Pentecose
Quanto “ben di Dio”!
Si cerca di dare più importanza al tempo pasquale che si conclude oggi con la Pentecoste. Ci si chiede: perché si valorizza soprattutto l’Avvento che porta al Natale o la Quaresima che porta al Triduo? E il tempo pasquale? Perché quel periodo, che fa eco al grido della resurrezione, viene lasciato… in seconda fila?
La pratica cristiana colloca in questo tempo la celebrazione di diversi sacramenti quasi che, con l’arrivo della stagione primaverile, questi momenti siano più adeguati. Se rimaniamo invece sul “senso dell’eco della Pasqua”, ci rendiamo conto che questo è proprio il tempo giusto per vivere i gesti in cui incontrare la presenza viva del Signore risorto.
La ricchezza poi della liturgia, anche con il vangelo di Giovanni “che ci perseguita” – credo personalmente che questo vangelo letto e riletto nella liturgia ambrosiana sia un dono straordinario! – , ci porta sempre all’interno di un mistero senza fondo e che ci lascia senza parole.
Comunque sia, sono stati 50 giorni intensi, in cui abbiamo immerso nel fonte battesimale ventiquattro bambini; abbiamo portato alla Comunione a Santo Stefano (in quattro turni) ottanta ragazzi; a Novegro invece sono stati dodici i bambini accompagnati alla Comunione e undici i ragazzi che hanno ricevuto la Cresima; anche cinquanta ragazzi di San Felice si sono accostati alla Cresima mentre proprio oggi, nella festa della Pentecoste, ventotto sono i ragazzi che hanno fatto la loro Prima Comunione.
Diversi sono stati i momenti per vivere il sacramento della Confessione a cui sono giunte parecchie persone, mentre due sono stati i matrimoni celebrati, anche se molti di più sono i “fidanzati” accompagnati e preparati per altre località dove vivranno il rito.
Giorni intensi per la preparazione, i ritiri, gli incontri che ha impegnato noi preti, catechiste, équipe battesimale.
A fronte di questo sono stati otto i defunti in questi due mesi. Non dimentichiamo infine il momento che ha raccolto persone per il rosario serale, offrendo un incontro nella preghiera.
Quanto “ben di Dio” si potrebbe dire tenendo conto della Grazia che è passata nei sacramenti pasquali… Se vogliamo dirla tutta, forse non abbiamo ancora questa percezione del periodo pasquale come popolo di Dio ma… va bene così: è un cammino ancora da percorrere per una Chiesa che cerca di valorizzare i “tesori di famiglia” racchiusi nella potenza della Pasqua! Interessante chiudere con una espressione di san Efrem il Siro che in un suo inno così si esprime:
Fuoco e Spirito
sono nel grembo di lei che ti ha partorito.
Fuoco e Spirito
sono nel fiume in cui sei stato battezzato.
Fuoco e Spirito sono nel nostro battesimo,
e nel pane e nel calice
sono fuoco e Spirito Santo.
Un saluto al “Regina cœli”
Prima di essere il carcere di Roma il “Regina cœli” è un antifona gregoriana che suggerisce un senso di gioia davanti alla resurrezione. Questa… la sanno tutti anche se è in latino. Ora, al termine del tempo pasquale, la salutiamo!
Regína cœli laetáre, allelúia.
Quia quem merúisti portáre, allelúia.
Resurréxit, sicut dixit, allelúia.
Ora pro nobis Deum, allelúia.
Regina dei cieli, rallegrati, alleluia.
Cristo, che hai portato nel grembo, alleluia,
è risorto, come aveva promesso, alleluia.
Prega il Signore per noi, alleluia.
don Norberto
A proposito del “timor di Dio”
Visto che è un dono dello Spirito Santo, proviamo a chiarire meglio, il valore del “santo timor di Dio”, aiutati dagli scritti del cardinal Martini che, nel piano pastorale del 1997 “Tre racconti dello Spirito”, si esprime sinteticamente così. è in questa lettera la celebre frase che suona sempre piena di luce e di aria fresca: “Lo Spirito c’è, opera dappertutto, c’è e opera prima di noi, meglio di noi, più di noi”. Si potrà anche intuire il valore del “peccato contro lo Spirito Santo.
A Carlo Maria Martini la parola:
“Dalla speranza teologale deriva il timor di Dio: esso nasce dalla consapevolezza di doversi misurare non solo col corto orizzonte delle cose che passano, ma con l’orizzonte ultimo e definitivo della vita eterna che non passa. Il timor di Dio è allora l’atteggiamento che ci fa vivere costantemente sotto lo sguardo del Signore, preoccupati di piacere a Lui piuttosto che agli uomini. Dio che ti guarda è sì il Dio giudice, ma questa espressione va ben capita, perché non ha nulla a che vedere con una sorta di occhio maligno o severo puntato su di te solo per coglierti in fallo: si tratta del Dio Padre che ti conosce e ti ama come nessun altro e vuole per te il bene vero. Agire come a Lui piace è allora per te il bene più grande, la consolazione più profonda, anche quando nel momento dovesse costarti. Il timore di Dio è un timore filiale, reverente, affettuoso, che teme soprattutto di dispiacere al cuore del Padre.
Una comunità che vive nel timore di Dio evita ogni logica umana di potere e di successo, diffida della mondanità che continuamente tenta i discepoli del Signore, non fa calcoli per vincere o affermarsi a danno di altri, ma ha come solo scopo quello di seguire Gesù che in tutto ha fatto la volontà del Padre, anche quando ciò dovesse significare abbracciare la sua Croce e seguirlo nella sua passione. Sii una comunità che vive sotto lo sguardo di Dio, desiderosa di piacere in tutto a lui solo, e perciò vigile ed operosa nel timore del Suo santo nome, libera da calcoli e valutazioni solo mondane!
Il peccato contro lo Spirito Santo
Occorre insomma riconoscere lo Spirito, che soffia dove vuole, dovunque egli soffi, senza rigidezze e sclerotizzazioni, senza pregiudizi e forzature, senza chiusure ed indebite assolutizzazioni della propria appartenenza, anche dell’appartenenza al corpo visibile della Chiesa cattolica: “Dove c’è lo Spirito del Signore c’è libertà”.
Lo Spirito c’è, opera dappertutto, c’è e opera prima di noi, meglio di noi, più di noi. Una delle tentazioni più sottili e perfide del Maligno è quella di farci dimenticare la presenza dello Spirito, di farci cadere nella tristezza come se Dio ci avesse abbandonato in un mondo cattivo, con il quale lottiamo ad armi impari, perché l’indifferenza, l’egoismo e la dimenticanza di Dio hanno a poco a poco il sopravvento. è questo un grave peccato “contro lo Spirito santo” (cf. Mt 12,31), che nega in pratica la sua forza e la sua capacità pervasiva, la sua penetrazione come vento e come soffio in tutti i meandri della storia. Al contrario, la fiducia nel Signore promuove un discernimento realistico sulle condizioni positive e negative della fede nel nostro mondo, senza indulgere né a vuoti ottimismi né a sterili pessimismi. Lo Spirito santo fa intravvedere quella rete di relazioni di amore che lui sta formando nel mondo e che è riflesso di quella rete di relazioni di amore che è la Trinità santa”.
Appuntamenti e avvisi
Martedì 30 maggio a Novegro
Alle ore 20.45: ultimo rosario con anche i ragazzi del catechismo e le loro famiglie davanti alla statua della Madonna presente nel cortile della parrocchia di Novegro.
Mercoledì 31 maggio a Santo Stefano
Alle ore 21.15, nella chiesa di Santo Stefano: concerto su “Maria ancilla Domini” con il coro della parrocchia; percorso di meditazione attraverso vari stili della musica sacra.
A Santo Stefano, per tutto il mese di giugno, la messa del giovedì sarà alle ore 20.45.
In luglio orario estivo delle messe domenicali.
Mercoledì 31 maggio a San Felice
ore 20.45 a chiusura del mese di maggio, Santa Messa nella festa della visitazione di Maria ad Elisabetta (sospesa la messa delle 18.30)
Dal 2 al 6 giugno
Pellegrinaggio in Polonia: Cracovia, Częstochowa, Auschwitz – Birkenau – Wadowice, Cracovia
Il “post Mission” inizia
Incontro con chi desidera precisare il futuro delle nostre comunità di Segrate.
Chi ha percepito il favorevole momento offerto dalla “Mission Segrate” … venga, si esprima, pensi insieme, si lasci guidare dallo Spirito Santo.
Appuntamento:
Mercoledì 14 giugno ore 21 – oratorio santo Stefano