13 aprile 2025

Domenica delle Palme


Il saluto del Papa

Non seguivo in diretta la Messa che si stava celebrando in piazza san Pietro domenica 6 aprile in occasione del giubileo dei malati, ma, dopo una segnalazione, sono andato a vedere il video dell’arrivo a sorpresa di papa Francesco al termine della liturgia.

Fa specie vedere il Papa povero di voce, povero nel movimento, malato tra i malati con quel vestito bianco che lo rende unico. L’incedere su una carrozzina, solo per un saluto ai numerosi fedeli presenti nella piazza, ha avuto un effetto straordinario come abbiamo tutti percepito. Il nostro ricordo va alla sera del 27 marzo 2020, quando lui solo camminava in una piazza completamente vuota per una parola, per una preghiera davanti al crocifisso, per una benedizione con il ss. Sacramento.


Voce del verbo “accartocciare”

Mi sono imbattuto nel recente libro di Christian Bobin, “La vita scrive a matita” edizione Sanpino, dove l’autore, che spesso ho citato, raccoglie diversi pensieri. Il titolo di un capitolo “gli uomini accartocciati” mi ha sorpreso per quel participio passato che stiamo usando dall’inizio del giubileo vissuto nella chiesa di Cernusco sul Naviglio. Ecco che, come memoria del giubileo che anche i nostri ragazzi vivranno tra poco a Roma, trascriviamo questo simpatico e intenso testo.

Un medico aveva allestito un ufficio portatile nel corridoio dell’ospedale. Più volte al giorno, seduto su uno sgabello davanti a un carrello che fungeva da tavolo, scrutava dei numeri su uno schermo il cui sangue azzurro sembrava quello di un fantasma. In quel momento nessuno poteva chiedergli nulla. I computer devono essere molto malati se ci si occupa così tanto di loro. I numeri stanno rodendo le travi del mondo. Avanzano, avanzano. Un giorno rimarrà solo la poesia a salvarci. Non sto parlando di un genere letterario né di un bricolage sentimentale. Sto parlando della deflagrazione di una parola incarnata. Solo i balbettii di una parola che non deve nulla alla triste perfezione di una abilità pratica, rende il mondo abitabile.

La pianista Zhu Xiao-Mei è stata deportata in Mongolia per cinque anni. Johann Sebastian Bach in persona è venuto a liberarla: nel suo esilio lei ricordava le partiture che aveva imparato a memoria. Le suonava premendo le dita su una tastiera d’aria. Vi è un flusso nella vita che è la vita intera. Un’onda luminosa. Qualcosa di invincibile, tremante. Quando si suona Bach, dice, bisogna portare “ogni frase come si farebbe con una candela che non vogliamo vedere spegnersi in una notte di vento”. È un bel modo di parlare della musica. Bello e giusto.

Parlare per immagini è appoggiarsi all’albero della Vita. La poesia cattura le cose come Dio le vede nell’istante in cui le crea ed esse scivolano dalle sue mani. Questa punta infuocata del linguaggio: le cifre se ne discostano.

La pianista, uscita dal campo di rieducazione, vive nel ricco Occidente dove, dice, tutto è molto più difficile che in un campo di rieducazione. Nessuno vuole sentire queste parole. Gli uomini accartocciati han fatto manbassa del linguaggio. Le cifre avanzano, avanzano. Un giorno alzeremo il capo verso il cielo e tutto quel che vedremo sarà un cartellone pubblicitario con il prezzo d’ingresso per il paradiso. La pianista talvolta è presa da una certa stanchezza nei suoi concerti. Alzarsi sulla punta dei piedi per toccare il cielo stellato è faticoso. Dimentica una nota o due. La grazia la ricompensa. E’ una malattia mortale essere professionisti fino al midollo.

Cos’è l’umano, se non ciò che non sopporta i numeri, la terribile abilità pratica? Nei dipinti del pittore La Tour, la fiamma di una candela rappresenta l’anima. Rischiara le mani che hanno l’intelligenza di non fare nulla. Mani che riflettono, sembrano fatte di cera. Il mondo moderno non è altro che un tentativo di spegnere la candela dell’anima, in modo che brilli nel buio solo la brillantezza ipnotica dei numeri. L’anima, sapete, è quella pianista che suona sempre la nota sbagliata, che il mondo non vuole ingaggiare perché manca di abilità e di cui dice: “Toglietemela di torno, tutto andrà meglio senza di lei” (Christian Bobin).


Si entra

Con oggi entriamo nella settimana santa o “settimana autentica” come viene chiamata nel nostro rito. La domenica delle palme richiama molte persone nella chiesa, rispetto ai giorni del Triduo pasquale. Tanti prendono occasione di questa pausa per tornare dai parenti o per una prolungata vacanza: quest’anno poi ci si collega con il ponte  del venticinque aprile.

La centralità della nostra fede cristiana però si colloca nel Triduo pasquale. Sarebbe bello poterlo celebrare a Segrate, tra noi, o in altri posti di villeggiatura: celebrarlo però!  Per il rito ambrosiano il triduo ha questa scansione: il primo giorno comprende le due celebrazioni, quella del giovedì sera (in coena domini) e quella del venerdì sera (la morte del Signore): giorno della sofferenza e morte; il secondo giorno viene conteggiato dal venerdì (dopo la celebrazione della morte) fino a tutto il sabato: giorno del silenzio e del sepolcro; il terzo giorno dalla veglia pasquale alla domenica: giorno della gioia e resurrezione. E così siamo nella massima incandescenza della fede cristiana. Come possiamo “saltare” questo momento?  (donN)


Un giorno a Pavia

Nell’anno giubilare ci sono diverse opportunità per immergersi nella preghiera e nella storia. Ci troviamo a Pavia, nella chiesa giubilare di S. Pietro in ciel d’oro, legata alla figura di sant’Agostino dove, in una imponente struttura di marmo alta quattro metri, sono custodite le sue spoglie, un omaggio a questo santo, alla sua vita particolare, alle sue scelte coraggiose. Una conversione di uno dei “padri più grandi” della chiesa cattolica che affascina ancora oggi. Un uomo perdutamente innamorato di Dio, che per Lui ha cambiato totalmente la vita. L’arca è sovrastata da una cupola in mosaico dorato “il ciel d’oro” (da qui il nome) simbolo della luce divina.

La chiesa di San Michele custodisce e tramanda lo spirito di una Pavia regale, teatro di importanti incoronazioni longobarde, ma non sfarzosa. Una città divisa in due: la parte “storica” con le chiese, il Duomo, l’università, il castello e il “borgo” con case e trattorie, lo storico ponte coperto sul fiume Ticino che unisce le due sponde.

Poco distante la Certosa un complesso monumentale storico con annesso monastero dei Certosini.  Uno scrigno di arte, bellezza e cultura. Un monaco cistercense ha arricchito la visita con particolari storici e di vita all’interno dell’eremo.

I pellegrinaggi sono delle esperienze dove i riti, le liturgie, i compagni di viaggio permettono di arricchirsi di contenuti e prospettive nuove e anche di momenti di profonda osservazione interiore, dove la fede cristiana può offrire tante vie di uscita, come ci insegna sant’Agostino e mettere al primo posto le necessità della carità.

Enza


Confessioni per la Pasqua

Lunedì 14 aprile – San Felice: dalle 21 alle 22.30 (tre sacerdoti)

Martedì 15 aprile – Novegro: dalle 16 alle 17 (un sacerdote)

Mercoledì 16 aprile – Santo Stefano

  • dalle 8.30 alle 12 (due sacerdoti);
  • dalle 15.30 alle 18.30 (due sacerdoti);
  • dalle 21 alle 22.30 (tre sacerdoti)

Sabato 19 aprile

Santo Stefano

  • dalle 9 alle 12 (due sacerdoti);
  • dalle 15.30 alle 19 (tre sacerdoti)

San Felice

  • dalle 9 alle 12 (due sacerdoti)

Orari del Triduo pasquale

Giovedì Santo – “Cena del Signore”

  • Ore 18: a Novegro
  • Ore 21: a santo Stefano e a San Felice

Venerdì Santo – “Celebrazione della morte”

  • Ore 15: a San Felice
  • Ore 18: a Novegro
  • Ore 21: a santo Stefano

Venerdì Santo – Via Crucis

  • Ore 15: a santo Stefano
  • Ore 21: a San Felice

Sabato Santo – Veglia pasquale

  • Ore 21: a San Felice
  • Ore 22: a santo Stefano

Domenica di Pasqua

  • Messe con orario festivo

Lunedì dell’Angelo

  • Messe a santo Stefano: ore 8.30 e ore 10.30
  • Messe a San Felice: ore 10

Due giorni in montagna dal 13 al 15 giugno 2025

Possibilità di esperienza comunitaria aperta a famiglie con figli e a singoli adulti. Così papa Francesco: “Solo a partire dal cuore le nostre comunità riusciranno a unire le diverse volontà e a pacificare affinché lo Spirito ci guidi come rete di fratelli. In Cristo diventiamo capaci di relazionarci in modo sano e felice, e di costruire, in questo mondo, il Regno d’amore e di giustizia”. Momenti di dialogo, celebrazioni, divertimento in un clima di vacanza: guida don Norberto.

Località: Casa Alpina Pio XII a Pasturo (Valsassina).
Quota: 80 euro a persona (formula di autogestione).
Per informazioni e iscrizioni: mariaisabella.marra@libero.it  (tel. 3333294929).