Mi devo ricredere

Mercoledì 2 agosto, in occasione del Perdono di Assisi, mi sono reso disponibile, tre ore al mattino e circa tre ore al pomeriggio, per le Confessioni. Credevo che pochi avrebbero utilizzato questo sacramento… mi sono dovuto ricredere.
Questa pratica religiosa che cade in agosto e che spesso mi vede assente dalla parrocchia, non mi ha mai incentivato ad organizzare qualcosa se non dare un semplice avviso alla domenica precedente. Aver dato la disponibilità per rimanere in chiesa è stata una bella sorpresa, per cui mi sono dovuto ricredere sul valore del dono ricevuto da san Francesco nel 1216. Non metto in discussione quella apertura della misericordia di Dio in un tempo oscuro della Chiesa come quello in sui san Francesco viveva ma quella pratica spirituale per i nostri giorni. La stessa indicazione che la Chiesa offre per “lucrare l’indulgenza” (si dice così in termine tecnico), mi ha sempre lasciato “così e così”.

Il ricordo va da piccolo quando, nel mio oratorio di Monza, leggevo la scritta vicino alla riproduzione della grotta di Lourdes che così, più o meno, diceva: “Chi reciterà cinque Padre nostro, Ave Maria e Gloria, riceverà indulgenza per un certo numero di giorni”. Mi rimaneva oscuro il perché di questo e soprattutto il “tutto qui?” per avere uno sconto dei peccati? Ho lo stesso disagio quando, a fronte di qualche preghiera, sembra essere davanti allo “sconto paradiso”. Strana questa improvvisa reminiscenza!

Da giovane si sono aggiunte le problematiche circa le “indulgenze” a raffreddare il suggerimento che la Chiesa dava vuoi per il Perdono di Assisi o vuoi per altre pratiche religiose analoghe. Che poi si parli di liberare con l’indulgenza dalla “colpe” e non dal “peccato” è riflessione “da grandi” e “da preti” che cerca di capire. Mi aiuta l’uso del computer in cui la memoria di quello che si scrive può essere sì cancellata ma, per quello che ne so, rimanere nel computer. Ecco, che io compia peccati e che la Chiesa me li perdoni con la Confessione, è chiaro. Che questo abbia prodotto una negatività in me, negli altri o nell’atmosfera, è lapalissiano. E’ su questo versante che si gioca la problematica della colpa e dell’indulgenza. Bene, che anche questo venga tolto agli occhi di Dio impedendo quell’odore di marcio e di male, è una gran bella cosa.

Grazie alla giornata passata a confessare, mi devo ricredere perché commovente è stata la domanda circa l’applicazione dell’indulgenza per i defunti, vuoi perché a suo tempo non ebbero l’olio degli infermi o perché lontani dal Signore. Commovente anche il desiderio di purificazione presente nel gesto di vivere la Confessione tra il caldo di agosto. Sono grato alle persone che hanno chiesto spiegazioni o hanno vissuto con me il Sacramento per avermi fatto ricredere!

Mi appunterò questo particolare per il prossimo anno mentre inizia il ricordo liturgico del… santo curato d’Ars venerdì 4 agosto. Ebbi modo anni fa di stare da solo tre giorni in quel piccolo paese, in quella chiesa, vicino a quel confessionale, tra le panchine della piazza dove vedevo bambini giocare: lì passò un fiume di Grazia in altrettanto anni difficili per la Chiesa.
Don Norberto