29 dicembre 2024

Domenica nell’Ottava del Natale del Signore


Il rosso a Natale

Sono rosse le stelle di natale, come le tovaglie e gli addobbi. Cambiano le abitudini ma il rosso a Natale non è mai fuori moda. È vero che il richiamo va a babbo natale ma nella celebrazione eucaristica il colore liturgico (oltre al bianco) è il rosso che richiama il martirio di santo Stefano e, due giorni dopo, la festa dei santi Innocenti.

Il colore della Coca cola che ha soppiantato il richiamo liturgico, non ci scandalizza più di tanto; spetta a noi vedere ciò che il colosso americano non poteva prevedere e cioè il segno del martirio nel natale del bambino di Betlemme.

Hanno provato ad ucciderlo “da subito”, ma la fuga ha impedito la cattura, creando una violenza senza senso come è tipico di ogni despota che vive di paura. L’analogo colore lo riconosciamo nel diacono Stefano che, da buon discepolo, diventa tutt’uno con il maestro, riportando le sue stesse parole prima di morire: “Nelle tue mani consegno il mio spirito” e “non imputar loro questo peccato”. Il rosso in una visione cristiana si salverà sempre, non passerà mai di moda: noi lo sappiamo!


Apertura in Diocesi

Dopo l’apertura della porta santa di San Pietro la Vigilia di Natale, anche la diocesi apre il giubileo con la solenne celebrazione di domenica 29 dicembre nel duomo di Milano. Così si esprimeva Papa Francesco nella bolla di indizione: «Stabilisco che domenica 29 dicembre 2024, in tutte le cattedrali, i Vescovi diocesani celebrino la santa Eucaristia come solenne apertura dell’Anno giubilare».

Una processione dalla chiesa di santo Stefano al duomo, un cammino che segna il percorso penitenziale che ogni parrocchia vivrà nel corso dell’anno. Noi parteciperemo con il suono delle campane a festa insieme a tutte le chiese sparse per l’Italia e non solo.

Ci sono poi alcune chiese giubilari in diocesi che non hanno il passaggio dalla porta santa come avvenne nel 2015. A Roma le porte sante sono nelle quattro basiliche con l’aggiunta della porta appena aperta nel carcere di Rebibbia. Le chiese giubilari scelte in diocesi sono luoghi per permettere alle persone, impossibilitate ad andare a Roma, di vivere un momento di conversione. La chiesa giubilare a noi vicina è la parrocchia di Cernusco sul Naviglio.

L’anno santo è anche un’occasione per rinnovare le relazioni sociali e per promuovere un cambiamento culturale capace di rispondere alle sfide del tempo presente. Un passo verso la giustizia sociale è, per esempio, il condono dei debiti, l’educazione alla pace, la cura per la terra e per la città.  A tale riguardo, la Conferenza Episcopale Italiana ha scelto un progetto come possibile segno giubilare nazionale dal titolo: Il progetto “Mi fido di noi”: un microcredito che possa aiutare famiglie e singoli a tornare a sperare insieme. Un aiuto concreto alle persone in difficoltà per riappropriarsi della propria dignità, divenendo protagonisti della loro vita e del loro futuro, ma anche aiuto ai territori per riscoprire la vocazione a essere comunità.


Mi rimane il dubbio

Mi rimane sempre un dubbio circa il passaggio della porta santa, soprattutto in un tempo in cui la fede sembra vaga anche tra i credenti.

Dire: “Passate la porta e sarete liberi dai peccati e dalle colpe”, sembra incitare ad un movimento scaramantico o ad un atteggiamento analogo a quello che succede al computer: “Basta schiacciare un tasto e tutto si cancella”. Detto in questo modo la particolarità del giubileo sarebbe fuorviante con il pericolo che tutto si riduca ad un turismo religioso in una città comunque bella come è Roma.

In una recente intervista al Corriere della sera il filosofo Massimo Cacciari dichiarava: “Oggi la tragedia è la scristianizzazione. Non si ascoltano più le parole di Gesù. Puoi benissimo non credere in Dio, non credere che Gesù sia il Lógos che sta presso Dio ecc., ma le sue sono parole di una figura storica, pronunciate e trasmesse. Qui non c’entra la “morte di Dio” alla Nietzsche. Sono le parole del Vangelo, le Beatitudini, il Samaritano, che oggi tacciono”.

Se accetto la parola di Gesù che dice: “Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato” allora tutto si comprende ma se manca la voce del maestro… che senso ha?

Lascio il mio peccato, ascolto la sua parola che mi libera, cammino nella vita nuova!

Che fare allora?

Mi sembra che ci sia bisogno di un tempo per fare “la raccolta dei peccati”, con la stessa attenzione che poniamo quando prepariamo il trasloco. Si fanno gli scatoloni da consegnare alla ditta incaricata e, da parte, si mette ciò che andrà in discarica e che non si porterà nella nuova abitazione. Spariscono libri senza valore, cianfrusaglie, materiali usurati, oggetti accumulati nel tempo…

Ecco una prima domanda: “Della mia vita cosa voglio portare in discarica?”. Necessario sarà preparare il “sacco di peccati” anche ricordando ciò che abbiamo fatto, peccati già confessati ma rappresentativi di quello che siamo.  Non potrebbe essere questo il pensiero da predisporre nei prossimi mesi? Ritorneremo sulla messa a tema dei nostri peccati.

Nel passare la porta, in secondo luogo, è come se ricevessimo un “gadget”: “Ti do la mia Parola che è nel vangelo, prendi e leggi”. Si diventa, come dice il logo, “pellegrini di speranza” con un vangelo che accompagnerà i giorni.

Passare nella basilica, rendere grazie per aver avuto la possibilità di “lasciare il sacco”, ricevere un perdono e una parola da seguire, ecco il Giubileo. Si darebbe inizio ad un tempo nuovo nella vita di Dio. E se il giubileo desse una svolta alla nostra vita personale che tocca poi la comunità cristiana e che si diffonde, come buon profumo a tutti i contatti che abbiamo?

Parte delle azioni che la Chiesa chiede di compiere per vivere l’anno santo, sta nel recupero della Confessione, passaggio spirituale d’obbligo. Mi permetto di suggerire un esercizio pratico: sarebbe bello scrivere su un foglio i peccati che ci accompagnano e ci hanno segnati in passato perché siano attraversati dal perdono di Dio mentre si accede alla porta santa.

E il ricordo dei peccati?

Ovviamente non potremo cancellare la memoria dei peccati commessi: che facciamo allora quando si ricorderà il male fatto?  Suggerisco un altro esercizio spirituale: ogni volta che ci verrà in mente il nostro passato di male, dovremo solo completare il pensiero ricordando che ora tutto è  nelle mani di Dio, grazie anche a quella porta che abbiamo oltrepassato, avendo lucrato (si dice così) l’indulgenza.

In altre parole: la memoria del peccato sarà memoria del giubileo e di Dio che ha preso le nostre schifezze. Nelle nostre azioni legate al computer ci serve un tasto per cancellare gli errori ma essi rimangono nella memoria del driver. L’anno giubilare invece porta a cancellare nella nostra vita anche i “rimasugli”, regalandoli alla misericordia divina, pur lasciando in noi la memoria che diventerà ulteriore trampolino per lanciarci nella lode all’eterno Dio.

Don Norberto


“Rimetti a noi i nostri debiti, concedici la tua pace”

Questo è il titolo della 58ª Giornata mondiale della pace.

Chi desidera leggere il testo completo può farlo sulla pagina del sito internet del Vaticano o prendendo il foglio di colore verde all’uscita della chiesa.


Avvisi

Martedì 31 dicembre

  • Ore 18, a Santo Stefano: Messa con Te Deum
  • Ore 18.30, a San Felice: Messa con il Te Deum
  • Ore 21.15, al cinema di San Felice: “Gladiatore II” e brindisi di fine anno

Mercoledì 1 gennaio 2025

Festa della Circoncisione del Signore e Giornata della pace

  • Orario delle Messe domenicali (sospesa la messa delle 10 a San felice)

Lunedì 6 gennaio

Epifania

  • Orario delle Messe domenicali
  • Ore 15, a Santo Stefano e a Novegro: tombolata in oratorio