Carissimi,
oggi dovremmo essere arrivati al capitolo quattordicesimo del Vangelo di Giovanni.
Col capitolo tredicesimo è iniziata la sezione del Vangelo che solitamente viene denominata “discorsi di addio”. È una sezione che si trova solo in questo Vangelo, anche se in Lc 22,21-38 vi sono alcuni brevi passi simili.
Il famoso biblista tedesco Rudolf Schnackenburg (Katowice 1914 – Würzburg 2002) – considerato da Joseph Ratzinger come «il più significativo esegeta cattolico di lingua tedesca della seconda metà del XX secolo» – presentava così il senso di questi capitoli: «Il “discorso di commiato giovanneo” – in particolare il capitolo 14 – è volto a motivare la permanente comunione dei discepoli (e di tutti i credenti) con Gesù nonostante la separazione imminente e a rafforzare la futura comunità nella sua esistenza di fede. Esso anticipa il ritorno di Gesù dopo la pasqua e la successiva inscindibile comunione con lui mediante lo Spirito, superando già così la cesura provocata dalla passione e dal suo abbandono di questo mondo. Proprio perciò assolve una funzione insostituibile per il successivo racconto della passione: l’oscurità di questo evento è illuminata già in anticipo e ne viene attenuata la tremenda impressione. La passione giovannea è in realtà una narrazione della vittoria di Gesù e del completamento della sua opera» (R. Schnackenburg, Il vangelo di Giovanni. Parte terza, Paideia, Brescia 1981, p. 15).
Nel 1962, Romano Guardini (Verona 1885 – Monaco di Baviera 1968) aveva introdotto una sua riflessione su questi capitoli del Vangelo di Giovanni precisando che segnano «la conclusione di una vita in comune [tra Gesù e i suoi] che non fu molto lunga, ma che fu colma di una infinita pienezza. Gesù prende congedo, dice addio ai suoi discepoli». Egli lo fa come «maestro e Signore (cfr. Gv 13,13) che solo sa ed ha autorità, anzi come colui che può dire di se stesso: “Io sono la via, la verità e la vita” (Gv 14,6). Egli ha dato una risposta al più importante di tutti gli interrogativi umani: l’interrogativo che si chiede come Dio sia disposto nei nostri confronti. […] Egli ha chiamato amore questa disposizione divina. […] La vita di Gesù non è che un unico commento a questa affermazione» (R. Guardini, Il messaggio di San Giovanni, Morcelliana, Brescia 1972, pp. 14-15).
Un buon invito alla nostra attenta lettura.
d. Claudio Stercal