Seconda domenica di Quaresima: della Samaritana
Croce o crocifisso
Avere una croce è diventato sinonimo di sofferenza e di forte problema. Talvolta si dice “È la mia croce da portare”, aggiungendo il verbo “portare” che rimanda alla via crucis di Gesù. Sappiamo che nella chiesa “è vietato” mettere solo la croce, a meno che non si faccia il rito della via crucis. Nelle chiese si mette la croce (di legno, ricoperta di argento o di oro o con altri materiali) insieme al crocifisso, la figura del corpo di Gesù, talvolta nella drammaticità dell’estremo dolore o con quegli occhi aperti e benevoli che possono essere solo del risorto. Emblematico è il crocifisso di san Damiano ad Assisi.
Molte croci stilizzate o di materiale prezioso si mettono al collo. Io personalmente tengo una croce di legno con una particolare forma che possiede contemporaneamente il segno del “capo reclinato” (quando mi si dice che “è storto”) e nello stesso tempo il segno del movimento e della vita di resurrezione.
È vero che le croci ci sono, come il lutto per una persona giovane e cara, per un marito o un figlio; come l’accompagnamento di un marito in una devastante lunga malattia o di una donna in gravi situazioni psichiche; come lo strappo della violenza e dell’odio nella diverse fazioni in guerre: quante le croci! È altrettanto vero che esiste il Crocifisso nella figura di Gesù figlio di Dio. Lui rimane lì, sopra quella croce, per non dare alla morte, all’odio, alla vendetta o all’urlo, l’ultima parola. Noi crediamo nel Crocifisso sopra la croce, noi guardiamo da quella parte e ci facciamo guardare da quegli occhi.
Don Norberto
2ª settimana di Quaresima
Dopo l’inizio della Quaresima con il richiamo alle ceneri, procediamo in queste settimane in ascolto del Signore che parla alla donna samaritana, e attenti all’azione del maligno in noi.
Ritorniamo sul digiuno variegato
– Il lunedì: un digiuno, promemoria, che tocchi il linguaggio facendo attenzione alle parole negative da evitare;
– il martedì: un digiuno, promemoria, che ponga attenzione ai programmi televisivi evitando quelli dannosi, inutili, litigiosi, volgari;
– il mercoledì: un digiuno, promemoria, che governi l’uso dei social… spegnendoli o evitando di navigare su internet a vanvera;
– il giovedì: un digiuno, promemoria, che porti ad eliminare una piccola dipendenza nell’uso del fumo, del dolce, dell’alcol, del caffè o della mega colazione da bar;
– il venerdì: un digiuno, promemoria, giorno secco per saltare un pasto completo;
– il sabato: un digiuno, promemoria, che faccia da controllo nella spesa settimanale;
– la domenica: per dare il tempo alla celebrazione della Eucarestia con la comunità cristiana.
Ricordiamo
Via Crucis di zona: martedì 27 febbraio, alle ore 21 a Sesto san Giovanni, con vetture che partiranno alle ore 20.15 dalla chiesa di santo Stefano (vedi locandina).
Via crucis al venerdì: ore 8.30 e ore 15 a santo Stefano; ore 16.45 (per i ragazzi) e ore 18.30 a San Felice.
Verso nuovo Consiglio pastorale
Riprendiamo il discorso sul Consiglio Pastorale Parrocchiale dopo le parole del Vescovo Mario “Noi cattolici siamo originali”; segnaliamo alcuni punti dal Direttorio diocesano.
- Strumento principale per esprimere la soggettività nella Chiesa è il CPP (consiglio pastorale parrocchiale) che «ha un duplice fondamentale significato: da una parte rappresenta l’immagine della fraternità e della comunione dell’intera comunità parrocchiale di cui è espressione in tutte le sue componenti, dall’altra costituisce lo strumento della decisione comune pastorale». Il CPP, pur non esaurendo la soggettività della parrocchia, è espressione autentica della comunità, opera sempre inserito in essa e ne costituisce lo strumento specifico di decisione pastorale. La sua costituzione è obbligatoria in parrocchia.
- Composizione dei CPP. Il CPP esprime l’unità della parrocchia e deve rispondere al duplice criterio di consentire la presenza dei fedeli che corrispondono alle diverse condizioni (età della vita, compiti svolti nella comunità cristiana, posizione sociale, sesso) e di essere strumento adeguato per l’assunzione della decisione pastorale comune. Per poter essere realmente operativo, promuovendo e accompagnando le principali scelte relative al cammino della comunità parrocchiale, il CPP non dovrà essere eccessivamente numeroso. Si ritiene che possa essere un opportuno riferimento un numero minimo di 7 consiglieri e un numero massimo di 23. A breve decideremo quanti saranno i componenti nei tre consigli pastorali.
- Gli eletti e i designati. La modalità prescelta e confermata per la designazione della maggior parte dei consiglieri è quella dell’elezione da parte dei fedeli della parrocchia, che è espressiva di un maggiore coinvolgimento della comunità cristiana e corrisponde a un’antica tradizione ecclesiale. La commissione preparatoria dovrà stabilire la dimensione della componente eletta, che di norma deve essere nella misura dei due terzi del numero complessivo dei membri designati ed eletti. In caso di impossibilità di individuare candidati sufficienti per le elezioni si potrà decidere di ridurre la consistenza numerica della componente eletta.
- Requisiti dei consiglieri. Possono essere membri dei consigli (CPP e CAEP) coloro che, avendo completato l’iniziazione cristiana, abbiano compiuto 18 anni al momento dell’elezione o della designazione e siano canonicamente domiciliati nella parrocchia, oppure risultino operanti stabilmente in essa come stabilito dal Sinodo: «la comunità parrocchiale favorisce in ogni nuova composizione una intelligente e opportuna alternanza dei suoi membri»: «va garantita la continuità, ma anche il ricambio dei membri del consiglio». I membri dei consigli (compresi quelli di diritto) si distingueranno per vita cristiana, volontà d’impegno, capacità di dialogo e conoscenza dei concreti bisogni della comunità cristiana e devono essere «qualificati non solo da competenza ed esperienza, ma anche da uno spiccato senso ecclesiale e da una seria tensione spirituale, alimentata dalla partecipazione all’Eucaristia, dall’assiduo ascolto della Parola e dalla preghiera».
Altri punti con altre indicazioni, saranno pubblicati la prossima settimana.
LAICI OGGI NELLA CHIESA CHE VIVE
Due appuntamenti aperti a tutti, in particolare a chi pensa di poter “dare una mano” nel Consiglio Pastorale. Vuole essere anche un momento per “tastare” il polso di ciò che si muove nella Chiesa grazie a due laici che vivono due forti esperienze. Segnare in calendario!
Martedì 5 marzo, alle ore 21 presso l’oratorio di San Felice
Incontro con Erica Tossani, della Caritas diocesana: è stata una delle persone chiamate a coordinare i “tavoli” in Vaticano durante il Sinodo nello scorso ottobre.
“I laici nella chiesa locale di oggi in uno stile sinodale”
(Segnaliamo il link del suo intervento fatto martedì 20 febbraio durante gli esercizi spirituali per la città di Milano: link al sito della diocesi di Milano)
Giovedì 21 marzo, alle ore 21 presso l’oratorio di santo Stefano
Incontro con Gianni Borsa presidente diocesano dell’Azione Cattolica
“Come costruire insieme la comunità locale: valore anche del Consiglio Pastorale”
Oltre che impegnato nell’AC, è giornalista e, dal 2003, corrispondente dell’Agenzia SIR (Conferenza episcopale italiana) da Bruxelles e si occupa di politiche comunitarie.
Appuntamenti
- Domenica 25 febbraio, alle ore 19 a santo Stefano: gruppo “35-50”
- Lunedì 26 febbraio, alle ore 21 a San Felice: gruppo “50enni”
- Martedì 27 febbraio, alle ore 21 a San Felice: incontro sulla Parola di Dio