Quarta domenica di Quaresima – del Cieco
La Chiesa con il suo pastore
Tutti abbiamo gioito vedendo il Papa ritornare a santa Marta. Volto provato e immagine a cui non eravamo abituati. Per qualsiasi persona e per i parenti, una lunga degenza produce preoccupazione, anche per il successivo tempo di convalescenza. Così per l’amato Papa Francesco! Il pastore bloccato nelle sue funzioni non impedisce al popolo di Dio… di continuare a camminare verso quel Gesù, senso di un giubileo che molti piano piano vanno riscoprendo come “opportunità”.
Vale la pena poi, a proposito del Papa e di quello che circolava su di lui, prendere atto del rischio di fake news (false notizie) e immagini che possono diffondersi sui nostri cellulari. Con l’introduzione della Intelligenza Artificiale, dovremo abituarci a non dire più, come una volta: “L’ha detto il telegiornale” oppure “l’ho visto su Internet” o “c’era su YouTube”:
Nessun problema! Solo l’obbligo di cercare la fonte autorevole (Vatican News in questo caso).
Potrebbe valere il detto: “Fidarsi è bene ma non fidarsi è meglio”.
Diventare un po’ sospettosi quando la notizia risuona strana, forse sarà sempre opportuno.
Partiamo con i vizi
Come segnalato la scorsa settimana proviamo! Proviamo cioè a offrire una traccia su qualche vizio capitale senza la pretesa di spiegare tutto (ci sono testi ad hoc) ma anche senza generiche indicazioni che possono rimane teoriche. A partire da una esperienza fatta con un gruppo di adulti nella parrocchia di santo Stefano, confrontandosi sul testo “L’arte della buona battaglia” di Fabio Rosini, sono scaturite considerazioni che toccano il nostro modo di stare al mondo. Le domande quindi cercano di intercettare aspetti di vita. Potrebbe essere utile che ognuno magari solo su una domanda, ripensi a se stesso.
Proviamo con alcuni vizi capitali, tra gli otto che la tradizione cristiana ha rilevato, pubblicandoli non tutte le domeniche (per non tediare troppo!). Abbiamo un anno di tempo, nel giubileo, per fare opera di verifica e consapevolezza. Eccoci ad un primo vizio.
Il vizio dell’Ira
Collera? Ira? Rabbia? Parole diverse per declinare un vizio capitale che ha origini e si manifesta in modi diversi: scatto di evidente bollore o anche cristallizzato freddo rancore.
In entrambi i casi trattasi di taglio della relazione: il polo opposto alla comunicazione, al dialogo, all’incontro con l’altro; terreno fertile su cui germina aggressività e violenza fisica o più spesso psicologica.
Il vizio dell’ira colpisce in un attimo ma lentamente è preparata dentro l’anima dalla tristezza, dalla delusione, dall’avidità: un senso di insoddisfazione profondo per le cose che si ritiene non vadano bene o che avremmo voluto possedere; frustrazione per un piacere non goduto o un bene non raggiunto.
Quel che pensi dipende da ciò che senti giusto o sbagliato per te. Questo demone porta con sé il vittimismo e la voglia di farsi giustizia: l’iroso, in credito con la realtà, pensandosi vittima, si autorizza ad essere feroce a volte consapevolmente altre volte non rendendosi conto della gravità. Per non esplodere o implodere ognuno di noi è chiamato a vigilare sui propri limiti, sugli assurdi e i fatti difficili, sui rifiuti e i no della propria vita.
All’ira funesta si contrappone la santa collera: alleato indispensabile per distaccarsi dal male perché, incazzandocisi su, l’inganno bisogna proprio arrivare ad odiarlo, insieme a Gesù!
Pensaci su…
- Periodicamente rifletto sulla mia vita? Sto procedendo seguendo desideri e valori profondi scritti in me? Li conosco? Mi prendo il tempo per farlo?
- Dedico tempo per apportare cambiamenti? Sono ripiegato su me stesso?
- Quando qualcuno mi fa notare una parte mancante di me, mi arrabbio?
- Sono riconciliato con le parti di me che non mi piacciono? Che rapporto ho con i miei limiti?
- Quali situazioni o atteggiamenti ancora non accetto o non ho perdonato? Quando qualcosa non va tendo a prendermela con situazioni esterne?
- Tu marito/moglie, fidanzato/fidanzata, padre/madre figlio/figlia quando ti arrabbi con l’altro cerchi quanto prima di ristabilire la comunione con il dialogo “va prima a riconciliarti con tuo fratello Mt 21-37”? Sai chiedere scusa profondamente?
- Tu che subisci la rabbia senza rispondere, “disinneschi” veramente, o dentro te lavora come un tarlo per esplodere nel tempo?
- Cerco di esprimere all’altro ciò che mi ferisce, i miei sentimenti? Cosa mi impedisce di farlo? Ho paura del conflitto? Ne conosco le ragioni?
- Chi è l’altro per me? Una persona con cui entrare in relazione, di cui essere custode con amore o dominare?
- Perdonare significa dimenticare o guarire? La maturità/immaturità di un’anima si riconosce dalla sua mansuetudine?
Valeria
Logo del giubileo
Dal momento che abbiamo collocato nelle nostre chiese striscioni o rollup riprendiamo il senso del logo: “È l’immagine di quattro figure stilizzate che indicano l’umanità proveniente dai quattro angoli della terra, l’una abbracciata all’altra per indicare la solidarietà e la fratellanza che devono accomunare i popoli, con l’apri-fila aggrappato alla croce, segno della fede che abbraccia anch’essa e della speranza che non può essere mai abbandonata. La scelta dei colori per i personaggi: il rosso è l’amore, l’azione e la condivisione, il giallo/arancio è il colore del calore umano, il verde evoca la pace, l’azzurro/blu richiama la sicurezza e la protezione. Il nero e il grigio della croce/ancora rappresenta l’autorevolezza e l’aspetto interiore.
L’intera raffigurazione mostra quanto il cammino del pellegrino non sia un fatto individuale ma comunitario che tende verso la Croce, che si curva verso l’umanità, come per andarle incontro e non lasciarla sola, ma offrendo la certezza della presenza e la sicurezza della speranza. Le figure che si stringono tra loro guardano alla croce come un’ancora di salvezza”.
Un romanzo bello
Iniziato poco prima del pellegrinaggio a Roma, letto qua e là in quei giorni, concluso la scorsa settimana. Mi riferisco ad un romanzo di Etienne de Montety, “La grande tribolazione”, edizione e/o, uscito a gennaio di questo anno. L’autore, giornalista del Figaro, fa uscire dalla sua penna una incalzante immaginazione in cui si trovano i tratti di quel dramma che ha sconvolto la Francia, davanti all’uccisione di padre Hamel nel 2016. Pagine leggere e intense che si leggono d’un fiato. De Montety si è aggiudicato il Grand Prix de l’Académie Française. In libreria o attraverso i vari siti potrà essere acquistato, apprezzato e fatto circolare (la mia copia a disposizione). Mi farà piacere poi condividere le sensazioni con chi lo avrà letto.
Lo stadio colorato
Era da molti anni che non partecipavo al tradizionale incontro tra i cresimandi e il vescovo di Milano. Si iniziò anni fa all’Arena per poi comprendere che non poteva bastare quello spazio per contenere, oltre ai ragazzi, anche genitori, padrini, e catechisti. E così che si passò allo stadio Meazza.
Al di là della bravura coreografica di chi organizza l’evento, al di là di un po’ di dispersione, al di là dei colori e delle grida, mi ha fatto effetto notare come se il duomo di Milano fosse in quello stadio pur senza le colonne e le vetrate.
Già parlare di Cresima apre a molte considerazioni positive ma anche problematiche circa il valore di quel sacramento. Eppure la metropolitana e i numerosi pullman si sono colorati delle sette tinte con cui si divide la diocesi che comprende tutta la provincia di Milano ma anche quella di Monza Brianza, di Lecco, di Varese e parte della provincia di Como, Bergamo e Pavia. Nessun intento se non quello di far incontrare i ragazzi con il vescovo Mario e i Vicari episcopali che celebreranno il sacramento.
Faremo una pacata riflessione circa il modo di valorizzare meglio questo evento all’interno della proposta educativa rivolta ai ragazzi che coinvolge Novegro, San Felice e Santo Stefano.
Don Norberto
Avvisi
- Buona presenza alla Via Crucis cittadina del 24 marzo: poche presenze di noi, un peccato!
- Mercoledì 2 aprile: gita a Pavia nel giubileo, incontrando le reliquie di sant’Agostino, il convertito
- Venerdì 4 aprile e domenica 6 aprile: incontro per i genitori a Novegro
- Sabato 5 aprile, alle ore 18 a Lavanderie: incontro giovani coppie
- Domenica 6 aprile, a Santo Stefano: mostra degli Adolescenti “La speranza non delude”, per il giubileo dei giovani
- Sabato 12 aprile, alle ore 21 a Santo Stefano: la compagnia dell’oratorio “Saranno Felici”, porta in scena ”Mary Poppins… il vento sta cambiando”