Prima domenica dopo la Dedicazione
Il 27 si chiude
Dal 2 al 27 ottobre si è svolta a Roma la seconda sessione del Sinodo, dopo la prima fase vissuta nell’ottobre dello scorso anno. Nella prima fase ci è stata la consultazione del popolo di Dio e poi la ripresa del lavoro delle diverse sessioni.
Un lavoro complesso che, a mio parere, ha mosso le acque! Interessante notare quanto i giornali non ne hanno parlato: un buon segno! Ora si chiude il Sinodo con conclusioni. In questa occasione il vescovo Delpini ha tenuto un “piccolo diario” pubblicato sul sito della diocesi.
Riportiamo cinque passaggi.
Aspettative: 24 ottobre
Che cosa ti aspetti dal Sinodo? «Mi aspetto che mi dia ragione», dice il presuntuoso.
«Mi aspetto nuove rivelazioni», dice il devoto.
«Mi aspetto che aggiorni la Chiesa, che sia più social, più al passo con i tempi», dice l’osservatore esterno.
«Mi aspetto che dia ragione a tutti quelli a cui ha dato torto», dice l’irrequieto.
«Non mi aspetto niente», dice lo scettico.
Il discepolo sincero e umile dice: «Mi indicherà in che cosa devo convertirmi».
Come si parla al Sinodo: 21 ottobre
Queste cose le penso, ma non le dico: dispiacciono a questo o a quello. Il galateo della compiacenza. E invece la libertà della franchezza.
Voglio dire a tutti i costi quello che penso, dire e ridire ancora: devo convincere che ho ragione. La prepotenza dell’ideologia. E invece la libertà di cercare la verità.
Ho delle cose da dire, ma non le dico. Tanto non capiscono. L’isolamento della presunzione. E invece la libertà di esporsi e confrontarsi.
Così si parla al Sinodo: nella libertà amica della verità e del bene della Chiesa.
Campane a festa: 15 ottobre
Come sono complicati gli orologi, quei meravigliosi orologi antichi dei campanili! Alberi, ingranaggi, ruote dentate, freni e giunti, lancette e battacchi. Insomma una cosa complicata, una macchina affascinante, un insieme di connessioni difficili da seguire. E tutto per suonare le ore e comandare la scampanata di mezzogiorno.
Il Sinodo è una specie di complicato orologio. Ne vale però la pena, se per svegliare la Chiesa servirà suonare la scampanata della festa.
Risposte semplici: 14 ottobre
Al mio tavolo siedono: tre vescovi di diocesi italiane, due vescovi di diocesi cinesi con l’interprete, un vescovo della Thailandia, un monaco cistercense, una psicologa, due vescovi impegnati in Vaticano, uno polacco e uno lettone.
Come riusciamo a intenderci? Per esempio, come si regolano i rapporti con lo Stato? Come si attua la missione? Eppure, di fronte a domande complicate, troviamo risposte semplici: «La Chiesa esiste per obbedire al Signore».
La terra vista dal Sinodo: 8 ottobre
La terra vista dal cielo pare che sia rotonda, una geometria di perfezione in cui ogni punto è equidistante dal centro. La terra vista dal Sinodo assomiglia piuttosto a un asteroide, frammento di una stella, con la forma deforme, sbilenca. Infatti si parla di diseguaglianze scandalose, di territori inabitabili e anche di giardini preziosi con muri invalicabili.
Non è proprio rotonda la terra. Il Sinodo si propone di colmare le valli e abbassare le montagne, è vicino il Regno di Dio.
Al cimitero
È questo l’invito della liturgia cristiana: passare a “trovare i morti” usando il giorno di festa del 1 novembre o di sabato 2 novembre.
Un gesto di grande umanità perché ci fa rallentare il passo per fermarci a quella o a quell’altra tomba, a quel parente stretto o lontano, a quell’amico o al vicino di casa. Una giornata quasi per mostrare che siamo fatti di innumerevoli fili che ci collegano con la nostra storia e quella di altri. Il fatto che si alzi la testa verso tanti amici che hanno vissuto un legame con noi, rende questi giorni, pur tra la commozione, pieni di serenità.
Mi capita spesso di passare per il cimitero e, quando sono in anticipo per l’accoglienza delle ceneri, amo girare tra le tombe o i colombari. Un po’ perché ho celebrato il funerale a di molti di loro, ma anche perché con alcuni si è istaurato un legame di amicizia.
Ci si accorge poi di come sia breve il tempo cha abbiamo a disposizione ed è da stupidi sciuparlo… Noto le date di nascita che sono più recenti rispetto alla mia e penso, ragiono, immagino… Passo dalla tomba di preti e suore e anche lì mi viene da pensare. Ma soprattutto immagino, le lacrime e il dolore che, certo il tempo aiuta a stemperare, ma mai ad eliminare.
Momento che sento particolarmente è quella preghiera serale con le fiaccole che si svolge a settembre nella settimana di san Rocco. Passando da via Morandi di sera ci si accorge delle luci che illuminano il cimitero e si pensa…
I santi invocati
Circa i santi mi piace ricordare le volte in cui vengono evocati nella liturgia cristiana per “sprovincializzare” l’assembla portandola a livelli alti ed eterni.
Già quando si dice: “Confesso a Dio onnipotente… e supplico la beata sempre vergine Maria, gli angeli, i santi e voi fratelli”… loro ci sono; nei prefazi che introducono la preghiera eucaristica e nella stessa preghiera… loro ci sono.
Li ritroviamo nelle litanie al battesimo, nel rito del matrimonio, ai funerali, alle ordinazioni sacerdotali o alle consacrazioni religiose o monastiche. Se invocati… loro ci sono!
E poi abbiamo l’aiuto del calendario. Siamo sempre avvolti da queste presenze perché sono “Vivi tornati dai morti”. Sono parte della Gerusalemme celeste a cui noi partecipiamo nel tempo di una Liturgia.. “E io credevo che i santi fossero chissà dove”, direbbe qualcuno!
Ripartire dal cuore
Proprio tre giorni fa, il 24 ottobre, è arrivata una parola autorevole di Papa Francesco con la pubblicazione della quarta enciclica “Dilexit nos” sul Cuore di Gesù. Facciamo nostre la preghiera che chiude l’enciclica. Avremo modo di riprendere il testo magari in avvento.
“Prego il Signore Gesù che dal suo Cuore santo scorrano per tutti noi fiumi di acqua viva per guarire le ferite che ci infliggiamo, per rafforzare la nostra capacità di amare e servire, per spingerci a imparare a camminare insieme verso un mondo giusto, solidale e fraterno. Questo fino a quando celebreremo felicemente uniti il banchetto del Regno celeste. Lì ci sarà Cristo risorto, che armonizzerà tutte le nostre differenze con la luce che sgorga incessantemente dal suo Cuore aperto. Che sia sempre benedetto!”.
Avvisi
- Sabato 2 novembre le messe al cimitero: sono alle ore 9, ore 11, ore 15.
- Domenica 3 novembre: il ricordo dei caduti
- Il 4 novembre è la festa di san Carlo Borromeo oltre che festa civile italiana. Festa dell’Unita di Italia e delle Forze armate. Rimando alla conclusione della tragica Prima guerra mondiale.
La manifestazione civica è anticipata al 3 novembre. Ritrovo nel “piazzale Caduti e reduci della Russia” presso il cimitero e la celebrazione eucaristica alle ore 10.30. SI proseguirà poi con i vari momenti per concludersi in piazza della Repubblica.
Mercoledì 6 novembre: a Concesio in visita ai luoghi di papa Paolo VI
Programma: casa natale, la chiesa, lo spazio espositivo con opere d’arte contemporanea, celebrazione eucaristica. Partenza alle ore 7.45 da via Cellini; rientro alle ore 18.30. Quota: 48€
Per le iscrizioni chiamare Enza al numero 335.7571786; sono disponibili una decina di posti.
Parrocchia di santo Stefano: benedizione natalizia delle case
Ecco le vie in cui noi preti andremo (previa nostra telefonata): via Roma, piazza della Repubblica, via Grandi, via Costa, via Gramsci, via Ligabue, via Cellini, via Cesare Battisti, via della Pace, via Conte Suardi, via De Amicis, via Alessandrini, via Curiel, via Turati, via C.A. Dalla Chiesa, via Matteotti, via Mazzini, via Martiri della Libertà, via XXV Aprile, via Garibaldi, via Gobetti, via Mattarella, via Pio La Torre, via Morandi (solo numeri pari), via Cristei (numeri pari solo fino al 26 e numeri dispari solo fino al 29).