26 maggio 2024

Santissima Trinità


Cinq ghei pusé, ma rus

È il tradizionale detto lombardo per indicare che è meglio qualcosa che costi un filino di più, ma che sia bello (“cinque centesimi di più, ma rosso”). Il rosso è sgargiante, spesso prezioso ed un colore che colpisce. Inizia un tempo liturgico “da rosso” fino al 20 ottobre. Una liturgia che per tanti mesi espliciterà quel rosso fuoco della Pentecoste.
Inizia, cioè, il “Tempo della Pentecoste” con diverse sfumature che troveremo di domenica in domenica. Suggeriamo di viverlo come eco dello Spirito Santo che ci accompagnerà per tutta l’estate fino alle prime settimane di autunno.


Corpus Domini: 30 maggio

È il secondo “grande giovedì” oltre alla solennità dell’Ascensione celebrata il 9 maggio. Giovedì 30 maggio faremo la proposta della Messa serale alle ore 21 e nella giornata la proposta dell’adorazione eucaristica con orari differenti tra parrocchie. Usare l’espressione “stare in adorazione davanti all’Eucarestia”, per un certo verso, non è corretto: detto in questo modo siamo in errore rispetto al segno di croce dove diciamo di essere “nel nome del Padre”. Se siamo “in” Dio non possiamo stare “davanti” a Dio in una posizione staccata. La preghiera davanti all’Eucarestia “esposta sull’altare” è solo un modo per indicare un particolare della fede cristiana, fermarsi e sostare, così come si fa quando si entra in chiesa e una luce rossa segnala la presenza del Signore nel tabernacolo.
Indicare un particolare ha senso perché rimanda “all’insieme”. Il famoso dito di Dio nel giudizio universale della cappella Sistina è il particolare di una grande opera; in modo analogo, dare importanza al particolare “l’altare, il pane”, mettersi davanti all’ostensorio, rafforza l’opera d’arte di Dio che vuole e che consiste nella comunione “come il Padre è in me, così io in voi”.
L’adorazione richiama il silenzio, dove stare sì con la propria persona ma all’interno, nella dimensione comunitaria che sfocia nella Trinità, la festa di oggi.


Un fastidio del prete

Prendo spunto da questa domenica che precede la solennità del Corpus Domini per comunicare un fastidio – che non è solo mio personale – ed è il modo con cui si fa la Comunione. A dire il vero, chi leggerà queste righe sicuramente farà bene il gesto di ricevere l’eucarestia dal sacerdote. Perché il fastidio? Si tratta del brutto gesto che molti compiono: chi mette la bocca sulla mano e mangia così l’ostia santa; chi palleggia il pane da un palmo all’altro, chi rischia di farla cadere… Quando vedo questo disordine e questa superficialità, mi viene quasi voglia di riportare a come si faceva una volta quando unicamente ci si comunicava aprendo la bocca. Bisogna semplicemente compiere bene e con devozione quel gesto: prendere su una mano ben aperta il pane santo e poi con la seconda mano (mio Dio ne abbiamo due di mani!) si porta alla bocca. È gesto umile, devoto e accogliente. Come sempre è il modo che fa la differenza. Si mettono le mani una sopra l’altra: sulla prima il prete metterà l’Eucarestia e poi la seconda mano prenderà con ossequio quel pane. È così difficile?


Consiglio pastorale nuovo

In questa domenica, nella diocesi ambrosiana, le parrocchie scelgono i componenti del Consiglio pastorale parrocchiale e, in un secondo tempo, quelli del Consiglio affari economici. Per arrivare ad individuare le persone per questo servizio, normalmente si procede con l’elezione di alcuni a fronte di una rosa di candidati che si offrono o che vengono indicati. Come abbiamo anticipato, nelle tre parrocchie legate al Ponte degli specchietti, non faremo l’elezione in forma tradizionale. Di fatto alla richiesta di candidature non siamo arrivati ad un numero significativo di persone per una scelta variegata. Le persone che si sono offerte e indicate sono risultate sufficienti per dare consistenza al Consiglio pastorale con un numero di partecipanti tra i 7 e le 15 persone. Il parroco potrà procedere a inserire nel Consiglio un massimo di tre persone. Le persone nominate sono chiamate a creare tra loro un clima di conoscenza dal momento che, probabilmente, non si conosceranno. Sono poi chiamate, insieme ai sacerdoti, ad essere corresponsabili della vita parrocchiale.
Un’amica mi ha girato parole belle sulla parrocchia tratte dalla “Evangelii gaudium” di papa Francesco.

La parrocchia
La parrocchia non è una struttura caduca; proprio perché ha una grande plasticità, può assumere forme molto diverse che richiedono la docilità e la creatività missionaria del pastore e della comunità. Sebbene certamente non sia l’unica istituzione evangelizzatrice, se è capace di riformarsi e adattarsi costantemente, continuerà ad essere «la Chiesa stessa che vive in mezzo alle case dei suoi figli e delle sue figlie». Questo suppone che realmente stia in contatto con le famiglie e con la vita del popolo e non diventi una struttura prolissa separata dalla gente o un gruppo di eletti che guardano a se stessi.
La parrocchia è presenza ecclesiale nel territorio, ambito dell’ascolto della Parola, della crescita della vita cristiana, del dialogo, dell’annuncio, della carità generosa, dell’adorazione e della celebrazione. Attraverso tutte le sue attività, la parrocchia incoraggia e forma i suoi membri perché siano agenti dell’evangelizzazione. È comunità di comunità, santuario dove gli assetati vanno a bere per continuare a camminare, e centro di costante invio missionario. Però dobbiamo riconoscere che l’appello alla revisione e al rinnovamento delle parrocchie non ha ancora dato sufficienti frutti perché siano ancora più vicine alla gente, e siano ambiti di comunione viva e di partecipazione, e si orientino completamente verso la missione.


Ultima litania

Interessante la decisione di Papa Francesco di inserire, nelle litanie lauretane, anche l’invocazione di Maria Solacium migrantium (Conforto dei migranti). Un’invocazione che si va ad aggiungere a quelle che celebrano Maria non per quello che è (Madre, Vergine o Regina), ma per quello che può fare. Non è una lode, ma un’implorazione. Non può stupire, se si pensa al fatto che la storia di questo pontificato si incrocia in modo drammatico con la storia di un fenomeno migratorio di proporzioni mai viste.
Che significa, però, che Maria può essere invocata, oltre che come Salute degli infermi, Rifugio dei peccatori, Consolatrice degli afflitti, Aiuto dei cristiani, anche come Conforto dei migranti? Per alcuni la risposta va ricondotta all’esemplarità di Maria che, stando ai vangeli delle origini con cui Matteo e Luca introducono la loro narrazione evangelica, sarebbe stata a sua volta “migrante”. Infatti, il primo ce la presenta, insieme a Giuseppe e al bambino appena nato, in viaggio verso l’Egitto per sfuggire alla violenza di Erode e il secondo la descrive sempre in viaggio, verso la casa di Elisabetta oppure verso Gerusalemme per obbedire al censimento.
Forse papa Francesco, quando ha voluto che dentro la lunga lista delle litanie lauretane ci fosse anche l’implorazione a Maria come Conforto dei migranti, ha soprattutto sperato che ogniqualvolta, in qualsiasi parte del mondo si sarebbe recitato il Rosario, la maternità universale di Maria potesse ricordare ai credenti che la sofferenza delle madri migranti è un segno che marchia a fuoco questa nostra epoca. Possiamo invocare da Maria il conforto dei migranti e chiudere i nostri cuori, le nostre chiese?


Mese di maggio

  • Novegro: martedì 28 maggio, Rosario alle ore 20.45 in via Dante 5
  • San Felice: mercoledì 29 maggio, Rosario alle ore 20.45 sul prato a lato della chiesa
  • Santo Stefano: mercoledì 29 maggio, Rosario alle ore 20.45 al parcheggio della stazione

Giovedì 30 maggio: festa del Corpus Domini

  • Santo Stefano: S. Messa alle ore 8.30, poi Adorazione Eucaristica continuata dalle ore 9 alle ore 20.45; S. Messa solenne alle ore 21.
  • San Felice: S. Messa alle ore 9, poi Adorazione Eucaristica fino alle ore 10 e ripresa Adorazione dalle ore 17.30 alle ore 18.30; S. Messa solenne alle ore 21.

Avvisi

  • Mercoledì 29 maggio (cambio del giorno), alle ore 16.30: ultimo incontro “Over 65”.
  • Venerdì 31 maggio, a santo Stefano, alle ore 21.15: concerto “Maria ancilla Domini” con il coro polifonico parrocchiale.
  • Domenica 2 giugno, a santo Stefano, alle ore 19: incontro “35-50”.
  • Festa di san Felice: ultimi giorni per iscriversi alla gita sul lago Maggiore di sabato 8 giugno.
  • Weekend a Rota val Imagna (20-22 giugno): sono disponibili ancora per il pernottamento 20 posti. Possibile partecipare anche solo domenica 22 giugno (iscrizioni a Maria Isabella 333 3294929).