giovanni! Questo obbliga a non accontentarsi, incentivando un progressivo innalzamento della nostra vita secondo lo Spirito. Nessun antipatia per Marco, Matteo e Luca, ci mancherebbe! Guai se non ci fossero questi evangelisti ma, proprio perché la liturgia è il posto dove ci si nutre, prendiamo atto di questa opportunità, pur rispettando le celeberrime frasi: “Ma ancora Giovanni” oppure “Ma come sono lunghi ‘sti vangeli..”. Dopo il primo disagio ci potrebbe essere utile il pensiero: “E adesso cosa ci dirà il Signore?”. Forse perché il vangelo di Giovanni non va spiegato ma forse lasciato parlare, scoprendo dentro una parola, un verbo quell’affetto che Gesù va dimostrando per i suoi discepoli e per quelli che sarebbero arrivati! Un po’ di pazienza prima di leggere gli altri evangelisti.
Auguro a tutti di poter dire un giorno: “Che bello che oggi, caro Giovanni, ci sei tu a parlarci di quel Signore che tanto amavi e che tanto amava te!”.
Quando il Papa ti dà una mano
Quando desidero una lettura precisa, chiara e autorevole su aspetti della fede, vado a cercare testi o discorsi di Benedetto VXI, Papa emerito ma con una lucidità rara. Ecco sulla prossima festa di Pentecoste un intervento che ha tenuto ai giovani, durante la veglia della GMG di Sydney nel 2008. Essendo “corposa” la riflessione, la divido in due puntate e così mi faccio aiutare nel “Verso Emmaus”… dal Papa, che ringrazio e saluto.
Carissimi giovani,
Ancora una volta, questa sera, abbiamo udito la grande promessa di Cristo – “avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni fino agli estremi confini della terra”. Furono proprio queste le ultime parole che Gesù pronunciò prima della sua ascensione al cielo. Cosa abbiano provato gli Apostoli nell’udirle possiamo soltanto immaginarlo. Ma sappiamo che il loro profondo amore per Gesù e la loro fiducia nella sua parola li spinse a radunarsi e ad attendere; non ad attendere senza scopo, ma insieme, uniti nella preghiera, con le donne e con Maria nella sala superiore. Questa sera, io prego per voi e per i giovani di ogni parte del mondo. Accogliete nel vostro cuore e nella vostra mente i sette doni dello Spirito Santo! Riconoscete e credete nella potenza dello Spirito Santo nella vostra vita!
Questa sera fissiamo la nostra attenzione sul “come” diventare testimoni. Abbiamo bisogno di conoscere la persona dello Spirito Santo e la sua presenza vivificante nella nostra vita. Non è cosa facile! In effetti, la varietà di immagini che troviamo nella Scrittura a riguardo dello Spirito – vento, fuoco, soffio – sono un segno della nostra difficoltà ad esprimere su di lui una nostra comprensione articolata. E tuttavia sappiamo che è lo Spirito Santo che, benché silenzioso e invisibile, offre direzione e definizione alla nostra testimonianza su Gesù Cristo.
Voi già sapete che la nostra testimonianza cristiana è offerta ad un mondo che per molti aspetti è fragile. L’unità della creazione di Dio è indebolita da ferite che vanno in profondità, quando le relazioni sociali si rompono o quando lo spirito umano è quasi completamente schiacciato mediante lo sfruttamento e l’abuso delle persone. Di fatto, la società contemporanea subisce un processo di frammentazione a causa di un modo di pensare che è per natura sua di corta visione, perché trascura l’intero orizzonte della verità riguardo a Dio e riguardo a noi. Per sua natura il relativismo non riesce a vedere l’intero quadro. Ignora quegli stessi principi che ci rendono capaci di vivere e di crescere nell’unità, nell’ordine e nell’armonia.
Qual è la nostra risposta, come testimoni cristiani, a un mondo diviso e frammentato? L’unità e la riconciliazione non possono essere raggiunte mediante i nostri sforzi soltanto. Dio ci ha fatto l’uno per l’altro e soltanto in Dio e nella sua Chiesa possiamo trovare quell’unità che cerchiamo. Eppure, a fronte delle imperfezioni e delle delusioni sia individuali che istituzionali, noi siamo tentati a volte di costruire artificialmente una comunità “perfetta”. Non si tratta di una tentazione nuova. La storia della Chiesa contiene molti esempi di tentativi di aggirare o scavalcare le debolezze ed i fallimenti umani per creare un’unità perfetta, un’utopia spirituale.
Tali tentativi di costruire l’unità in realtà la minano! Separare lo Spirito Santo dal Cristo presente nella struttura istituzionale della Chiesa comprometterebbe l’unità della comunità cristiana, che è precisamente il dono dello Spirito! Ciò tradirebbe la natura della Chiesa quale Tempio vivo dello Spirito Santo. E’ lo Spirito infatti che guida la Chiesa sulla via della piena verità e la unifica nella comunione e nelle opere del ministero. Purtroppo la tentazione di “andare avanti da soli” persiste. Alcuni parlano della loro comunità locale come di un qualcosa di separato dalla cosiddetta Chiesa istituzionale, descrivendo la prima come flessibile ed aperta allo Spirito, e l’altra come rigida e priva dello Spirito.
L’unità appartiene all’essenza della Chiesa; è un dono che dobbiamo riconoscere e aver caro. Questa sera preghiamo per il nostro proposito di coltivare l’unità: di contribuire ad essa, di resistere ad ogni tentazione di andarcene via! Poiché è esattamente l’ampiezza, la vasta visione della nostra fede – solida ed insieme aperta, consistente e insieme dinamica, vera e tuttavia sempre protesa ad una conoscenza più profonda – che possiamo offrire al nostro mondo. Cari giovani, non è forse a causa della vostra fede che amici in difficoltà o alla ricerca di senso nella loro vita si sono rivolti a voi? Siate vigilanti! Sappiate ascoltare! Attraverso le dissonanze e le divisioni del mondo, potete voi udire la voce concorde dell’umanità? Dal bimbo derelitto di un campo nel Darfur ad un adolescente turbato, ad un genitore in ansia in una qualsiasi periferia, o forse proprio ora dalle profondità del vostro cuore, emerge il medesimo grido umano che anela ad un riconoscimento, ad un’appartenenza, all’unità. Chi soddisfa questo desiderio umano essenziale ad essere uno, ad essere immerso nella comunione, ad essere edificato, ad essere guidato alla verità? Lo Spirito Santo! Questo è il suo ruolo: portare a compimento l’opera di Cristo. Arricchiti dei doni dello Spirito, voi avrete la forza di andare oltre le visioni parziali, la precarietà fugace, per offrire la certezza della testimonianza cristiana!
Amici, quando recitiamo il Credo affermiamo: “Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita”. Lo “Spirito creatore” è la potenza di Dio che dà la vita a tutta la creazione ed è la fonte di vita nuova e abbondante in Cristo. Lo Spirito mantiene la Chiesa unita al suo Signore e fedele alla Tradizione apostolica. Egli è l’ispiratore delle Sacre Scritture e guida il Popolo di Dio alla pienezza della verità. In tutti questi modi lo Spirito è il “datore di vita”, che ci conduce al cuore stesso di Dio. Così, quanto più consentiamo allo Spirito di dirigerci, tanto maggiore sarà la nostra configurazione a Cristo e tanto più profonda la nostra immersione nella vita del Dio uno e trino.
Questa partecipazione alla natura stessa di Dio avviene, nello svolgersi dei quotidiani eventi della vita, in cui Egli è sempre presente. Vi sono momenti, tuttavia, nei quali possiamo essere tentati di ricercare un certo appagamento fuori di Dio. Gesù stesso chiese ai Dodici: “Forse anche voi volete andarvene?”. Un tale allontanamento magari offre l’illusione della libertà. Ma dove ci porta? Da chi possiamo noi andare? Nei nostri cuori, infatti, sappiamo che solo il Signore ha “parole di vita eterna”. L’allontanamento da lui è solo un futile tentativo di fuggire da noi stessi. Dio è con noi nella realtà della vita e non nella fantasia! Affrontare la realtà, non di sfuggirla: è questo ciò che noi cerchiamo! Perciò lo Spirito Santo con delicatezza, ma anche con risolutezza ci attira a ciò che è reale, a ciò che è durevole, a ciò che è vero. E’ lo Spirito che ci riporta alla comunione con la Trinità!
Lo Spirito Santo è stato in vari modi la Persona dimenticata della Santissima Trinità. Una chiara comprensione di lui sembra quasi fuori della nostra portata. E tuttavia quando ero ancora ragazzino, i miei genitori, come i vostri, mi insegnarono il segno della Croce e così giunsi presto a capire che c’è un Dio in tre Persone, e che la Trinità è al centro della fede e della vita cristiana. Quando crebbi in modo da avere una certa comprensione di Dio Padre e di Dio Figlio – i nomi significavano già parecchio – la mia comprensione della terza Persona della Trinità rimaneva molto carente. Perciò, da giovane sacerdote incaricato di insegnare teologia, decisi di studiare i testimoni eminenti dello Spirito nella storia della Chiesa. Fu in questo itinerario che mi ritrovai a leggere, tra gli altri, il grande sant’Agostino.
La sua comprensione dello Spirito Santo si sviluppò in modo graduale; fu una lotta. Da giovane aveva seguito il Manicheismo – uno di quei tentativi che ho menzionato prima, di creare un’utopia spirituale separando le cose dello spirito da quelle della carne. Di conseguenza, all’inizio egli era sospettoso di fronte all’insegnamento cristiano sull’incarnazione di Dio. E tuttavia la sua esperienza dell’amore di Dio presente nella Chiesa lo portò a cercarne la fonte nella vita del Dio uno e trino. Questo lo portò a tre particolari intuizioni sullo Spirito Santo come vincolo di unità all’interno della Santissima Trinità: unità come comunione, unità come amore durevole, unità come donante e dono. Queste tre intuizioni non sono soltanto teoriche. Esse aiutano a spiegare come opera lo Spirito. In un mondo in cui sia gli individui sia le comunità spesso soffrono dell’assenza di unità e di coesione, tali intuizioni ci aiutano a rimanere sintonizzati con lo Spirito e ad estendere e chiarire l’ambito della nostra testimonianza.
Segue…
Weekend 17-19 giugno a Castione della Presolana
Mentre si stanno riempiendo i posti per la proposta completa dal venerdì alla domenica, sta prendendo piede la possibilità di partecipare solo alla domenica 19 giugno: in fondo è una gita dove si trovano persone della mia parrocchia! Possibilità aperta a tutti.
Orario di ritrovo ore 9.15 e inizio della giornata con una breve meditazione di don Norberto e poi, seguendo lo schema sperimentato con i missionari, il dialogo in quella forma sinodale su cui la Chiesa si sta muovendo. Il pranzo insieme, il momento di gioco e la celebrazione della Messa vissuta con la dovuta calma in un clima favorevole, chiuderà la giornata. Necessario dare il nome per ovvi motivi organizzativi! Trovate i contatti sulla locandina già pubblicata ed esposta in bacheca.
Martedì 31 maggio in preghiera con Papa Francesco
Nella festa della Visitazione e a chiusura del mese di maggio, ci uniamo al rosario che Papa Francesco reciterà nella chiesa di santa Maria Maggiore alle ore 18 davanti alla statua fatta preparare da Benedetto XV nel corso della Prima guerra mondiale. Noi ci uniamo attraverso la Messa di orario.