Terza domenica di Quaresima – di Abramo
Io non ho vizi!
Nell’anno del giubileo facciamo un esperimento: suggeriamo, senza un ordine prestabilito, il confronto con i vizi capitali che l’antica spiritualità cristiana ha indicato nella descrizione che ne fa Evagrio Pontico (ognuno cerchi su internet). Si parla degli otto vizi capitali: gola, lussuria, avarizia, ira, tristezza, accidia, vanagloria, superbia. La prossima domenica il vizio capitale dell’ira. Verificheremo… “se abbiamo o no i vizi”.
Il cuore dell’uomo cerca tante cose, ma un desiderio accomuna ogni essere umano. Oggi più di ieri siamo indotti a pensare che saremo pienamente felici quando il bisogno di piacere, gratificazione e riconoscimento sarà colmato. Un sollievo momentaneo a un prurito di fondo che “gratta gratta” la nostra anima.
In qualità di cristiani e non, dimentichiamo di essere stati creati a immagine e somiglianza di un Dio che è amore (Gv 4,16): amare ed essere amati contraddistingue e rende davvero piena la vita di un uomo e una donna. Non si tratta di un banale “volemose bene” o edulcorare la realtà, ma di nutrire oltre a bisogni fisici e psicologici, il bisogno di verità, il bisogno di rapporti veri, la ricerca di Dio. Un po’ più nel profondo. In una versione rivisitata potremmo semplificare con “amo ergo sum”, la via che conduce alla gioia (Rimanete nel mio amore perché la vostra gioia sia piena Gv,15,9).
Ma allora amare chi? Essere amati da chi? Amare come? Essere amati come? E perché è così difficile? Non credo possa esistere un atto d’amore senza relazione: Io con Dio, Io con Io, Io con l’altro. La vicenda è tutt’altro che semplice.
Viviamo un mondo complicato e siamo creature complesse: un sottile equilibrio tra limiti e pregi, pensieri più o meno ingannevoli, errori e ferite, vizi e virtù. Non si tratta di fare i bravi bambini cristiani ma divenire consapevoli, guardarsi in verità e scendere in campo. Qualunque cosa vogliamo conoscere di questa battaglia, se la guardiamo da una sola prospettiva la comprendiamo parzialmente; osservandola da più punti di vista la visione è più completa. E qui la voce dell’altro ci viene incontro.
È stato così per un gruppo di adulti che in questi ultimi due anni, domenica dopo domenica, pagina dopo pagina, ci ha messo la testa e in qualche modo ci ha provato. Guidati dal testo di Fabio Rosini “L’arte della buona battaglia” abbiamo sbrogliato la matassa cercando di comprendere la natura dei vizi capitali, pensieri e azioni che portano l’uomo all’inganno.
Non si tratta di vivisezionare gli errori ma illuminare la libertà, la freschezza di un sentiero che nessuno di noi può perdere. Per ognuno di essi esiste una cura e ognuno di essi suscita interrogativi e domande a cui solo il cuore e la mente del singolo può rispondere. Vedremo.
Valeria
Dopo Roma
Essere pellegrini, passare attraverso una porta (richiamo a quel passaggio in Gesù, attraverso Gesù), camminare con un popolo e con il suo pastore… Ecco semplici note di ciò che si è vissuto nei tre giorni a Roma, passando anche attraverso piazza del popolo mentre si stava per concludere la manifestazione indetta sul futuro dell’Europa. Ciò che si è vissuto stava nel presente articolo (per un certo verso scontato) che ha obbligato il sottoscritto a “immaginare” il pellegrinaggio. Posso solo aggiungere la forza della Confessione e le mani collocate sul capo di diversi penitenti, gesti riempiti da commozione per quel desiderio di riconciliazione e di pace “nel” peccato riconosciuto. Con me, molti altri sacerdoti erano dislocati nella grande basilica di san Pietro all’inizio della Messa. Dei tre interventi pubblichiamo l’omelia che il vescovo Mario ha pronunciato durante la Messa in san Paolo fuori le mura. Anche il verbo che stiamo usando, “accartocciare” rientra in queste parole.
La memoria guarita e la speranza
- Il peso della memoria
Il passato è una miniera. Il passato è anche una discarica. Il passato è un peso da portare. Che cosa trovi quando ti concedi tempo per visitare il tuo passato? Nella memoria si sono conservate le umiliazioni subite, quelle che ancora alimentano rabbia e risentimento. Nella memoria sono ben vive le esperienze dolorose, le ferite ingiuste, inaspettate: forse persone da cui mi aspettavo tanto bene si sono rivelate deludenti, addirittura pericolose. Persone che ci hanno fatto del male, che ci hanno raccomandato o forse anche imposto scelte
Nella memoria si conservano opere e pensieri, inadempienze e cattiverie che ancora sono motivo di vergogna, anche dopo tanti anni: ancora sorgono sensi di colpa per quella parola che ha offeso le persone amate, per quel silenzio che ha taciuto la parola necessaria, per quella decisione sbagliata che ha fatto nascere il sospetto di essere sbagliati. Il passato può essere come una discarica, contenitore di quello che si vorrebbe buttare via, quello che puzza, quello che inquina la vita.
- Il patrimonio del passato.
La memoria malata custodisce tutto il male che fa ammalare. Ma la memoria può guarire, il fardello del passato può essere deposto e finalmente ci si può sentire liberi e leggeri. Così si può vivere il giubileo: la remissione dei peccati e il condono delle pene dei peccati. La memoria può guarire, proprio in questo giubileo, proprio in questo momento di grazia. La memoria guarita porta alla coscienza i tesori inestimabili che hanno arricchito la vita. Per questo Mosè raccomanda la memoria: ricordati che sei stato schiavo in Egitto…(Dt 24,17.22). Ricordati: non dell’umiliazione, ma della liberazione. Ricordati: non del male sofferto, ma del bene ricevuto nell’opera di Dio che ti ha liberato. A questo siamo invitati tutti, sempre, ma in particolare questa può essere la grazia di questo giubileo, di questo momento di grazia: la memoria guarita. La memoria guarita non è la decisione di “mettere una pietra sopra” per dimenticare il male compiuto o il male subito, piuttosto è la disponibilità all’opera di Dio che libera e salva: anche le esperienze dolorose propiziano la via della sapienza; anche il male subito insegna quanto può essere doloroso il male e ispira il proposito di evitare di far del male agli altri; anche i peccati di cui si prova vergogna e senso di colpa possono diventare come ferite dentro le quale il Consolatore porta il rimedio della misericordia. La memoria guarita diventa un patrimonio per alimentare la riconoscenza e ispirare il futuro.
- I frutti della memoria guarita
La memoria delle opere che Dio ha compiuto nella nostra vita può diventare un principio di vita nuova, per opera di Dio Un primo tratto della vita nuova raccomandato da Mosè è la magnanimità, la generosa sollecitudine verso i poveri, il forestiero, l’orfano, la vedova, perché il Signore di benedica in ogni lavoro delle tue mani. Ricordati che sei stato povero e perciò soccorri quelli che sono poveri. Le opere di misericordia corporali sono per tutti un “programma di quaresima” Un tratto della nuova vita raccomandato dal Vangelo è la liberazione dal formalismo della relazione con Dio e della pratica della legge ridotte a precetti, regole, comandamenti in base ai quali giudicare gli altri. “Ecco i tuoi discepoli stanno facendo quello che non è lecito fare in giorno di sabato”. Ancora un tratto importante deve essere segnalato per raccogliere l’indicazione della lettera ai Romani di Paolo. Quando la memoria è guarita tutto si unifica intorno al Signore, il bene e il male, il quotidiano e lo straordinario, la serietà e la dolcezza, la regola e la libertà. Se noi viviamo, viviamo per il Signore, se noi moriamo, moriamo per il Signore. Sia che viviamo, sia che moriamo siamo del Signore. Non che scompaiano i problemi, non che tutto sia facile, ma tutto trova senso nel Signore.
Mario Delpini
Avvisi
Lunedì 24 marzo ore 21: giorno dei martiri missionari
Insieme nella Via Crucis cittadina
Maggior significato è dato dalla ricorrenza di quel giorno, il 24 marzo 1980: non ci dimenticheremo mai di ricordare quella terribile data quando, durante la celebrazione della Messa, mons. Oscar Romero, vescovo di San Salvador, venne ucciso da soldati della milizia salvadoregna.
Da quella volta la Chiesa si ferma per ricordare i nomi e la storia dei martiri cristiani che nell’anno precedente sono stati uccisi in nome della fede. Importante momento cittadino ma ancor più momento spirituale.
Partenza dalla cappella del Crocifisso (nelle vicinanze dell’Esselunga di Segrate) alle ore 21 fino alla parrocchia di Milano Due.
Martedì 25 marzo: festa dell’Annunciazione
Ore 21, a San Felice: Consiglio pastorale parrocchiale e Consiglio degli affari economici.
Mercoledì 26 marzo
Ore 21, a Santo Stefano: Consiglio pastorale parrocchiale.
Venerdì 28 marzo
Ore 21.15, al cinema San Felice: “No Other land”, documentario vincitore dell’Oscar 2025, V.O.
Sabato 29 marzo
Chiusura dell’itinerario cittadino in preparazione al matrimonio.
Pellegrinaggio a Medjugorie
Sono ancora aperte le iscrizioni per il pellegrinaggio a Medjugorie (in aereo – 565,00 € – più le spese per trasferimento ad Orio – 55,00 €) dal 25 al 28 settembre.