19 gennaio 2025

Seconda domenica dopo l’Epifania


Forse si finisce!

È una notizia buona quando finalmente si arriva ad un accordo tra contendenti. È il caso della situazione nella Striscia di Gaza dove la violenza dei terroristi e la violenza della politica israeliana, hanno seminato morte su morte. Di chi è la vittoria di questo cessate il fuoco? È la domanda che sta correndo sui mezzi di comunicazione, nel tentativo di porre delle medaglie e dei meriti. Invece, che ne sarà della gente innocente che ha perso la vita e di quelle persone che hanno causato la morte? Per i primi forse qualche sepoltura o qualche lapide, per i secondi, chissà.

Sembra che tutto sia come il principio di incendio che, come tutti sanno, si sviluppa per la presenza di un combustibile, per l’azione del comburente che ne permette la vitalità (ossigeno) e per la scintilla di un innesco. Ora che forse, forse (ripetiamo due volte l’avverbio) le armi si fermano, possiamo ritenere domato l’incendio per esaurimento di denaro o di forze?

Sappiamo che nella esperienza degli uomini e delle donne, le cose sono più complesse e va considerato un quarto elemento: l’odio! Solo cuori liberi e mani pure non lo possiedono. Chi potrà eliminare l’odio che in tanti mesi è stato prodotto come elemento inodore, quasi fosse un gas, ma che coverà sotto le ceneri? Quanto quell’odio continuerà con la sua forza distruttrice negli anni a venire!


L’odio che non si ferma

La storia ha però insegnato che eliminare l’odio è possibile, trovarsi per la pacificazione tra fazioni in lotta è stato fatto. Nelson Mandela aveva costituito “Commissione per la verità e la riconciliazione”, guidato dal vescovo anglicano Desmond Tutu. Pur con qualche fatica si è evitata la guerra civile in Sudafrica. Possiamo ricordare anche Maïti Girtanner, la promettente pianista che accetta di rivedere il suo carnefice nazista che le aveva rovinato le mani e capisce che, nel tempo in cui non poteva più far correre le mani sulla tastiera del pianoforte, “il perdono era uno spartito da suonare a quattro mani con Dio”.

La storia insegna ciò che è capitato a Gesù di Nazaret, il Figlio di Dio! Primogenito anche di fratelli e sorelle che avrebbero seguito la “via dell’anti odio”.

Quante Ave Maria si dovranno dire per gli innocenti uccisi, quante preghiere per chi si è sporcato le mani di sangue sul campo o nella stanza dei bottoni, ma quante altre preghiere per i sopravvissuti affinché, anche attraverso una giustizia internazionale che permetta la convivenza tra i diversi, si interrompa la famosa spirale dell’odio. Potrebbe essere questa l’opera delle chiese cristiane che vivono in quel territorio: disinnescare l’odio. Ce ne ricorderemo!


Confessione pubblica

Non seguo molto la televisione ma noto sui giornali o nei social un certo interesse delle persone a parlare di sé. Domande sulla vita, la professione, la politica, le relazioni, gli interessi, la fede, la gioventù… La giornalista o il giornalista di turno fa da spalla affinché l’interlocutore, in un certo senso, si confessi, racconti il bene ma soprattutto metta in bella vista gli errori nella propria storia. Anzi sembra quasi che gli errori commessi, la rabbia espressa, le scelte sbagliate, siano proprio quello che il pubblico desidera vedere e sentire. Alla fine esce la percezione che, confessando pubblicamente i propri errori, si possa essere assolti.

Diverso il percorso psicologico per il solo fatto che tutto si svolge a tu per tu, tra il paziente e il terapeuta. Diversa la riservatezza tipica della confessione cristiana garantita dal segreto e, un tempo, anche da una grata.

All’opposto siamo in presenza di un avvenimento sempre più mediatico. Messi a nudo, davanti a molti ascoltatori o lettori, si avrà la sensazione di essere compresi e perdonati. Ma guarda: non verrà voglia di confessione?? Non sarà che quello che si è buttato dalla porta stia ritornando dalla finestra, dove il giornalista, nello stesso tempo faccia la parte del prete e del padreterno e il numero degli ascoltatori sia segno dell’assoluzione?

Questo fenomeno ci aiuta a pensare come ci sia il bisogno di esternare il male fatto ma anche il desiderio di rinnovamento e di perdono.


La confessione nostra

Ma la confessione cristiana è un’altra cosa! Può darsi che nel passato sia stata vissuta in un modo scorretto, per comportamenti sbagliati dei preti, ma con questo sacramento si è ad un livello differente almeno per due motivi: la testa bassa davanti al peccato che mi umilia e addolora e, in secondo luogo, la presenza del Signore a cui consegnare il peso del peccato. Passare dal “male fatto” al termine “peccato” è ciò che qualifica l’esperienza cristiana. Deve essere “un Altro” che salva e non un uomo e, guarda caso, il Dio cristiano si presenta come colui che salva! Potremmo usare una frase ad effetto: “La confessione cristiana non è la confessione”.

Forse è proprio il tempo nella Chiesa di scoprire la “confessione cristiana”. L’anno del giubileo cade a fagiolo. Lontano da esternazioni pubbliche si rientrerà nella propria anima, nel segreto della propria coscienza là dove il Padre attende e vede, non giudica ma porta il perdono. Il sacerdote potrà solo accogliere, sostenere e agevolare questo contatto e… lasciare che la Grazia operi. I credenti potranno così riscoprire quel sacramento che ci permette da una parte di non nascondere il peccato e sapere che è possibile darlo a chi ne fa uno strumento di amore. E così il ricordo del peccato diventerà la prova che Dio esiste e fin lì è arrivato!

Don Norberto


Come si fa a diventare cristiani

La domanda riguarda persone adulte che vengono in contatto con cristiani belli nella loro fede e che desiderano il battesimo Ecco i passaggi previsti, con i ritiri periodici che si fanno nella parrocchia di santo Stefano: domenica 26 gennaio ritiro per coloro che iniziano il primo anno.

Si parte dal “precatecumenato”, cioè dall’incontro, ascolto, accoglienza Parroco prima e accompagnatore poi, incontrano, conoscono, accolgono l’aspirante catecumeno.

Inizia poi il “catecumenato” che dura circa un anno e mezzo (si può prolungare nel tempo). Si tratta di un percorso di “catechesi”, una serie di incontri concordati insieme che ci guidano all’incontro con Gesù (chi è veramente per noi?) e alla Buona Notizia che ci annuncia (qual è?) . Il Vangelo di Marco traccia un cammino che si arricchisce, strada facendo, di riflessioni, preghiera, vita comunitaria, incontri. All’inizio di questa fase, si celebra in parrocchia il rito di Ammissione al catecumenato

“Illuminazione” è il periodo che coincide con la Quaresima che precede il battesimo. Nella prima domenica si celebra il rito di Elezione, nelle Zone Pastorali con la presenza del vicario episcopale. Le domeniche seguenti, con particolari riti, si rimane nella propria Parrocchia mentre il sabato precedente la Pasqua, a livello diocesano, si incontrerà l’Arcivescovo e si vivrà la Traditio Symboli con la consegna del Simbolo Apostolico.

“La celebrazione dei sacramenti dell’iniziazione cristiana” è sabato santo, durante la veglia pasquale. Il Catecumeno riceve i battesimo, confermazione ed eucaristia in Parrocchia o in Duomo. Possibile ricevere i Sacramenti nelle domeniche del tempo pasquale.

Infine inizia il “tempo della mistagogia”, dove si accompagna il “neofita” a rivivere ciò che si è celebrato, a inoltrarsi nella vita di fede ordinaria, celebrando il sacramento della confessione con il progressivo inserimento nella comunità.


Dal 18 al 25 gennaio: preghiera per l’unità dei cristiani: “Credi tu questo?”

Venerdì 24 gennaio, alle ore 21: celebrazione ecumenica nella chiesa di San Giuseppe Lavoratore a Cernusco sul Naviglio.


Santo Stefano – avvisi

Martedì 21

Alle ore 16,30: lettura del vangelo di Matteo (12, 1-21)

Sabato 25 e Domenica 26

Alle ore 17: incontro per ”genitori 0-6 anni”, le famiglie che hanno battezzato i figli (con apericena

Giornata della famiglia – alle ore 11.30: Messa; segue aperitivo abbondante (iscrizioni in oratorio)


San Felice – avvisi

Martedì 21

Alle ore 18 e alle ore 21: lettura vangelo di Matteo (12,1-21)