25 dicembre 2023

Natale del Signore

Un augurio

Possa il Signore lasciare un segno di benevolenza, di pace, di consolazione, di aiuto, di sollievo, di affetto… tra le nostre case.
don Norberto, don Mauro, don Felice, don Saturnino, il diacono Dario


“Facciamo una preghierina?”

Davanti al presepio è normale fermarsi e ammirare. Si guarda come è fatto, il materiale scelto, l’ambientazione, la disposizione delle statuine, il movimento delle luci, il bianco delle stradine e il verde del muschio.
Ci si ferma davanti alla natività, da una parte la Madonna e dall’altra Giuseppe, poco dietro la mangiatoia con il bue e l’asino. Ci si accorge della stella cometa e, in lontananza dei magi; gli angeli hanno un loro posto per quella voce che, insieme alla luce, resero viva quella notte; e poi le pecore con il famoso “pastore dormiente”. Qualche volta si trova in lontananza il palazzo di Erode con le guardie. Il bambino verrà messo nei presepi delle chiese e delle case la notte di Natale così che si completa la scena.
La tradizione ha infine creato una infinita serie di personaggi con i loro diversi lavori, quasi a voler mettere “il mondo” attorno a quel bambino. Il presepio segue determinati canoni a cui tutti ci atteniamo e che unisce stili e creatività.
Potremmo solo precisare che, per completare il presepio ci vuole il segno della croce e la preghiera silenziosa. Quando riesco a fare questi segni “cristiani”, piano piano le statuine è come se sparissero lasciando spazio alla contemplazione del mistero di Dio fatto uomo. Intanto ci sono io con le preoccupazioni e le domande, con il bisogno di pace e il disagio davanti al dilagare della iniquità, con la presenza del dolore e la serenità dei giorni, con la fatica di pregare e le lacrime della commozione: sono lì davanti al presepio o, si può dire, dentro il presepio.
Può darsi che venga in mente una frase della nonna o di nostra madre che più o meno diceva così: “Diciamo insieme la preghierina”. Nei giorni che seguono il 25 dicembre, dopo tutta la fatica nel preparare il presepio, potrebbe essere il giusto momento di pregare guardando a quella capanna. Perché no?
E mentre prego ricordo i miei affetti, i miei familiari, i miei amici; e mentre prego mi unisco alla mia comunità di santo Stefano, quella di San Felice, quella di Novegro; e mentre prego viaggio nei luoghi terribili della terra; e mentre prego mi trovo nel Padre, nel Figlio, nello Spirito Santo: quanta roba!
Don Norberto


Il patrono santo Stefano

Celebrare la festa del santo patrono il giorno dopo il Natale credo che ponga molti problemi pratici in molte località che hanno santo Stefano come patrono, come noi.
Rimane però il valore di questo martire, il significato della sua sovrapposizione al crocifisso. Diamo la parola a Benedetto XVI durante l’Angelus nel dicembre 2007.

All’indomani del Natale, la liturgia ci fa celebrare la “nascita al cielo” del primo martire, santo Stefano. “Pieno di fede e di Spirito Santo”, egli fu scelto come diacono nella Comunità di Gerusalemme, insieme con altri sei discepoli di cultura greca. Con la forza che gli veniva da Dio, Stefano compiva numerosi miracoli ed annunciava nelle sinagoghe il Vangelo con “sapienza ispirata”. Fu lapidato alle porte della città e morì, come Gesù, invocando il perdono per i suoi uccisori.
Il legame profondo che unisce Cristo al suo primo martire Stefano è la Carità divina: lo stesso Amore che spinse il Figlio di Dio a spogliare se stesso e a farsi obbediente fino alla morte di croce, ha poi spinto gli Apostoli e i martiri a dare la vita per il Vangelo.
Bisogna sempre rimarcare questa caratteristica distintiva del martirio cristiano: esso è esclusivamente un atto d’amore, verso Dio e verso gli uomini, compresi i persecutori. Perciò noi oggi, nella santa Messa, preghiamo il Signore che ci insegni “ad amare anche i nostri nemici sull’esempio di [Stefano] che morendo pregò per i persecutori”.
Quanti figli e figlie della Chiesa nel corso dei secoli hanno seguito questo esempio! Dalla prima persecuzione a Gerusalemme a quelle degli imperatori romani, fino alle schiere dei martiri dei nostri tempi. Non di rado, infatti, anche oggi giungono notizie da varie parti del mondo di missionari, sacerdoti, vescovi, religiosi, religiose e fedeli laici perseguitati, imprigionati, torturati, privati della libertà o impediti nell’esercitarla perché discepoli di Cristo e apostoli del Vangelo; a volte si soffre e si muore anche per la comunione con la Chiesa universale e la fedeltà al Papa.
Nella Lettera Enciclica Spe salvi, ricordando l’esperienza del martire vietnamita Paolo Le-Bao-Thin (morto nel 1857), faccio notare che la sofferenza è trasformata in gioia mediante la forza della speranza che proviene dalla fede.
Il martire cristiano, come Cristo e mediante l’unione con Lui, “accetta nel suo intimo la croce, la morte e la trasforma in un’azione d’amore. Quello che dall’esterno è violenza brutale, dall’interno diventa un atto d’amore che si dona totalmente. La violenza così si trasforma in amore e quindi la morte in vita”. Il martire cristiano attualizza la vittoria dell’amore sull’odio e sulla morte”.
Benedetto XVI


Un poker

È bello che la liturgia ambrosiana faccia il poker di feste unendo Natale con Santo Stefano, San Giovanni Evangelista e i santi Innocenti. Quando poi una di queste feste cade in domenica, superano la stessa domenica e vengono valorizzati ancora di più.  Non c’è collegamento cronologico tra queste feste se non tra Natale e la festa dei bambini uccisi da Erode. A fronte di due feste con il colore bianco per la nascita di Gesù e per l’evangelista cantore del “Verbo che si è fatto carne e venne ad abitare tra di noi”, abbiamo il colore rosso per Stefano e per martiri innocenti. La luce con il buio, il dono con la cattiveria, l’offerta di sé e la violenza di chi vuole spegnere l’amore. Quattro feste in una, si potrebbe dire il mistero di morte e di resurrezione. Non perdiamo di vista questa ricchezza liturgica, mentre le tavole pian piano esauriranno le abbondanti portate di cibo preparate fin dalla vigilia di Natale.


Giornata della pace

Il 1° gennaio, da molti anni, si celebra la giornata della pace con un importante messaggio che il Papa rivolge alla Chiesa e al mondo. Il 2024, inizierà con le parole “Intelligenza artificiale e la pace”, argomento di delicata importanza perché oggi ci troviamo davanti ad un nuovo bivio pieno di prospettive ma anche pieno di incognite negative. Ce la faremo ad impedire un futuro pieno di paure?


Avvisi

  • Anche il “Ponte degli Specchietti” farà qualche giorno di vacanza: riprenderemo per l’Epifania.
  • Parrocchia santo Stefano: 26 dicembre, Festa del patrono, Messa alle ore 8.30 e alle 10.30 in forma solenne con l’accensione del “Farus” (il “pallone”) segno del martirio.
  • Santo Stefano: durante le vacanze natalizie sospendiamo la Messa del mercoledì alle ore 6.30; la Messa sarà alle ore 8.30.
  • San Felice: sospesa la messa delle ore 10; riprenderà domenica 7 gennaio 2024.
  • Domenica 31 dicembre: Messa serale con il canto del Te Deum.
  • Domenica 31 dicembre, alle ore 21 al cinema san Felice: proiezione del film “Napoleon” e brindisi.
  • Venerdì 5 gennaio 2024: veglia solenne della Epifania.

Un regalo alla tua parrocchia

Ecco gli estremi bancari per chi volesse offrire alla propria comunità l’offerta natalizia; in questo momento la parrocchia più in difficoltà è quella di Novegro.

  • Santo Stefano IBAN IT81J0306933590100000062301
  • San Felice IBAN IT61B0623020600000015018185
  • Novegro IBAN IT11B0311133590000000003000

Regalo alla Chiesa di Gerusalemme

Invieremo alla Chiesa di Gerusalemme, in occasione del Natale, almeno 1.000 euro per parrocchia come vicinanza alla Chiesa delle origini.