Cinquanta passi verso Pentecoste
40º passo: RICORDARE
Giovedì 25 maggio
Testi della messa: Ct 6,1-2; 8,13 Sal 44(45) Rm 5,1-5 Gv 15,18-21
“Una riga”: Venga il tuo Spirito e ci trasformi interiormente con i suoi doni; crei in noi un cuore nuovo perchè possiamo conformarci alla tua volontà (orazione)
Ancora una richiesta interessante che l’orazione liturgica innalza a Dio. Lo Spirito può solo interiormente lavorare, proprio là dove si muovono i meccanismi della nostra mentalità e dove, senza che noi lo sappiamo il Maligno cuce e ricuce, lavora alla grande!
Con un cuore ricostruito o meglio “nuovo”, ripiantato, il nostro organismo e la nostra volontà si adeguano ad un differente modo di essere e di agire. La nostra morale diventa impregnata di quello Spirito che ci viene dato per compere azioni “secondo Dio”, quindi vere e diverse da “ciò che passa il convento”.
* Con i sette doni si ricostruisce la nostra personalità in una cornice fraterna.
Quarantesimo passo: Ricordare
Nella messa: Il Signore Gesù disse ai suoi discepoli: “Se il mondo vi odi, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo,ma vi ho scelti io dal mondo,per questo il mondo vi odia. Ricordatevi della parola che vi ho detto: “Un servo non è più grande del suo padrone”. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra. Ma faranno a voi tutto questo a causa del mio nome, perché non conoscono colui che mi ha mandato”. (Gv 15,18-21)
Preghiera di chiusura
Venga il tuo Spirito,
o Padre, e ci trasformi interiormente con i suoi doni;
crei in noi un cuore nuovo perché possiamo conformarci alla tua volontà.
Per Gesù Cristo,
tuo Figlio, nostro Signore e nostro Dio, che vive e regna con te,
nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.
- Giorno radioso e atteso! Tu, sola nostra speranza, varchi, Gesù Signore, i cieli impenetrabili.
- Ti guardano i discepoli salire in alto su lucente nube; si dischiude la porta della vita, serrata dal primo peccato.
- Al cospetto del Padre splendono le ferite, fonti perenni di pace e vittoria sul Principe oscuro del mondo.
- O della nostra stirpe inaridita intatto e fresco virgulto, tu che morte vivifica ha reciso, fiorisci ormai nell’eterno giardino.
- Al cielo fai ritorno, ma desolata non lasci la terra: dei pellegrini e dei cori beati sei comune letizia.
- Gesù, fratello, a te la nostra lode, che queste fragili membra hai fino alla gloria esaltato dell’inaccessibile Dio.
- A te, che trionfante ascendi, o Cristo, si elevi il nostro canto con il Padre e lo Spirito negli infiniti secoli. Amen.