Festa del battesimo del Signore
Il 20 aprile
Sappiamo che la Pasqua cade in aprile perché conosciamo il calendario scolastico o siamo già preparati per il ponte primaverile. La solita domanda: “Che giorno è quest’anno Pasqua?”, porta spesso a rispondere con una battuta: “Quest’anno Pasqua è di domenica” (come se negli anni precedenti fosse stata in settimana…). Sorrisi a parte, quest’anno sarà il 20 aprile.
Che senso ha apprendere nella liturgia dell’Epifania il giorno in cui si celebra la Pasqua? Dopo la lettura del vangelo, infatti, il sacerdote così proclama: “Si annuncia alla vostra carità, fratelli carissimi, che, permettendo la misericordia di Dio e del Signore nostro Gesù Cristo, il giorno 20 del mese di aprile celebreremo con gioia la Pasqua del Signore”.
Nel rito romano, diversamente da noi, vengono addirittura indicate le date del Mercoledì delle Ceneri, dell’Ascensione, la data della Pentecoste e della prima domenica di Avvento. Interessante modo per mostrare che sulla Pasqua si muove l’anno del cristiano. Di fatto entrambi i riti, con grande solennità e con grande gioia, alla Epifania portano l’annuncio decisivo: la vittoria sul male e sulla morte. L’inizio della storia di salvezza con la nascita di Gesù manifestato ai pastori e ai magi, trova il compimento nell’amore di Dio che si prosciuga fino a raggiungere il punto più estremo del male per poi dare principio ad una vita nuova, appunto nell’amore!
Sarebbe bello che in futuro questo annuncio sia reso più solenne con il canto del sacerdote e con la risposta gioiosa dell’assemblea: “Rendiamo grazie a Dio, alleluia!”.
Un bel trittico
Come sappiamo la liturgia ambrosiana unisce l’Epifania alle due domeniche successive, formando un trittico: Epifania, il battesimo del Signore, le nozze di Cana, tutte manifestazioni di Gesù, nella forma di una rivelazione ai magi, nella forma del cielo aperto con l’acqua del giordano e infine nella forma delle anfore piene di vino nuovo. Apprezziamo l’inno nella liturgia delle ore che, in forma di poesia e preghiera, descrive tutto mistero.
Alla luce sapiente di una stella
cercano i Magi la luce
e con insoliti doni
adorano felici il nato Re.
Perché, Erode, di Cristo
il terrore ti invade?
Non toglie i regni terreni
chi ci regala il cielo.
Nell’onda chiara si immerge
l’Agnello senza macchia:
questo lavacro mirabile
lava le nostre colpe.
Nuovo prodigio a Cana:
obbediente l’acqua s’imporpora
e, tramutata in vino,
rallegra il nostro convito.
A te, Gesù, sia gloria
che ti riveli ai popoli
col Padre e con lo Spirito
negli infiniti secoli. Amen.
Ho voglia…
Se uno viene a sapere che ci sarà il tour del cantante preferito dirà: “Ho voglia di andare al concerto” e se è a conoscenza di amici fans dello stesso artista… si creerà il passaparola. Lo stesso nel caso di uno spettacolo teatrale o di eventi sportivi. Si cercherà subito di acquistare il biglietto “prima che non ci sia più posto”, e si attiverà l’adrenalina in attesa della partecipazione. Nascerà magari l’idea per un “regalo intelligente” da fare a un parente o ad un amico.
Ovviamente per chi non ama quella musica, il teatro o lo sport, tutto resta come prima.
La Chiesa nella sua creatività proclama, nel duemilaventicinque, “un anno di misericordia” che viene previsto ogni 25 anni, offrendo approssimativamente l’occasione per due volte in vita, di vivere questo evento. Eliminiamo gli anni in cui ci si allontana dalla fede o quelli in cui ci si professa agnostici e… i conti tornano.
Bene, quest’anno la Chiesa dice proprio questo: “Ci sarà un anno in cui il perdono di Dio passerà in modo totale e completo nella vita del credente”. Vengono perdonati tutti i peccati.
Senza la voglia… non succederà nulla, tutto passerà come il semplice bere un bicchiere d’acqua in estate!
Ho voglia?
Uno però potrebbe pensare: “Ma non esiste già la Confessione per togliere i peccati?”. È vero, ma la Chiesa parla anche della liberazione delle tracce di negatività che rimangono nel pensiero, nel corpo, nell’anima. Così insegna la Chiesa: «Ogni peccato, anche veniale, provoca un attaccamento malsano alle creature, che ha bisogno di purificazione, sia quaggiù, sia dopo la morte, nello stato chiamato purgatorio» Permangono, dunque, nella nostra umanità debole e attratta dal male, dei “residui del peccato” analoghi alle tracce dei passaggi sul computer, nonostante che tutto sia stato cancellato. Ricevere l’indulgenza porta all’annullamento anche di questi residui che sono in noi.
L’anno giubilare è una occasione così per “ottenere l’indulgenza” attraverso alcuni gesti e segni: occorre mettendosi in cammino e voler convertirsi; occorre visitare devotamente un “luogo giubilare”, in particolare passando per una delle cinque porte sante aperte dal Papa a Roma; occorre predisporre momenti di adorazione eucaristica o di meditazione, valorizzando la preghiera del Padre Nostro e del Credo, oltre che invocando l’aiuto di Maria nel ricordo del Papa; ovvio e determinante sarà il passaggio nel sacramento della Confessione.
Collegati a questi gesti, vanno predisposti “opere di carità e di penitenza”, con un deciso ritorno alla lettura del vangelo, perché siano segni della vita rinnovata.
Torniamo al titolo riportato sopra ma con il punto interrogativo: Ho voglia di partecipare? Ho voglia di prendere in considerazione la proposta? Ho voglia di vivere questo anno di purificazione e di conversione?
Per aiutare la decisione stiamo predisponendo un momento, parrocchia per parrocchia, nella chiesa giubilare di Cernusco sul Naviglio. Saremo precisi domenica prossima.
Succede a tutti
Per ogni persona, che si professi credente o meno, ci sono momenti in cui ci si sente sporchi a causa di scelte sbagliate fatte in passato o di situazioni subite. Mentre le tracce rimangono, fanno soffrire e, spesso, insanguinare, si desidera un’acqua dall’alto che pulisca, rimuova, rigeneri. Quel desiderio di acqua quando il caldo si fa torrido e la siccità provoca danni. Allertati da vento e nubi che promettono pioggia, si esce in braghe e, volentieri, ci si lascia bagnare dall’acqua piovana. Segnati dalla sporcizia del corpo e dell’anima, l’acqua che viene dall’alto si unirebbe alle lacrime di dolore e a quelle di consolazione.
Ecco che si prevede un anno di Grazia, pioggia di perdono su chi, stanco del male, attende una rinascita.
Un interessante richiamo all’acqua e alla polvere nera del male che si respira e si vede attorno, è ben delineato dal film “Piccole cose come queste” che verrà proiettato al Cinema San Felice dal 17 al 19 gennaio. Da non perdere.
Don Norberto
Avvisi
Sabato 18 gennaio
- ore 10.30, a Novegro: primo incontro per i bambini di seconda elementare
Domenica 19 gennaio
- ore 11.30, a Santo Stefano: Messa con la presenza del gruppo “Combattenti e Reduci” a ricordo dei caduti nella ritirata di Russia (n.d.r. nome del piazzale del cimitero)
- ore 15, a Santo Stefano: primo incontro per i bambini di seconda elementare
- ore 15, a San Felice: giornata in oratorio con i ragazzi
Sabato 25 gennaio
- ore 17, a Santo Stefano: incontro per famiglie con i bambini “da 0 a 6 anni” che hanno ricevuto da poco il battesimo; segue apericena
Domenica 26 gennaio
- Festa della famiglia a Santo Stefano: Messa solenne ore 11.30; segue abbondante aperitivo