Seconda domenica di Pasqua – in Albis depositis
Avrei voluto
Diversamente dagli scorsi anni, il Ponte degli specchietti non è uscito il giorno di Pasqua. L’aria del lungo ponte vacanziero, la fatica di mettere la testa su cosa scrivere mentre si svolgeva la settimana santa, qualche corsa in più per incontrare i malati, per le confessioni e per le celebrazioni nelle diverse chiese, mi ha fatto retrocedere dal preparare il foglio settimanale.
Mi sarebbe comunque piaciuto scrivere dopo questa festività cristiana per assaporare il valore della festa, esprimere “gli auguri per il dopo Pasqua”, fare da eco a ciò che si è celebrato: così era l’intento.
Fissare una commozione
La morte di papa Francesco modifica un po’, ma non troppo, questo numero che esce nella domenica in Albis. Mentre scrivo queste righe è martedì 22 aprile ed è passata da poche ore la commozione che ha preso tutti davanti alla notizia che ha fatto il giro del mondo. Avevo terminato la messa delle 8.30 e, dopo i rintocchi delle campane che predisponevano alla messa successiva, mi accingevo ad entrare in chiesa. Erano le 10.07 quando mi venne comunicata la notizia della morte del Papa. Subito abbiamo lasciato che si sentisse il suono prolungato dell’agonia per esprimere dolore e commozione.
Voglio così fermare quell’istante che tutti abbiamo avvertito nel momento che veniva annunciato: “Papa Francesco è tornato alla casa del Padre”.
Quando questo foglio verrà letto saranno passati quasi sei giorni da lunedì 21 aprile e si sarà perso il senso dell’attimo e della commozione. Non aggiungerò nulla, immaginando parole, giudizi sul pontificato, sul funerale… Voglio salvare il sentimento e la commozione davanti ad una partenza ed il bisogno di mettersi in ginocchio e in preghiera. Stop!
Augurio per il dopo Pasqua
Ritorniamo indietro nel tempo, quando ci si augurava… “buona pasqua” sperando forse nel tempo bello per gite fuori porta o grigliate. Il tempo quest’anno non ha portato una buona pasqua! Eppure che bello sarebbe recuperare il vocabolo “Pasqua”, parola unica e originale se abbinata alla persona di Gesù. Lui ha completato il valore della pasqua ebraica, si è fatto erba amara, agnello, pane azzimo: accidenti più di così!
Ecco l’augurio: “Che la Pasqua sia in te!”, “Che ognuno sia fiamma accesa nel buio”, “Che possa vivere da redento”. Augurio appunto…per il dopo Pasqua!
Don Norberto
La Vanagloria
Prosegue l’intento di offrire spunti per una verifica sui vizi capitali, grazie a riflessioni che sono emerse da ripetuti incontri con un gruppo di adulti. Dopo Ira e Gola ecco il terzo vizio.
L’autocompiacimento legato alle nostre azioni (spesso anche buone azioni!), di per sè, non dovrebbe essere un male, se non fosse che, spesso, tutto ciò nasce da una paura, quella di non essere ricordati, di non essere identificati e, per il quale, siamo pronti anche a superare difficoltà, fatiche, pur di essere “riconosciuti”.
Si può intuire quanto sia presente oggi, questo peccato, in un mondo fatto di apparenze, mode, bellezze e quanto siamo disposti ad investire per il raggiungimento degli obbiettivi (se potessero parlare i muri delle palestre, delle piscine, delle beauty farm…), tutto per la gioia di un istante, trovando la forza unicamente nell’opinione altrui, sacrificando il tempo più prezioso e il tempo personale.
Gongolarsi per tutto ciò, ci spinge a combattere battaglie giuste per motivi sbagliati e così la gloria vuota (vanagloria appunto) porta a mostrare quello che potremmo non essere, per celare quello che realmente siamo; nascondiamo il reale valore per un valore momentaneo, evanescente. La paura di non essere riconosciuti, fa nascere in noi la necessità di avere sempre “fame” di opinioni, di “like” o cuoricini sui social, traguardo tanto piccolo quanto inconsistente.
Un amico, che ha perso papà da giovanissimo, mi ha raccontato che, una delle sue paure più grandi di giovane orfano, è stata quella di non essere riconosciuto come “figlio di…”, il timore di averlo perso troppo presto perché fosse stato riconoscibile in futuro, lo portava a mettersi in evidenza facendo cose per dire “ci sono anche io”, per paura di essere risucchiato in un oblio, in una irrilevanza, in una non-vita. E’ un figlio che ha rischiato di perdere la memoria del padre, per la paura di non essere ricordato/identificato.
Per lo stesso motivo, la vanagloria, ci toglie il timor di Dio, ossia il rischio di scordarci l’Amore del Padre. In quel momento, tutto diventa lecito, qualsiasi peccato è permesso. Non è importante operare, ma essere visti operare. Ogni azione viene eseguita per competizione, ogni stratagemma è ammesso, pur di primeggiare sul prossimo, ogni difetto o errore del collega di lavoro diventa freccia nell’arco della gara, facendo apparire le abilità, il bene, i doni e i traguardi del prossimo come ingiustizie.
Possiamo essere tutti talentuosi e intelligenti come Einstein o Mozart? Triste e piatta la vita dell’invidioso… In tutto questo la speranza sta nella nostra condizione di figli di Dio! Il Signore ci ha donato strumenti che noi, con l’aiuto dello Spirito Santo, possiamo utilizzare nel modo più…Santo, appunto: l’invidia buona è quel sentimento che ci spinge a desiderare quello che hanno le persone felici, l’Amore, che non potrà mai scivolare nella competizione ma potrà solo essere catapulta per il desiderio di apprendimento. Il rifiuto della vanagloria ci spinge a porci delle domande:
- Il mio lavoro a quale obbiettivo è indirizzato?
- Per chi o per cosa investo il mio tempo?
- Quanto mi sta a cuore il bene di chi mi sta vicino o incontro? Cosa provo per il suo successo?
Italo
Verso Pentecoste
Il rito romano oggi celebra la domenica della “Divina misericordia”, a partire dall’esperienza spirituale di santa Faustina. Ribadiamo che noi di rito ambrosiano abbiamo già celebrato, insieme alla domenica della divina clemenza, questa festa prima di iniziare la Quaresima. Dopo la Pasqua “alta” di quest’anno arricchita dalla settimana detta in Albis (i catecumeni dalla veglia pasquale portavano l’abito battesimale bianco) ci stiamo muovendo verso l’8 giugno, solennità della Pentecoste.
Per due anni abbiamo dato uno spunto giornaliero…quest’anno un po’ di calma! Proponiamo la lettura di un salmo alla settimana (saranno 6 salmi) e non al giorno, così non dovremo scomodare il famoso dottore che si deve “togliere di mezzo” secondo la famosa battuta.
Essendo una lettura settimanale ed essendo corta, sarebbe bello imparare il salmo a memoria.
Iniziamo con il salmo 120 che i pellegrini recitavano alla vista di Gerusalemme.
Faremo il 121, il 122, il 126, il 129 e il 130.
Su fogli a parte o sul sito si troverà un illuminante e breve commento del papa Benedetto XVI.
1 Alzo gli occhi verso i monti:
da dove mi verrà l’aiuto?
2 Il mio aiuto viene dal Signore:
egli ha fatto cielo e terra.
3 Non lascerà vacillare il tuo piede,
non si addormenterà il tuo custode.
4 Non si addormenterà,
non prenderà sonno il custode d’Israele.
5 Il Signore è il tuo custode,
il Signore è la tua ombra e sta alla tua destra.
6 Di giorno non ti colpirà il sole, né la luna di notte.
7 Il Signore ti custodirà da ogni male:
egli custodirà la tua vita.
8 Il Signore ti custodirà quando esci e quando entri,
da ora e per sempre.
Il 28 aprile
Ogni anno ci si imbatte in molte polemiche per la giornata del 25 aprile, festa della liberazione dalla dittatura nazifascista. Si dice di tutto nelle settimane precedenti, senza accorgersi che i toni delle dichiarazioni possono creare una esasperazione. Oggi che è il 28 aprile (superata la data) il pensiero va a quegli anni in cui si desiderava la fine di una dittatura, il desiderio di libertà, la voglia di partecipazione in una terra lacerata da violenze. Il pensiero va a chi ha perso la vita e a quelle famiglie orfane di figli, di padri, di madri, di sorelle e di amici. Il pensiero ci riporta anche ad un clima di odio e di rappresaglia che avrebbe reso faticoso il tempo della ricostruzione. Il pensiero va al domani affinché si rimanga nella scia della Costituzione, carta di grande valore etico, nata in quel periodo storico, alla cui stesura hanno contribuito uomini di alto valore spirituale. Così non rendiamo questa data solamente il pilone di un ponte vacanziero.
1° maggio
Giovedì 1 maggio, alle ore 21 a Santo Stefano, celebrazione eucaristica di inizio mese con due intenzioni: il ricordo di papa Francesco e l’invocazione allo Spirito per il prossimo Conclave.
Messe di maggio
- Domenica 4 maggio, alle ore 10 a Novegro, Prima Comunione.
- Nelle nostre tre comunità riprendiamo la buona abitudine di “portare all’esterno” la recita del Rosario serale in quattro luoghi delle rispettive parrocchie. A Santo Stefano e a San Felice il giorno sarà il mercoledì, a partire dal 7 maggio. A Novegro il giorno sarà il martedì, a partire dal 6 maggio. Daremo poi indicazioni precise.
- La leva del parroco: coloro che sono nati nel 1955 e vogliono trovarsi per festeggiare il 70esimo, prendano contatto con don Norberto.