10 maggio 2020

Domenica Quinta di Pasqua

“Prima l’uovo o prima la gallina?”: Eterno dilemma. “Prima amare Dio o prima osservare i comandamenti”, potrebbe essere lo stesso dilemma ma… potrebbe solo!

Se fossimo in una categoria umana: “Prima fai i compiti e poi vedi la televisione”, “Prima fai il tuo dovere e poi vai a giocare”. Queste e altre frasi analoghe le abbiamo sentite e risentite e credo che, dal punto di vista educativo, non ci sono molte altre strade. Certo: “Prima studia e poi avrai la maturità o la laurea”.

Ma siamo su categorie umane dove la logica è questa, ma nel vangelo non funziona solo così. Infatti, prima ama e poi ti accorgerai di osservare i Suoi comandamenti. Prima fa’ un gesto puro e libero, un segno di apertura di amore verso Dio e poi vedrai che… “ti verrà voglia” di stare nei comandamenti perché smetteranno di essere dei doveri. Succederà anche che a valanga arriverà Dio stesso, il Padre, il Figlio, come un fiume in piena, non perché travolga ciò che trova sulla sua strada, ma perché è l’esagerazione dell’Amore.

Forte il “Verremo, prenderemo dimora”! Riflettendo in questo mese di maggio su Maria potremmo dire che… Dio ha già fatto così in Maria. Cosa è stata l’Annunciazione se non ciò che oggi si sente nel Vangelo? In Maria questo è successo appena lei ha detto: “Certo, non aspettavo altro”!

Sembra poi che Gesù voglia far parte anche ai discepoli di quello che lui ha: l’amore per il Padre. Quante volte il verbo “amare” passa in queste poche righe! Certo, siamo nel vangelo di Giovanni, e allora si capisce tutto.

Immagino proprio che la vita del cristiano si misuri dal fatto che non mi interessa più dover fare qualche cosa per Dio o fare tanti gesti a nome suo, con quel carico di dovere e di fatica che ben sappiamo. È come se mi venga spontaneo amarlo, sentire il suo Spirito su di me (sempre il simpatico “lo Spirito Santo scenderà su di te…”), volergli bene e percepire la bellezza della sua Parola e di quello che mi chiede, in nome dell’Amore. Una vita cristiana senza il dovere o meglio dove il dovere è mischiato dal “perché ti amo”: spettacolo! Chi ama ed è amato non fa più per dovere, certo fa ogni cosa con fatica (rimane la fatica) ma tutto… per ringraziamento, per restituire amore.

La garanzia che tutto quello che viene detto nel Vangelo è vero sta, ancora una volta, nella Resurrezione, nella Pasqua numero 5 (che non corrisponde al numero di pasta per gli spaghetti!): la Quinta domenica di Pasqua. Infatti, noi non siamo stupidi, non usiamo il “dopo” per le domeniche nel tempo pasquale (siamo al 10 maggio e questa data viene dopo il 12 aprile), usiamo il “di” Pasqua.

Poiché ha vinto sul possesso, sul male, sull’ego, unicamente “per Amore”, le parole raccontate dal vangelo di Giovanni sono semplicemente…vere! Per questo ci interessa invocare quel “per Amore” che è sinonimo di “Spirito Santo”. Lo abbiamo già ricevuto “da molto tempo” eppure non si è mai sazi di quel prodotto (mi scusi il Buon Dio se rischia di stare tra gli scaffali di un supermercato).

C’è da ubriacarsi davanti a cosa sono capace di fare… “Quelli” (con la Q maiuscola non c’è il pericolo di confonderli con altre persone!

don Norberto