Seconda domenica di Avvento – I figli del Regno
Reliquie in città
L’evento delle reliquie dei coniugi Louis e Zelié Martin e della loro più conosciuta Teresa di Lisieux che resteranno in città, nella chiesa di Lavanderie per tre giorni, tocca la sensibilità cristiana. Un momento importante per le nostre parrocchie per valorizzare lo sguardo sui santi. Nessuna magia o scaramanzia: la Chiesa dà valore e custodisce le reliquie dei santi come segno del passaggio della Grazia in quei corpi. Evidentemente loro non sono nelle urne ma quel pellegrinare che si compie esprime il desiderio di contatto e di amicizia che diventa intercessione.
Teresa la piccola, ma la grande; Teresa antica ma che continua con i suoi “petali dal cielo”; Teresa nel Carmelo con i suoi 23 anni ma con l’eternità della sua santità. Lous e Zelié la prima coppia canonizzata: lui orologiaio, lei con una piccola bottega per lavorare i merletti; lei che muore giovane di cancro e lui che vive i suoi ultimi tre anni in un ospedale psichiatrico. Una relazione straordinaria la loro, che ha portato quattro su cinque figlie (altri quattro bambini morti in tenera età) ad esser dono per Dio e per la Chiesa. Grazie ad un ragazzo di Monza Pietro Schilirò, miracolato per loro intercessione da una malattia polmonare da piccolo, si è aperta la strada alla beatificazione poi alla canonizzazione avvenuta nel 2015.
La loro santità è posizionata su tre principi: “La sovranità di Dio, la fede nella Provvidenza, l’abbandono alla divina volontà”. Avremo la possibilità di conoscere Pietro, ascoltare la sua testimonianza e quella dei suoi genitori. Un bell’evento per la nostra città, un’ulteriore occasione per pregare con i santi nel tempo di Avvento.
Segnaliamo gli appuntamenti più significativi lasciando ad ognuno la possibilità di vivere altri momenti di preghiera con la liturgia, i tempi di silenzio, la possibilità della preghiera notturna.
Martedì 26 novembre
- Ore 17: accoglienza delle reliquie e recita del Vespro con padre Fausto Lincio, provinciale del Carmelitani Scalzi.
- Ore 21: S. Messa solenne presieduta da don Walter Magni, vicario episcopale per la vita consacrata.
Mercoledì 27 novembre
- Ore 9.30: incontro con la terza età in oratorio con Padre Antonio Sangalli.
- Ore 11: S. Messa presieduta da Padre Antonio Sangalli, vicepostulatore della causa di canonizzazione dei coniugi Martin.
- Ore 19.30: incontro per giovani e adolescenti in oratorio con Pietro Schilirò.
- Ore 21: testimonianza per adulti in chiesa con Valter e Adele Schilirò, genitori di Pietro.
Giovedì 28 novembre
- Ore 17: incontro con i bambini del catechismo in chiesa con Padre Antonio Sangalli.
- Ore 18: incontro per preadolescenti in oratorio con Padre Antonio Sangalli.
- Ore 23: S. Messa solenne conclusiva presieduta da don Antonio Novazzi, vicario episcopale.
Venerdì 29 novembre
- Ore 4.30 Partenza delle reliquie per Lisieux
Il vescovo sul nuovo Messale
Ci riferiamo alle parole del Vescovo nella introduzione al nuovo messale. Una parte “per addetti ai lavori” che racchiude una ricchezza di pensiero e può essere accessibile dai social.
Offriamo uno strumento, con la serietà di un decreto e la solennità di una tradizione secolare, ma pur sempre uno strumento. Il Messale ambrosiano ha una tradizione gloriosa e il suo aspetto monumentale, l’impegno che ha richiesto da parte della Congregazione del Rito ambrosiano, le risorse richieste all’Arcidiocesi di Milano e alle comunità intendono onorare la tradizione e continuare la storia di santità che dà alla nostra Chiesa il suo volto caratteristico.
Lo offro però con l’umiltà di uno strumento: deve infatti servire. Il Messale deve servire per la celebrazione liturgica: lo Spirito Santo dona a tutte le comunità e a ciascuna persona di entrare nel mistero della Pasqua di Gesù per accogliere la grazia della divinizzazione, cioè della partecipazione alla vita del Figlio unigenito di Dio, il Signore Nostro Gesù Cristo.
Perché il Messale possa servire allo scopo per cui è stato offerto alla comunità deve essere accolto con la persuasione che noi non siamo capaci di pregare, ma siamo introdotti nella familiarità con Dio per il dono dello Spirito di Gesù: “Infatti tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, questi sono figli di Dio”. Invito tutti, soprattutto coloro che devono abitualmente utilizzare il Messale, a disporsi in umile docilità, perché lo Spirito aiuti la preghiera personale e di tutta la comunità. Noi infatti non siamo capaci di pregare, anche se preghiamo e celebriamo tutti i giorni da molti anni: e abbiamo un grande bisogno di pregare, di celebrare, di essere accolti e avvolti dalla gloria di Dio. Il mondo è troppo triste e disperato e coloro che partecipano alla celebrazione dei santi misteri hanno la responsabilità di offrire e testimoniare la gioia e la speranza.
La II edizione del Messale
L’impresa ha richiesto un lavoro prolungato e paziente di cui sono molto grato alla Congregazione del Rito ambrosiano. Non sono mancate discussioni e aspettative di un profondo ripensamento del libro liturgico, del linguaggio, dell’impostazione grafica. Ho scelto una via più modesta e, ritengo, più realistica e saggia, consapevole dei miei limiti e convinto che per la bellezza ed efficacia delle celebrazioni sia più necessaria la docilità allo Spirito che radicali trasformazioni del testo e dei segni.
Ho pertanto deciso, accogliendo saggi consigli, di orientare il lavoro verso la recezione della nuova traduzione del Messale romano per l’Ordinario, di disporre la necessaria opera di armonizzazione del Messale con il Calendario ambrosiano e il Lezionario ambrosiano promulgati dal card. Dionigi Tettamanzi il 20 marzo 2008, di curare che i testi dell’eucologia fossero conservati nella loro straordinaria ricchezza, ma resi più comprensibili con la correzione di alcune espressioni, di arricchire ulteriormente i testi disponibili con la creazione di nuovi testi, adatti a diverse circostanze della vita e intenzioni delle comunità.
Queste le principali novità che caratterizzano la II edizione del Messale ambrosiano:
- Recependo la nuova scansione dell’Anno liturgico, il Tempo Ordinario è stato completamente riorganizzato nei due Tempi dopo l’Epifania (dall’Epifania alla Quaresima) e dopo Pentecoste (dalla Pentecoste all’Avvento).
- Recependo la nuova organizzazione del Calendario la II edizione del Messale ambrosiano rinnova e aggiorna il proprio dei santi.
- Recependo i cambiamenti intervenuti nel Rito della Messa a partire dall’Avvento 2020, aggiorna l’Ordinario della Messa, con la nuova versione delle preghiere eucaristiche.
- Non pochi testi eucologici e alcuni canti sono stati rivisti nella loro forma espressiva e nella loro qualità teologica. Una particolare attenzione è stata posta alla revisione delle Messe dei defunti, specialmente quelle usate in occasione dei funerali, per esprimere meglio il senso della morte cristiana e l’annuncio della speranza nella vita futura.
- Non mancano infine alcuni testi di nuova composizione che incrementano e rinnovano la preghiera liturgica ambrosiana.
L’uso del Messale
Perché lo strumento che pubblichiamo serva allo scopo, chiedo a tutti di curare le condizioni delle celebrazioni. La celebrazione è grazia e responsabilità di tutti i fedeli. Pertanto tutti sono chiamati a collaborare perché l’ambiente della celebrazione sia adatto, perché i segni liturgici siano visibili e apprezzabili, il silenzio e il canto, le parole e gli sguardi siano propizi alla preghiera, le parole risuonino con chiarezza e semplicità, tutti possano entrare nella chiesa, tutti possano ascoltare, anche le persone con disabilità. I presbiteri che presiedono la celebrazione sono chiamati a una particolare attenzione per essere a servizio dell’assemblea con lo stile opportuno, con l’attenzione ai segni e ai testi, con l’intima devozione, con la visibile gioia, con la doverosa competenza.
Tutti dobbiamo vigilare sui rischi dell’automatismo, dell’inerzia, del protagonismo e dell’esibizionismo, delle scelte arbitrarie. Tutti gli operatori pastorali, i ministri ordinati, i consacrati e le consacrate, i ministri istituiti, le catechiste e i catechisti, devono offrire il loro contributo per iniziare al linguaggio della liturgia e creare condizioni propizie per i più piccoli, spesso più semplici e incantati di fronte al mistero e spesso troppo distratti da un contesto rumoroso e da distrazioni inopportune. La celebrazione chiede di essere desiderata, preparata, vissuta con intensità, perché porti nei fedeli i frutti che il Signore ha promesso a coloro che dimorano in lui, in particolare la gioia e la grazia di essere un cuore solo e un’anima sola nella comunione dei santi.
Mario Delpini