Prima domenica dopo la Dedicazione
…e la strada continua
Chi leggerà questo foglio probabilmente parteciperà alla Messa del 22 ottobre delle ore 16 a santo Stefano, quella celebrazione nella giornata missionaria, che ha come sotto titolo “… e la strada continua…”. Questa frase vuole riprendere ciò che è stato detto e fatto nei tre anni precedenti in quella che abbiamo chiamato “Mission Segrate”. Non insisto su questa frase perché tanto è stato detto. Solo che per sottolineare che “… la strada continua…”.
Anche per chi non potrà partecipare alla Messa del 22 ottobre, resterà questo ritornello dove mettere sé stessi e la comunità cristiana in cui si vive: appunto “..e la strada continua”.
Domenica 22 ottobre è la giornata mondiale missionaria e domenica del “mandato missionario”, quasi a riconoscere un appello che il Buon Dio ci rivolge: “Mi volete dare una mano perché arrivi ad ogni persona il mio amore?”.
Certo terra del martoriato Medioriente o dell’Ucraina, terra del Sud Sudan o del Niger, terra di Etiopia o di Siria, terra dell’occidente alle prese con attentati e violenze domestiche o le ingarbugliate relazioni familiari.
È opportuno riprendere qualche capoverso del messaggio del Papa di quest’anno che “calza a pennello” per le parrocchie di Segrate, ritrovando gli amici di Emmaus a cui papa Francesco fa riferimento. Ecco lo slogan: “Cuori ardenti, piedi in cammino”.
“Cuori ardenti, piedi in cammino”
Dopo aver ascoltato i due discepoli sulla strada per Emmaus, Gesù risorto «cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui».
E i cuori dei discepoli si riscaldarono, come alla fine si confideranno l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?».
Gesù infatti è la Parola vivente, che sola può far ardere, illuminare e trasformare il cuore. Così comprendiamo meglio l’affermazione di San Girolamo: «Ignorare le Scritture è ignorare Cristo».
«Senza il Signore che ci introduce è impossibile comprendere in profondità la Sacra Scrittura, ma è altrettanto vero il contrario: senza la Sacra Scrittura restano indecifrabili gli eventi della missione di Gesù e della sua Chiesa nel mondo». Perciò, la conoscenza della Scrittura è importante per la vita del cristiano, e ancora di più per l’annuncio di Cristo e del suo Vangelo. Altrimenti, che cosa si trasmette agli altri se non le proprie idee e i propri progetti? E un cuore freddo, potrà mai far ardere quello degli altri?
Lasciamoci dunque sempre accompagnare dal Signore risorto che ci spiega il senso delle Scritture. Lasciamo che Egli faccia ardere il nostro cuore, ci illumini e ci trasformi, affinché possiamo annunciare al mondo il suo mistero di salvezza con la potenza e la sapienza che vengono dal suo Spirito. I cuori ardenti per la Parola di Dio spinsero i discepoli di Emmaus a chiedere al misterioso Viandante di restare con loro sul far della sera.
E, intorno alla mensa, i loro occhi si aprirono e lo riconobbero quando Lui spezzò il pane. L’elemento decisivo che apre gli occhi dei discepoli è la sequenza delle azioni compiute da Gesù: prendere il pane, benedirlo, spezzarlo e darlo a loro.
Sono gesti ordinari di un capofamiglia ebreo, ma, compiuti da Gesù Cristo con la grazia dello Spirito Santo, rinnovano per i due commensali il segno della moltiplicazione dei pani e soprattutto quello dell’Eucaristia, sacramento del Sacrificio della croce.
Questo fatto fa capire una realtà essenziale della nostra fede: Cristo che spezza il pane diventa ora il Pane spezzato, condiviso con i discepoli e quindi consumato da loro. È diventato invisibile, perché è entrato ora dentro i cuori dei discepoli per farli ardere ancora di più, spingendoli a riprendere il cammino senza indugio per comunicare a tutti l’esperienza unica dell’incontro con il Risorto!
A questo proposito, occorre ricordare che un semplice spezzare il pane materiale con gli affamati nel nome di Cristo è già un atto cristiano missionario. Tanto più lo spezzare il Pane eucaristico che è Cristo stesso è l’azione missionaria per eccellenza, perché l’Eucaristia è fonte e culmine della vita e della missione della Chiesa. Per portare frutto dobbiamo restare uniti a Lui. E questa unione si realizza attraverso la preghiera quotidiana, in particolare nell’adorazione, nel rimanere in silenzio alla presenza del Signore, che rimane con noi nell’Eucaristia.
Dopo aver aperto gli occhi, riconoscendo Gesù nello «spezzare il pane», i discepoli «partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme». Questo andare in fretta, per condividere con gli altri la gioia dell’incontro con il Signore, manifesta che «la gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù. Coloro che si lasciano salvare da Lui sono liberati dal peccato, dalla tristezza, dal vuoto interiore, dall’isolamento. Con Gesù Cristo sempre nasce e rinasce la gioia». Non si può incontrare davvero Gesù risorto senza essere infiammati dal desiderio di dirlo a tutti.
L’immagine dei “piedi in cammino” ci ricorda ancora una volta la perenne validità della “missio ad gentes”, la missione data alla Chiesa dal Signore risorto di evangelizzare ogni persona e ogni popolo sino ai confini della terra. Oggi più che mai l’umanità, ferita da tante ingiustizie, divisioni e guerre, ha bisogno della Buona Notizia della pace e della salvezza in Cristo. Colgo pertanto questa occasione per ribadire che «tutti hanno il diritto di ricevere il Vangelo La conversione missionaria rimane l’obiettivo principale che dobbiamo proporci come singoli e come comunità, perché «l’azione missionaria è il paradigma di ogni opera della Chiesa».
Papa Francesco
A proposito di cimitero
Si stanno avvicinando i giorni in cui poniamo attenzione al cimitero, luogo dove riposano i nostri cari: così di solito diciamo. Riposa il loro corpo che è destinato a decomporsi ed essere polvere.
Del passato ci parlano i monumenti, sculture e lapidi bene curate a ricordo dei caduti nelle guerre o per l’odio; al cimitero invece avvertiamo una sorte di presenza dietro a quelle tombe o ai monumenti funebri. Loro hanno a che fare con noi, con la nostra origine e le nostre radici; sono parte di noi perché li abbiamo abbracciati, baciati e con loro abbiamo parlato, pianto, sorriso: ci siamo amati. Così ognuno nel proprio cimitero ritrova una parte di sé.
Se, per vari motivi, non si potrà andare al camposanto, i prossimi giorni siano di ricordo, di silenzio e di preghiera; e non dimentichiamo “i cimiteri a cielo aperto” causate dalle guerre e dalla violenza.
Ecco come le nostre parrocchie vivranno i primi giorni di novembre.
Mercoledì 1 novembre
- orario festivo della Messa (sospesa solo la Messa a Novegro)
Giovedì 2 novembre, al cimitero
- ore 9 s. Messa animata dalla parrocchia di Redecesio e Lavanderie
- ore 10 s. Messa animata dalla parrocchia di San Felice
- ore 11 s. Messa animata dalla parrocchia di Milano 2
- ore 15 s. Messa animata dalla parrocchia del Villaggio Ambrosiano
- ore 16 s. Messa animata dalla parrocchia di Segrate Centro e Novegro
Giovedì 2 novembre, nelle chiese
- San Felice s. Messa alle ore 9
- Segrate Centro s. Messa alle ore 18
- Novegro s. Messa alle ore 18
Venerdì 3 novembre, al cimitero
- Commemorazione dei Caduti: santa Messa alle ore 10.30
Piccola correzione
Le celebrazioni della Prima Comunione a santo Stefano saranno il 12 e il 19 maggio 2024