2 marzo 2025

Ultima domenica dopo l’Epifania, del Perdono


Iniziamo?

Con questa domanda si vuole scuotere il cuore dei credenti che forse sono alla stazione e non sono ancora saliti sul… treno del giubileo. Ovviamente l’immagine è allusiva ad un movimento che la Chiesa ci offre e che accade ogni 25 anni, attraverso il quale è possibile rinnovare la nostra relazione con il Signore: “per grazia di Dio”.

Domenica 23 febbraio e sabato 1 marzo abbiamo offerto una piccola scossa partendo dalla chiesa di san Giuseppe a Cernusco per dirigerci in silenzio verso la chiesa giubilare di santa Maria Assunta, sempre a Cernusco sul Naviglio. Chi ha partecipato, al termine del percorso, ha gettato nel sacco del pattume un foglio accartocciato, un segno che sta ad indicare un inizio, una salita a bordo sul treno del giubileo. Per chi non ha potuto aderire rimane però la domanda che vogliamo condividere tutti: “Iniziamo?”.

Questa settimana si sono tenuti in S. Stefano gli esercizi spirituali guidati da don Luca Castiglioni, tre giorni intensi, leggeri nel suo orario serale ma anche incisivi. È possibile rivedere queste tre serate sul canale YouTube della parrocchia santo Stefano.

Siamo poi nell’ultima domenica che precede la quaresima con il forte richiamo al perdono e soprattutto anticipazione del nuovo periodo liturgico che porta il nome di “tempo della Pasqua”. Per noi di rito ambrosiano questo grande tempo liturgico contiene tre elementi: la quaresima, il Triduo pasquale e il tempo di pentecoste che quest’anno cade l’8 giugno.

La prossima domenica poi, il 9 marzo, compiremo un gesto specifico e proprio, il rito dell’imposizione delle ceneri.  Non sarà più vissuto dopo la messa ma in un momento comunitario a parte: a santo Stefano alle ore 16, a San Felice alle ore 17.30 (a Novegro alle ore 10). Si potrà poi proseguire nella verifica della nostra vita cristiana attraverso il sacramento della Confessione, che riproporremo nella prima settimana della quaresima. Ecco la domanda: “Iniziamo?”

Ci lasciamo interrogare ora dal messaggio per la quaresima che Papa Francesco ha inviato alla Chiesa il 14 febbraio, prima del suo ricovero al policlinico Gemelli. A lui la nostra preghiera.


Camminiamo insieme nella speranza

Cari fratelli e sorelle!

Con il segno penitenziale delle ceneri sul capo, iniziamo il pellegrinaggio annuale della santa Quaresima, nella fede e nella speranza. La Chiesa, madre e maestra, ci invita a preparare i nostri cuori e ad aprirci alla grazia di Dio per poter celebrare con grande gioia il trionfo pasquale di Cristo, il Signore, sul peccato e sulla morte, come esclamava San Paolo: «La morte è stata inghiottita nella vittoria. Dov’è, o morte, la tua vittoria? Dov’è, o morte, il tuo pungiglione?». Infatti Gesù Cristo, morto e risorto, è il centro della nostra fede ed è il garante della nostra speranza nella grande promessa del Padre, già realizzata in Lui, il suo Figlio amato: la vita eterna. In questa Quaresima, arricchita dalla grazia dell’Anno Giubilare, desidero offrirvi alcune riflessioni su cosa significa camminare insieme nella speranza, e scoprire gli appelli alla conversione che la misericordia di Dio rivolge a tutti noi, come persone e come comunità.

Prima di tutto, camminare. Il motto del Giubileo “Pellegrini di speranza” fa pensare al lungo viaggio del popolo d’Israele verso la terra promessa, narrato nel libro dell’Esodo: il difficile cammino dalla schiavitù alla libertà, voluto e guidato dal Signore, che ama il suo popolo e sempre gli è fedele. E non possiamo ricordare l’esodo biblico senza pensare a tanti fratelli e sorelle che oggi fuggono da situazioni di miseria e di violenza e vanno in cerca di una vita migliore per sé e i propri cari. Qui sorge un primo richiamo alla conversione, perché siamo tutti pellegrini nella vita, ma ognuno può chiedersi: come mi lascio interpellare da questa condizione? Sono veramente in cammino o piuttosto paralizzato, statico, con la paura e la mancanza di speranza, oppure adagiato nella mia zona di comodità? Cerco percorsi di liberazione dalle situazioni di peccato e di mancanza di dignità? Sarebbe un buon esercizio quaresimale confrontarsi con la realtà concreta di qualche migrante o pellegrino e lasciare che ci coinvolga, in modo da scoprire che cosa Dio ci chiede per essere viaggiatori migliori verso la casa del Padre. Questo è un buon “esame” per il viandante.

In secondo luogo, facciamo questo viaggio insieme. Camminare insieme, essere sinodali, questa è la vocazione della Chiesa. I cristiani sono chiamati a fare strada insieme, mai come viaggiatori solitari. Lo Spirito Santo ci spinge ad uscire da noi stessi per andare verso Dio e verso i fratelli, e mai a chiuderci in noi stessi. Camminare insieme significa essere tessitori di unità, a partire dalla comune dignità di figli di Dio; significa procedere fianco a fianco, senza calpestare o sopraffare l’altro, senza covare invidia o ipocrisia, senza lasciare che qualcuno rimanga indietro o si senta escluso. Andiamo nella stessa direzione, verso la stessa meta, ascoltandoci gli uni gli altri con amore e pazienza. In questa Quaresima, Dio ci chiede di verificare se nella nostra vita, nelle nostre famiglie, nei luoghi in cui lavoriamo, nelle comunità parrocchiali o religiose, siamo capaci di camminare con gli altri, di ascoltare, di vincere la tentazione di arroccarci nella nostra autoreferenzialità e di badare soltanto ai nostri bisogni. Chiediamoci davanti al Signore se siamo in grado di lavorare insieme come vescovi, presbiteri, consacrati e laici, al servizio del Regno di Dio; se abbiamo un atteggiamento di accoglienza, con gesti concreti, verso coloro che si avvicinano a noi e a quanti sono lontani; se facciamo sentire le persone parte della comunità o se le teniamo ai margini. Questo è un secondo appello: conversione alla sinodalità.

In terzo luogo, compiamo questo cammino insieme nella speranza di una promessa. La speranza che non delude, messaggio centrale del Giubileo, sia per noi l’orizzonte del cammino quaresimale verso la vittoria pasquale. Come ci ha insegnato nell’Enciclica Spe salvi il Papa Benedetto XVI, «l’essere umano ha bisogno dell’amore incondizionato. Ha bisogno di quella certezza che gli fa dire: “Né morte né vita, né angeli né principati, né presente né avvenire, né potenze, né altezze né profondità, né alcun’altra creatura potrà mai separarci dall’amore di Dio, che è in Cristo Gesù, nostro Signore”». Gesù, nostro amore e nostra speranza, è risorto e regna glorioso. La morte è stata trasformata in vittoria e qui sta la fede e la grande speranza dei cristiani: nella risurrezione di Cristo! Ecco la terza chiamata alla conversione: quella della speranza, della fiducia in Dio e nella sua grande promessa, la vita eterna. Dobbiamo chiederci: ho in me la convinzione che Dio perdona i miei peccati? Oppure mi comporto come se potessi salvarmi da solo? Aspiro alla salvezza e invoco l’aiuto di Dio per accoglierla? Vivo concretamente la speranza che mi aiuta a leggere gli eventi della storia e mi spinge all’impegno per la giustizia, alla fraternità, alla cura della casa comune, facendo in modo che nessuno sia lasciato indietro?

Sorelle e fratelli, grazie all’amore di Dio in Gesù Cristo, siamo custoditi nella speranza che non delude. La speranza è “l’ancora dell’anima”, sicura e salda. In essa la Chiesa prega affinché «tutti gli uomini siano salvati» e attende di essere nella gloria del cielo unita a Cristo, suo sposo. Così si esprimeva Santa Teresa d’Avila: «Spera, anima mia, spera. Tu non conosci il giorno né l’ora. Veglia premurosamente, tutto passa in un soffio, sebbene la tua impazienza possa rendere incerto ciò che è certo, e lungo un tempo molto breve» La Vergine Maria, Madre della Speranza, interceda per noi e ci accompagni nel cammino quaresimale. Papa Francesco


Domenica 9 marzo: imposizione delle ceneri

  • Novegro: ore 10
  • Santo Stefano: ore 16
  • San Felice: ore 17.30

Perché fare così? Per avere un momento in cui la comunità cristiana prende coscienza di questo gesto penitenziale e liturgico. Certo, si chiede un piccolo gesto e un piccolo sacrificio oltre il momento della Messa, quasi a dare maggior consapevolezza al rito.

Chi fosse impossibilitato si unisca noi nella preghiera da casa e decida di vivere insieme questo cammino quaresimale. Sia vero, genuino, sereno e forte il segno delle ceneri.


Avvisi

Martedì 4 marzo

  • Ore 16.30 a Santo Stefano: lettura dell’enciclica del Papa sul cuore di Gesù, “Dilexit nos”. Chi non ha potuto partecipare al primo incontro può venire a questo secondo appuntamento.
  • Ore 18 e 21 a San Felice: lettura del vangelo di Matteo