VENERDI’ 10 maggio
Ventinovesimo punto
Letture – Ct 2,17-3,1; Sal 12(13); 2Cor4,18-5,9; Gv 14,-31
Ventinovesimo “punto”: lo Sguardo
Fratelli, noi non fissiamo lo sguardo sulle cose visibili, ma su quelle invisibili, perché le cose visibili sono di un momento, quelle invisibili invece sono eterne.
Sappiamo infatti che, quando sarà distrutta la nostra dimora terrena, che è come una tenda, riceveremo da Dio un’abitazione, una dimora non costruita da mani d’uomo, eterna, nei cieli. Perciò, in questa condizione, noi gemiamo e desideriamo rivestirci della nostra abitazione celeste purché siamo trovati vestiti, non nudi. In realtà quanti siamo in questa tenda sospiriamo come sotto un peso, perché non vogliamo essere spogliati ma rivestiti, affinché ciò che è mortale venga assorbito dalla vita. E chi ci ha fatto proprio per questo è Dio, che ci ha dato la caparra dello Spirito. Dunque, sempre pieni di fiducia e sapendo che siamo in esilio lontano dal Signore finché abitiamo nel corpo -camminiamo infatti nella fede e non nella visione-, siamo pieni di fiducia e preferiamo andare in esilio dal corpo e abitare presso il Signore. Perciò, sia abitando nel corpo sia andando in esilio, ci sforziamo di essere a lui graditi. (2Cor4,18-5,9)
Una riga: noi non fissiamo lo sguardo sulle cose visibili, ma su quelle invisibili, perché le cose visibili sono di un momento, quelle invisibili invece sono eterne…
Quando lo sguardo cambia, quando i sensi, tutti i sensi cambiano, vede l’eterno, si vede dalla Fine, a partire da quel futuro che già esiste: noi credenti in Lui fondiamo su lì la nostra speranza.
Preghiera
O Spirito Paraclito, uno col Padre e il Figlio,
discendi a noi benigno nell’intimo dei cuori.
Voce e mente si accordino nel ritmo della lode,
il tuo fuoco ci unisca in un’anima sola.
0 luce di sapienza, rivelaci il mistero del Dio trino ed unico,
fonte d’eterno Amore. Amen.