10 dicembre 2023

Quinta domenica di Avvento: il Precursore

In questo numero diamo importanza al discorso fatto alla città dal Vescovo Mario il 6 dicembre in occasione della festa di sant’Ambrogio. Occasione per un pensiero rivolto alle autorità civiche.
Il richiamo liturgico ha lasciato poi lo spazio ad altri momenti celebrativi quali, la Fiera degli Oh Bej! Oh Bej! e la Prima della Scala con le tradizioni e le polemiche di rito.
Segnaliamo l’introduzione e la conclusione del suo messaggio che invita alla fiducia a partire dalla figura di don Abbondio, invitando a leggere il testo o vedere il video attraverso il sito della diocesi. Ecco le parole del Vescovo Delpini.


All’inizio

La mediocrità e la viltà possono essere giustificate e raccomandate come una forma di prudenza, come una pratica di realismo, come un consiglio per il quieto vivere.
La figura di don Abbondio nel romanzo I promessi sposi, nel dialogo imbarazzante con il cardinal Federigo, giustifica il proprio comportamento nell’esercizio del suo ministero di parroco e nella sua responsabilità pubblica: «Torno a dire, monsignore rispose adunque che avrò torto io… Il coraggio, uno non se lo può dare».
Noi celebriamo la festa di sant’Ambrogio, patrono della Chiesa Ambrosiana, della città di Milano e della Regione Lombardia, e considerando la sua vita cerchiamo ispirazione per reagire alla mediocrità e alla rassegnazione.
Sentiamo la responsabilità di essere persone fiduciose nell’esercizio dei compiti che ci sono stati affidati e sentiamo il dovere di prenderci cura di quel bene comune che è la fiducia.
Mentre don Abbondio crede di essere saggio pensando che il coraggio, uno non se lo può dare, specie in un contesto difficile di prepotenze, ingiustizie impunite, inaffidabilità delle istituzioni, noi crediamo che sia saggio darsi ragioni e condizioni per avere coraggio e praticare la fiducia.
Per una comunità, per una città, per un Paese la fiducia è una condizione irrinunciabile per una coesistenza pacifica delle persone, delle culture, delle religioni. La fiducia è un atteggiamento necessario per affrontare le sfide di oggi e per andare verso il futuro. La fiducia è l’antidoto desiderabile per contrastare il declino della nostra civiltà. La fiducia è il rimedio all’epidemia della paura…

In conclusione

Per ritornare alle pagine di Manzoni, ci può ispirare l’atto di compassione e di generosità di Renzo, fuggiasco:
«Nell’uscire, vide, accanto alla porta, che quasi v’inciampava, sdraiate in terra, più che sedute, due donne, una attempata, un’altra più giovine, con un bambino… e ritto, vicino a loro, un uomo.
Tutt’e tre stesero la mano verso colui [Renzo] che usciva [dall’osteria] con passo franco, e con l’aspetto rianimato: nessuno parlò. «La c’è la Provvidenza!» disse Renzo; e, cacciata subito la mano in tasca, la votò di quei pochi soldi; li mise nella mano che si trovò più vicina, e riprese la sua strada.
La refezione e l’opera buona (giacché siam composti di anima e di corpo) avevan riconfortati e rallegrati tutti i suoi pensieri. Certo, dall’essersi così spogliato degli ultimi danari, gli era venuto più di confidenza per l’avvenire, che non gliene avrebbe dato il ritrovarne dieci volte tanti.
Perché, se a sostenere in quel giorno que’ poverini che mancavano sulla strada, la provvidenza aveva tenuti in serbo proprio gli ultimi quattrini di un estraneo, fuggitivo, incerto anche lui del come vivrebbe; chi poteva credere che volesse poi lasciare in secco colui del quale s’era servita a ciò, e a cui aveva dato un sentimento così vivo di sé stessa, così efficace, così risoluto?».
Vale la pena di ascoltare ancora la parola programmatica con cui san Giovanni Paolo II ha inaugurato il suo pontificato:
«Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo! Alla sua salvatrice potestà aprite i confini degli Stati, i sistemi economici come quelli politici, i vasti campi di cultura, di civiltà, di sviluppo. Non abbiate paura! Cristo sa “cosa è dentro l’uomo”. Solo lui lo sa!
In conclusione, riconosciamo che la fiducia è la virtù doverosa di coloro che interpretano la vita come una vocazione. È un dovere per noi tutti e in modo speciale per coloro che hanno responsabilità per il bene comune.
La fiducia è un dono che chiede di essere reciprocamente offerto. Significa: volgere lo sguardo con benevolenza verso l’altro. Fidarsi, avvicinandosi all’altro, mettere nelle mani dell’altro la propria speranza. Esprimere gratitudine, credere alla promessa che l’altro è per te».
E io ringrazio tutti voi che siete qui presenti e tutti coloro che voi rappresentate, e ci sentiamo uniti nel dire: «Eccoci, noi ci facciamo avanti. Saremo seminatori di fiducia!».
Mario Delpini

Qui è possibile leggere il testo integrale del discorso e qui è possibile vedere il video.


Ancora la Madonna

La domenica che precede il Natale acquista per noi di rito ambrosiano una speciale caratteristica: è la domenica dell’Incarnazione, detta anche della Divina maternità della vergine Maria.
Domenica 17 dicembre, quasi inizio della novena di Natale, troviamo lei. Al centro il figlio e, nello stesso centro, la madre: un tutt’uno!
Se con il Natale si vede Maria a lato in adorazione, qui la guardiamo al centro, quasi che Gesù ce la indica per la sua bellezza.  Possiamo dire che questa è la festa più importante che la liturgia dedica a lei. Come sempre l’eucologia, soprattutto nel prefazio della Messa, esalta questo mistero fuori dal comune.
«È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, celebrare il mistero della beata vergine Maria che, accogliendo con fede illibata l’annunzio dell’angelo, concepì il tuo Verbo, rivestendolo di carne mortale; nell’esiguità del suo grembo racchiuse il Signore dei cieli e il Salvatore del mondo e per noi lo diede alla luce, serbando intatta l’integrità verginale.
Stupiti e gioiosi per questo prodigio, uniti agli angeli e ai santi, eleviamo a te, Padre, unico onnipotente Dio col Figlio e con lo Spirito Santo, l’inno della tua lode».
La Madonna possiede così una ricchezza senza paragoni che sa rimanere in una icona, in una immagine o in una statuina di gesso.
Ave Maria!


ORARI DELLE MESSE NATALIZIE

Domenica 24 dicembre

  • A Novegro: ore 10
  • A santo Stefano: ore 8.30 e 10.30
    ore 18: Messa della vigilia di Natale
    ore 24: Messa della notte
  • A San Felice: ore 11.30 (sospesa la Messa delle ore 10)
    ore 17: Messa della vigilia di Natale
    ore 23: Messa della notte

Lunedì 25 dicembre – Natale

  • A Novegro: ore 10
  • A santo Stefano: ore 8.30 – 10 – 11.30 – 18
  • A San Felice: ore 11.30 – 18.30

Martedì 26 dicembre – santo Stefano

  • A santo Stefano: ore 8.30 e 10.30 (solenne)
  • A San Felice: ore 18.30

“Aspettando Natale”

Domenica 17 dicembre, alle ore 18 a Novegro

Concerto natalizio con coro italo-filippino  della parrocchia di Novegro


Celebrazione penitenziale cittadina: venerdì 15 dicembre 2023

alle ore 21 nella chiesa del Villaggio Ambrosiano

In quella serata saranno presenti tutti preti della città per permettere di accostarsi al Sacramento del perdono. Invito a vivere questo momento come segno della comunità cittadina che mette al centro il peccato e l’opera di Dio. Una Chiesa che si apre affermando la priorità vincente del perdono.