17 maggio 2020

Domenica Sesta di Pasqua

È l’ultima predica o “quasi predica” che faccio in questo modo. Con domenica 24 maggio si torna “dal vivo”. Era la seconda domenica di quaresima, la domenica della mia amica Samaritana, quando mi ero fatto uno scrupolo: “Adesso che non c’è da celebrare la Messa della domenica posso anche non preparare la predica e andare in vacanza”. Ma mi sono poi detto: “Che domenica scialba se non passo nella Parola di Dio per poi filtrare, come un colino da cucina, qualche spunto alla mia gente…”. E così è nato questo modo di comunicare.
C’era poi il problema di come comunicare la Parola di Dio. Fare la predica senza gente era come parlare da solo… come i matti! Chi poi avrebbe letto un lungo “papier” senza la mia gestualità e la mia faccia? Ho optato per una “quasi predica”, cercando di ovviare a queste reali condizioni, con uno stile “leggero” e talvolta “scanzonato”.
Immagino che almeno cinque lettori o lettrici abbiano usufruito di queste righe (i famosi “quattro gatti” che non sono bestie e non sono una cinquina!). D’altra parte, non era una predica… ma una “quasi predica”. Ora non ha più senso e quindi: stop, anche questa rubrica va in… quarantena!

Il Vangelo di questa domenica, che introduce la solennità dell’Ascensione che si celebra giovedì 21 maggio, mi viene in aiuto. Si parla del Paraclito che, guarda caso: “Vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà di tutto ciò che vi ho detto“.

Che problema abbiamo di prediche, di spiegazione della Parola di Dio, di cercare “campo”, di connessione, quando ci sarà lo Spirito Santo? Le realtà di Dio passano certamente attraverso canali umani, quali il contatto fisico o, in tempi di epidemia, attraverso la fibra ottica… ma, di per sé, lo Spirito Santo arriva meglio e in modo adeguato. Per entrare nelle cose di Dio ci vuole il “traduttore” divino che è lo Spirito Santo. Non mi dilungo, se no rischio che l’ultima “quasi predica” sia più lunga della Messa!

Certo “verrà”, “vi ricorderà” si usa più volte il futuro. Credo che occorra intendersi. Quando Gesù parla nell’ultima cena intende che tra poco, in futuro (noi sappiamo dopo la sua morte) arriverà questo Spirito nella Pentecoste. Per noi, che senso ha la frase che parla di futuro? Quanto tempo prima che questo accada? Ma se lo Spirito lo abbiamo già ricevuto al Battesimo, alla Cresima e in ogni Sacramento, che significa che “verrà, ricorderà”?

Mi sono fatto questa “pensata”: noi umani possiamo solo avere il passato e il presente mentre il futuro non lo possiamo vivere, perche – giochino di parole – se vivessimo il futuro saremmo… nel presente :-). Il futuro usato da Gesù va intenso in questo modo, a mio parere: “Lo Spirito non è vostro, non lo possedete, non lo governate, non lo comandate… come il futuro nel verbo”!

Conclusione: non cercate di capire perché non potrete farlo; non cercate di comportarvi bene, tanto non ce la farete; non cercate di sapere come Dio farà, perché è impossibile! Però, state certi che, se lo vorrete, lo Spirito Santo che non avete per nulla (come non possedete il futuro), vi porterà a comprendere e a vivere i segreti di Dio! Quindi un invito a lasciare che sia il Paraclito a parlarci (e come parla!) e a portaci nella bellissima realtà di Dio.

Ora stop… questa rubrica saluta!

don Norberto