Quarta domenica dopo Pentecoste
La due giorni
Alla luce dell’esperienza positiva dello scorso anno, abbiamo rilanciato l’invito, aperto a tutti, per trascorrere insieme un fine settimana sulle montagne della bergamasca, a Lizzola, dalla sera di venerdì al primo pomeriggio di domenica. Si potrebbe dire che l’idea che sta alla base di questa proposta è quella, semplicissima, di offrire piccole “prove di fraternità”; come una sorta di esperimento per iniziare a vedere che la nostra comunità parrocchiale è ricca di tante sfaccettature e punti di luce. E così ci siamo ritrovati in poco più di 50 persone, fra adulti e bambini, a vivere un fine settimana insieme, in quel contesto paradossale che solo il cristianesimo sa regalare: sconosciuti, eppure fratelli.
Sconosciuti: molti di noi non si conoscevano, tanto è vero che ci siamo aiutati con dei “medaglioni” per facilitare la memorizzazione dei nomi. Eppure, fratelli: al servizio gli uni degli altri; svegliandosi al mattino presto per far trovare la colazione pronta per tutti; cucinando e lavando i piatti durante il proprio turno od organizzando i canti per la Messa. Una proposta di vita tanto semplice e quotidiana, quanto interessante e affascinante.
I momenti comuni, di preparazione e condivisione dei pasti, hanno favorito le occasioni di conoscenza reciproca o di approfondimento di quei rapporti già avviati. I momenti di svago come un grande gioco sul prato o una serata di karaoke hanno mostrato come sia bello divertirsi insieme, avendo 2 anni oppure 86! I momenti di riflessione, sia personale che comunitaria, sono stati occasione di scorgere dove, concretamente, iniziamo a vedere già i segni del Regno dei Cieli nel nostro tran-tran quotidiano.
Quello che resta, al lunedì mattina, è la gratitudine al Signore per averci resi partecipi di questa vita nuova che Lui ha portato dentro la nostra umanità, così fragile e imperfetta eppure, allo stesso tempo, così capace di bene e di bellezza; è il desiderio di aiutarci, nella semplicità delle nostre giornate, ad allenare il nostro sguardo per imparare sempre di più a cogliere i segni della Sua presenza fra noi; è la preghiera di renderci poveri per saper accogliere Lui.
Maria Isabella
Pascal, ma guarda!
La figura di Pascal l’avevamo valorizzata grazie a Camilla, ormai vicina a diventare medico, di cui sono padrino di battesimo. Chiesto a lei il motivo per cui continua ad andare alla messa mentre tanti suoi coetanei e coetanee non lo fanno, pur dichiarandosi cattolici, così mi rispondeva: “Sto nella scommessa di Pascal”. Si tratta grosso modo di questo: “Non possiamo sapere se Dio esiste o no, ma possiamo fare una scommessa. Se scommetti sulla possibilità dell’esistenza di Dio e scopri alla fine che Dio non esiste, hai passato una vita tendenzialmente buona; se invece scopri che Dio esiste lo riconoscerai e sarai nella gloria. Se scommetti invece che Dio non esiste, alla fine avrai passato una vita più o meno libertina ma, se avrai torto, avrai perso il paradiso”.
Ora il Papa a 400 anni dalla sua nascita scrive una lettera apostolica “Sublimitas et miseria hominis“. Qualche breve accenno…
Dice il Papa: Grandezza e miseria dell’uomo formano il paradosso che sta al centro della riflessione e del messaggio di Blaise Pascal, nato quattro secoli fa, il 19 giugno 1623, a Clermont, nella Francia centrale. Fin da bambino e per tutta la vita egli ha cercato la verità. Con la ragione ne ha rintracciato i segni, specialmente nei campi della matematica, della geometria, della fisica e della filosofia. Ha fatto precocemente scoperte straordinarie, tanto da raggiungere una fama notevole. Ma non si è fermato lì. In un secolo di grandi progressi in tanti campi della scienza, accompagnati da un crescente spirito di scetticismo filosofico e religioso, Blaise Pascal si è mostrato un infaticabile ricercatore del vero, che come tale rimane sempre “inquieto”, attratto da nuovi e ulteriori orizzonti. «Che cos’è un uomo nella natura? – si chiede Pascal – Un nulla rispetto all’infinito, un tutto rispetto al nulla».
A tale interrogativo, posto in un linguaggio così diverso da quello matematico e geometrico, Pascal non si è mai chiuso. Alla base di questo mi pare di poter riconoscere in lui un atteggiamento di fondo, che definirei “stupita apertura alla realtà”. Già questa espressione è un capolavoro! Prosegue il Papa ricordando il passaggio decisivo della sua vita:
Quattro secoli dopo la sua nascita, Pascal rimane per noi il compagno di strada che accompagna la nostra ricerca della vera felicità e, secondo il dono della fede, il nostro riconoscimento umile e gioioso del Signore morto e risorto. Il 23 novembre 1654, Pascal ha vissuto un’esperienza fortissima, di cui si parla fino ad oggi come della sua “Notte di fuoco”. Questa esperienza mistica, che gli fece versare lacrime di gioia, è stata così intensa e così determinante per lui che l’ha registrata su un pezzo di carta datato con precisione, il “Memoriale”, che egli aveva infilato nella fodera del suo mantello e che è stato scoperto solo dopo la sua morte. Se è impossibile sapere esattamente quale sia la natura di ciò che accadde nell’anima di Pascal quella notte, sembra trattarsi di un incontro di cui egli stesso ha riconosciuto l’analogia con quello, fondamentale in tutta la storia della rivelazione e della salvezza, vissuto da Mosè davanti al roveto ardente. Il termine «fuoco», che Pascal ha voluto collocare in testa al “Memoriale”, ci invita, con le debite proporzioni, a proporre tale accostamento. Il parallelismo sembra indicato da Pascal stesso che, immediatamente dopo l’evocazione del fuoco, ha ripreso il titolo che il Signore si era dato davanti a Mosè: «Dio di Abramo, Dio di Isacco, Dio di Giacobbe», aggiungendo: «non dei filosofi e dei sapienti. Certezza, sensazione, gioia, pace. Dio di Gesù Cristo».
Blaise Pascal, al termine della sua vita breve ma di una ricchezza e fecondità straordinarie, aveva messo l’amore dei fratelli al primo posto. . Essendo molto malato e sul punto di morire, chiede di comunicarsi ma questo non avviene immediatamente. Allora domanda alla sorella: «Non potendo comunicare nel capo [Gesù Cristo], vorrei comunicare nelle membra». E «aveva un gran desiderio di morire in compagnia dei poveri». «Muore nella semplicità di un bambino», si dice di lui poco prima del suo ultimo respiro, il 19 agosto 1662.
Possano la sua opera luminosa e gli esempi della sua vita, così profondamente battezzata in Gesù Cristo, aiutarci a percorrere sino alla fine il cammino della verità, della conversione e della carità. Perché la vita di un uomo è tanto breve: «Eternamente nella gioia per un giorno di prova sulla terra».
Papa Francesco
Parrocchia di Santo Stefano – San Felice – Novegro
Orario estivo delle Messe dal 2 luglio al 27 agosto compresi
Sabato
- Santo Stefano: ore 18
- San Felice: ore 18.30
Domenica
- Santo Stefano: ore 8.30 – 10.30 – 18
- San Felice: ore 10 – 18.30
- Novegro: ore 9.30 (in agosto sospesa)
Giorni feriali
- Santo Stefano
- lunedì: ore 8.30
- martedì: ore 18
- mercoledì: ore 8.30
- giovedì: ore 18
- venerdì: ore 8.30
- San Felice
- lunedì: ore 18.30
- martedì: ore 9
- mercoledì: ore 18.30
- giovedì: ore 9
- venerdì: ore 18.30
Pellegrinaggio in settembre e in ottobre
Martedì 5 settembre 2023
Santuario Monte Berico (Vicenza) e Santuario di Chiampo
Quota individuale 45.00 euro (bus – pranzo) – possibilità di pranzo al sacco
Informazioni e iscrizioni; Enza 335 75 71 786 (entro 30 luglio)
26 – 28 ottobre 2023 Umbria
Assisi – Cascia / Roccaporena – Gubbio
Quota individuale 360.00 euro per gruppo da 35/40 persone
Acconto (150.00 euro) entro fine agosto; saldo entro 30 settembre.
Informazioni e iscrizioni: Enza 335 75 71 786
Domenica 10 settembre ore 11.30 Anniversari di matrimonio
Chi ricorda nel 2023 un momento di vita insieme è invitato a celebrarlo nella festa di san Rocco Dare il proprio nominativo in segreteria o scrivere e-mail all’indirizzo in prima pagina.
Questo è il ventiquattresimo numero del Ponte degli specchietti nel 2023. Quattro numeri furono stampati nel 2022 perché tutto iniziò la prima domenica di dicembre. Molte parole scritte al fine di comunicare aspetti della vita di tre comunità parrocchiali che hanno un parroco, due preti, un diacono… Il foglio informatore “Il ponte degli specchietti” va in vacanza… ma rimane il ponte degli specchietti su cui continueremo a transitare! Siano giorni di “stacco” per tutti.